Linklater è di sicuro un regista versatile, capace di reinventarsi esplorando diversi registri senza appiattirsi sullo stesso genere in nome della riconoscibilità autoriale. Dopo i film di culto sulla giovinezza (La vita è un sogno) e l'amore (Prima dell'alba), e le sperimentazioni in rotoscope (Waking Life, A Scanner Darkly), il regista texano sembra voler rendere un atipico omaggio alla sua terra con Bernie (mai uscito in Italia e circolato a malapena in tutta Europa), commedia nera sulla provincia americana e le sue ombre.

A Carthago, sperduta cittadina della periferia texana, l'eccentrico Bernie Tiede (Jack Black) si dedica con zelo al suo lavoro di vicedirettore in un'agenzia di pompe funebri: canta e suona ai funerali, trucca i cadaveri, elargisce parole di conforto ai familiari. Grazie al suo carattere socievole e un po' lezioso, Bernie è amatissimo dai suoi concittadini che, benché bigotti fino al midollo, sono disposti a perdonargli l'evidente alone di omosessualità che traspare dai suoi atteggiamenti effeminati. Quando Bernie comincia a frequentare Marjorie Nugent (Shirley MacLaine), insopportabile e ricchissima ottuagenaria da poco rimasta vedova, l'ambigua relazione tra i due non manca di suscitare la curiosità sfrenata degli abitanti. Bernie, a metà tra fidanzato e assistente personale, tollera pazientemente il comportamento infantile e dispotico della vecchia miliardaria ma in cambio ne guadagna la fiducia e l'accesso al conto in banca. Inoltre ha il privilegio di accompagnarla in soggiorni all'estero all'insegna del lusso. Con il passare del tempo però l'indole capricciosa e possessiva di Marjorie mette a dura prova Bernie, che colto da un raptus la uccide con un fucile e ne nasconde il corpo in un congelatore. Prima che il delitto venga scoperto passeranno mesi e nel frattempo Bernie avrà speso il denaro di Marjorie in opere di bene a vantaggio della comunità. Nonostante Bernie confessi l'omicidio, gli abitanti di Carthago lo difendono come un eroe innocente: in fondo Marjorie era odiata da tutti e l'ex organizzatore di funerali ha semplicemente messo in atto quello che in molti desideravano.

Il film si sviluppa su una riuscita commistione tra forma drammatica e dato reale: a star di riconosciuto talento (in primis il mostro sacro Shirley McLaine) si affiancano attori non professionisti, autentici texani che conoscevano davvero i protagonisti della vicenda. L'espediente delle interviste agli abitanti del posto che parlano di Bernie e Marjorie si rivela estremamente efficace nel dare voce a un universo umano vivido e pittoresco e nel mostrare il lato oscuro e contraddittorio di un Paese - notoriamente forcaiolo - che sa essere all'occorrenza solidale con un omicida. Il risultato è un film di grande vitalità espressiva, sospeso tra cinismo e partecipazione emotiva, che brilla di ironia pungente e crudele. Se la realtà supera la fantasia, Bernie è surreale come solo le storie vere possono essere.