Woody Allen
Melinda e Melinda
di Claudio Cinus
Più che un regista, Woody Allen lo si può ormai considerare un "genere cinematografico" a se stante, con regole, codici e rimandi talmente riconoscibili che la stanca accusa di fare sempre lo stesso film appare oggi fuori luogo. Come in un western non ci si stupisce di trovare una scena ambientata in un saloon, così Melinda e Melinda comincia con un classico topos del cinema alleniano: una chiacchierata tra intellettuali al tavolo di un ristorante di New York. Un uomo racconta la storia vera di una donna, di nome Melinda, e due artisti, un commediografo e un drammaturgo, ne prendono spunto per ricamare sullo stesso intreccio l'uno una trama comica, l'altro drammatica. La vicenda si sdoppia, con attori brillanti da una parte, più seri dall'altra, e la bionda Radha Mitchell che interpreta Melinda nei due canovacci, ovvero nelle due variazioni di una sua possibile esistenza.
Nonostante l'assunto teorico sia che una stessa vicenda reale possa offrire spunto per storie molto diverse - a seconda del punto di vista dell'artista che la racconta (o anche solo dell'uomo che la ascolta) - non c'è una corsa alla "differenziazione" a tutti i costi. In effetti, le due vicende sono meno distinte di quanto si potrebbe pensare. Se si escludono l'inizio e la fine del racconto, i due narratori non intervengono quasi mai e le due vicende sono incastrate fra loro senza nette separazioni, attraverso un gioco di montaggio che concorre, tra le altre cose, a creare divertenti effetti comici. In alcuni momenti l'episodio leggero è fotografato in maniera più luminosa, la pettinatura di Melinda varia, gli attori cambiano, il ritmo è più concitato (nella musica jazz anziché classica, nelle battute a raffica, nelle situazioni più "fisicamente" movimentate). Eppure tornano luoghi, personaggi, oggetti, situazioni, stati d'animo. Il gioco, a ben guardare, non è nelle differenze tra le due storie raccontate, ma nelle analogie, che poi non sono altro che gli elementi che possono ricondurre entrambe le varianti alla storia iniziale.
Qual è allora il rapporto fra arte e realtà? Più che un film sulla doppia anima dell'artista che plasma la materia reale a suo piacimento, questo film può essere letto, viceversa, come una riflessione su come la percezione della realtà possa essere influenzata dalla finzione. Melinda è una persona reale, che lo spettatore non vedrà mai, e che, figlia di due padri, è diventata la protagonista di due storie di fantasia. Anche un ragazzo di nome Allan Konigsberg un tempo era una persona reale. Poi ha creato un personaggio che lo ha fagocitato e ha preso il suo posto, quello che oggi si chiama Woody Allen. In questo straordinario personaggio di fantasia si scontrano due anime: una è quella amata e voluta dal pubblico, un comico raffinato che ha affrontato col sorriso i grandi temi della vita; l'altra è l'immagine che egli stesso vuole dare di sé, un signore serio e compito che ama definirsi triste e che afferma convinto che la vita sia una continua tragedia. Queste due anime hanno una stessa origine e uno stesso corpo, proprio come Melinda.
Woody Allen, più che essersi rappresentato come artista scisso nei due commediografi, si è invece "riversato" nelle peripezie di Melinda, donna alla mercé di qualcuno che decide per lei il suo destino. Un artista dunque, creatore di storie e personaggi, ma anche e soprattutto un personaggio vittima dello stesso sistema di cui fa parte, quello dello spettacolo, all'interno del quale per sopravvivere si è costretti a smettere gli abiti di persona reale, trasformandosi, necessariamente, in simulacro. Se comico o drammatico lo decide il pubblico.
MELINDA E MELINDA
(Usa, 2004)
Regia
Woody Allen
Sceneggiatura
Woody Allen
Montaggio
Alisa Lepselter
Fotografia
Vilmos Zsigmond
Durata
100 min