L'amore dura tre anni PDF 
Valentina Rossetto   

L'amore dura tre anni è la prima regia di Frédéric Beigbeder, scrittore francese, ex pubblicitario, autore di romanzi di successo, tra cui quello che da il titolo al film. Per il suo esordio, Beigbeder sceglie quindi una sua opera, così da potersi muovere su un terreno che conosce, anche perché il romanzo, e di conseguenza il film, è dichiaratamente autobiografico. Il romanzo è stato scritto da Beigbeder dopo il divorzio dalla moglie e raccoglie al suo interno una serie di aforismi e riflessioni sotto forma di diario intimo. Per la trasposizione cinematografica, il regista decide di aggiungere una "cornice" alla storia, inserendo le vicende legate al rapporto con la moglie e poi con Alice, e soprattutto raccontandoci la nascita del libro stesso. In questo senso il film si presenta non solo come una trasposizione del libro, ma come una sua evoluzione. "Adattare un romanzo di cui si è gli autori non è così frequente, e io l’ho vista come un’occasione per riattualizzare questa storia. Ho scelto di non essere fedele al mio libro", ci dice Beigbeder, aggiungendo che questo gli ha permesso di inserire situazioni non presenti nel romanzo. "Trovavo divertente che fosse il libro a provocare il litigio tra gli innamorati e che fosse anche un film sulla scrittura e sul mestiere di scrittore. Questo mi permetteva di fare il ritratto di un critico letterario, della sua casa editrice machiavellica, di mostrare il premio letterario ‘Prix de Flore’, tutte cose che fanno parte della mia vita e delle quali, stranamente, non ho mai parlato nei miei libri".

Le prime immagini del film ci mostrano, come in un home movie, la storia d'amore tra Marc Marronnier (Gaspard Proust), scrittore e critico mondano, e sua moglie Anne, per arrivare poi al presente e al divorzio che getta il protagonista in un profondo sconforto. In questo periodo così duro, anche per il suo orgoglio professionale, la moglie lo lascia per uno scrittore più famoso e a quanto sembra più bravo di lui, e Marc inizia a scrivere il suo amaro trattato sull'amore che, come tutte le cose, ha la sua scadenza, ovvero dura 3 anni. Intanto incontra Alice (Louise Bourgoin), moglie di suo cugino Antoine, se ne innamora e comincia con lei una relazione che lo riporta alla vita. Nel frattempo il suo libro viene pubblicato sotto lo pseudonimo di Féodor Belvédère, ottenendo un grande successo e allo stesso tempo molto critiche per la sua misoginia di fondo. La stessa Alice, parlando con Marc, manifesta il suo dissenso rispetto alle teorie contenute nel libro, che ritiene profondamente maschiliste, e il protagonista non ha il coraggio di confessarle di esserne l'autore. Quando il libro vince il premio letterario Prix de Flore, Francesca, l'editrice, ne approfitta per rivelare l'identità dell'autore. A questo punto Alice si sente tradita e lascia Marc per tornare con Antoine. Questo nuovo fallimento amoroso porta Marc a un'altra fase di sconforto, superata da un nuovo progetto: un documentario e un nuovo romanzo.

L'amore dura tre anni è un perfetto esempio di commedia romantica, una vera e propria summa di tutto quello che caratterizza il genere. E lo è per volontà dichiarata dell'autore/regista: "ho scelto la 'rom-com' che offre una struttura molto pratica, che non ti obbliga a reinventare la narrazione”, dice Beigbeder, “come in tutte le commedie che amo, anche questa inizia con un personaggio che è terribilmente disincantato nei confronti della vita. E proprio quando non crede più nell’amore, incontra una donna che riaccende in lui il gusto per la vita. Dopo l’incontro, l’iter è sempre lo stesso: il litigio, la separazione e poi il ritrovarsi". Un genere che è sempre piaciuto a Beigbeder e che lo ha aiutato a orientarsi nella sua prima prova di regista. Da quel genere vengono anche tutti i riferimenti cinematografici più volte citati nelle varie interviste: Hollywood Party e Colazione da Tiffany di Black Edwards, Io e Annie di Woody Allen, Alta fedeltà di Stephen Frears e la tradizione della commedia francese. Alla lista si potrebbe anche aggiungere L'uomo che amava le donne di François Truffaut, in cui il protagonista sta scrivendo  il suo romanzo sulle donne che ha amato e a volte sedotto con l'inganno, anche lui accusato di misoginia e di scarsa sensibilità, nel quale troviamo la stessa volontà di confrontarsi con il tema dei rapporti di coppia con leggerezza e da un punto di vista principalmente maschile.

