The Lift 2 agosto 1980 PDF 
Felicia Buonomo   

Ricordare è da sempre una “pratica” dolorosa. Per questo il passato viene spesso rimosso. E nel caso di episodi di cronaca, che riguardano la società civile, troppo spesso quella che viene chiamata memoria collettiva viene insabbiata, plasmata ad immagine di chi vuole negare l’evidenza di una ignominia sociale e umana. È con questa premessa, evidentemente, che l’Associazione Familiari delle Vittime del 2 agosto 1980 ha patrocinato un progetto di cinema indipendente, che trova il suo fulcro a Bologna, la città dove si consumò uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra. È la strage di Bologna, quella che vide alla stazione ferroviaria di Bologna perdere la vita 85 persone. Un terrorismo di destra, che ad oggi, dopo oltre trent’anni, ha visto l’individuazione degli esecutori ma non ancora i mandanti. Una delle tante vicende irrisolte d’Italia.

Tanti sono stati, in questi anni, i tentativi di rievocare, anche attraverso l’immagine in movimento, quel passato doloroso, facendone emergere un pezzo di verità. Ma l’arte cinematografica ha il potere di fare qualcosa di più. Riesce a servirsi della “cronaca” per approdare nel mondo della narrativa immaginifica. Questo è riuscito a fare la pellicola The Lift, diretta dal giovane regista Emanuele D’Antonio, grazie alla penna dello sceneggiatore Marcello Aguidara e prodotto e ideato dal produttore bolognese Luca Redavid. Non uno spaccato documentaristico di quello che è stato l’episodio, ma una storia diversa, dove la strage viaggia parallela a quanto si consuma sulla pellicola. Una scelta ardita, che vede protagonisti per un’ora e dieci minuti sei persone, in un’unica location, un ascensore. Un’impresa non facile quella dirigere sei attori esordienti e farlo in tempi di ripresa record, solo due settimane, per ridurre ai minimi termini i costi, come nelle più tipiche delle produzioni indipendenti. Certo, per questo, ne possiede tutti i limiti del caso. Ma proprio perché la pellicola si compone di questi ingredienti che, nel valutarne la visione, gli si deve riconoscere una buona capacità di attirare l’attenzione. Sei persone, due donne e quattro uomini, rimangono chiuse nell’ascensore di un piccolo albergo davanti alla stazione di Bologna. È il 2 agosto 1980. La cabina comincia a tremare spaventosamente, la luce va e viene, e i protagonisti si chiedono cosa possa aver provocato quel boato. Le ipotesi volano, mentre tutti, cercando invano una via d’uscita, attendono l’arrivo di soccorsi che non arriveranno mai, perché tutti, poco più in là, sono impegnati a scavare tra le macerie che l’attentato ha prodotto, disseminando morte e disperazione. Il tempo passa, fin quando i protagonisti capiscono che tra di loro vi è un “complice” dei terroristi. Ed è qui che inizia il “tributo” a quella giustizia che ancora oggi non è stata consumata. Ai terroristi non vengono offerti sconti, nemmeno nel momento della più acuta disperazione, deve i protagonisti temono di morire.

La pellicola è stata proiettata in anteprima a Bologna, anche alla presenza di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei Familiari delle Vittime del 2 agosto, che ha incentivato nella prosecuzione del cinema indipendente, capace di raccontare, pur attraverso l’ausilio della finzione cinematografica, la verità che spesso le istituzione vogliono ignorare. Medesimo slancio da parte di Andrea Mingardi, noto cantautore bolognese, che ha firmato il brano che chiude la pellicola. Ora gli autori sono alla ricerca dei canali distribuitivi che porteranno la pellicola sul grande schermo. Ne varrebbe la pena, per la perizia con la quale è stato curata la faticosa post-produzione, che ha tentato di colmare quei vuoti che le ridottissime tempistiche di ripresa aveva creato, dando al film la giusta fotografia, limando qua e là le inquadrature e dando all’intero prodotto quel giusto ritmo che tiene incollati allo schermo.

Titolo originale: The Litf 2 agosto 1980; Regia: Emanuele D’Antonio; Sceneggiatura: Marcello Aguidara; Fotografia: Manù Salvati; Montaggio: Emanuele D’Antonio; Scenografia: Rossella Iacobucci; Costumi: Simona Cristinziano; Musiche: Emanuele D’Antonio, Andrea Mingardi; Produzione: Innuendo Film; Durata: 70 min.; Origine: Italia, 2011

 


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