Ma è soprattutto Io e Annie che ha ispirato Beigbeder, basti pensare a soluzioni quali la riproposizione della stessa situazione in scene diverse con minimi cambiamenti, o a scelte visive come la “moltiplicazione” di Alice in diverse donne o ai numerosi commenti e sguardi in macchina rivolti al pubblico dal protagonista. Scegliendo un genere così preciso, con una serie di regole fisse, il regista si procura un'intelaiatura su cui inserire le tematiche specifiche a cui è interessato. Allo stesso tempo, sapendo di avere alle spalle una simile costruzione, Beigbeder può permettersi di lavorare con gli attori sull'improvvisazione, lasciando loro molto spazio. Per far sì che essi si sentissero liberi di poter improvvisare a partire dalle indicazioni nella sceneggiatura, decide di filmare ogni scena con due camere in modo da avere sempre il campo e il controcampo, la battuta e la reazione secondo un modello di regia che ha fatto suo negli anni di lavoro in televisione. Gli attori, in particolare Louise Bourgoin, sono tutti molto bravi nell'interpretare il loro ruolo in questo contesto e danno una nota di leggerezza al film senza mai cadere nel sentimentale. Anche la fotografia, la scenografia, i costumi e la musica rientrano perfettamente nei canoni del genere e contribuiscono a fare de L'amore dura tre anni una commedia piacevole e leggera.

Nel suo tentativo di fondere il cinema americano e francese citato in precedenza, e di farne una perfetta e moderna commedia romantica dai toni ironici, Frédéric Beigbeder mette in L'amore dura tre anni tutto quello che gli piace e riesce, in parte, nel suo intento restituendoci un film gradevole che evita (forse qualche volta arrivando fino al limite) gli scivoloni nelle frasi fatte melense e scontate che invece troviamo in abbondanza nel cinema contemporaneo. Le critiche che si possono opporre al film sono principalmente due. La prima è che a pescare da film già visti manchi ne L'amore dura tre anni il tocco in più, l'elemento originale che fa la differenza. La seconda, legata alla prima, e che a volte personaggi e situazioni mancano di spessore o sono inseriti "per forza", perché devono esserci. Anche contesti sicuramente famigliari a Beigbeder, come la casa editrice, i premi letterari e tutto quello che li circonda, spesso sono visti solo nei loro aspetti più superficiali e tipici. Infine, è interessante notare che nel film, dichiaratamente autobiografico, i due protagonisti alla fine si ritrovano e che Marc scopre che l'amore può durare più di tre anni, mentre per Beigbeder la regola resta ancora vera. Il finale è quindi l'ultima concessione fatta dal regista al genere che ha voluto seguire fino in fondo e nel quale un happy and, anche amaro, non manca mai.

Titolo originale: L'amour dure trois ans; Regia: Frédéric Beigbeder; Sceneggiatura: Frédéric Beigbeder, Christophe Turpin, Gilles Verdiani, Eugénie Grandval, Gaspard Proust; Fotografia: Yves Cape; Montaggio: Stan Collet; Scenografia: Christian Marti; Costumi: Claire Lacaze; Musiche: Martin Rappeneau; Produzione: The Film, AKN Productions, Europa Corp., France 2 Cinéma, Scope Pictures, France Télévision, Canal+, Ciné+, Coficup, Backup Films; Distribuzione: Moviemax; Durata: 98 min.; Origine: Francia/Belgio, 2011

 


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