L'onda PDF 
Davide Morello   

È possibile oggi una dittatura in Germania? Questa è la provocazione, il punto di partenza che si propone di rintracciare una tesi che dimostri quanto sia fragile, manipolabile e disorientata, non la sola cultura giovanile, ma una società ritratta in un microcosmo scolastico che diviene il luogo della rappresentazione e della messa in atto delle debolezze ideologiche, dei fraintendimenti comunicativi e delle convinzioni estreme degli individui. La reversibilità fra anarchia e autocrazia stabilisce i termini entro cui si svolge una trama lineare e funzionale alla relatività delle posizioni, volta a dimostrare la sottovalutata tragedia  nella quale si incombe quando si perde di vista una precisa distinzione fra la simulazione e la realtà stessa.

Il professore Wenger, a inizio della settimana a tema, si ritrova a svolgere il corso sull'autocrazia, quando il noioso collega è arrivato prima di lui per sottrargli il suo corso sull'anarchia di cui, dice alla stessa preside, possiede un ampio bagaglio, non solo di nozioni, ma di esperienze dirette. La domanda del professore il lunedì mattina segna dunque l'inizio di una settimana che vedrà la trasformazione di un gruppo di studenti in un vero e proprio movimento neonazista con a capo il loro leader, nonché insegnante, a cui inevitabilmente e inconsapevolmente sfugge la situazione di mano, vittima di un compiacimento che gli permette di entrare sempre più nel ruolo e smarrire le sue attitudini critiche. Il percorso narrativo è funzionale alla tesi, ne scandisce anzi le tappe evolutive in una sequenziale suddivisione in giorni settimanali, nella messa in scena delle dinamiche relazionali fra i personaggi, nei rituali di gruppo, nella costituzione di un'effimera e infondata morale collettiva, dei suoi valori, che hanno facile presa sulle fragilità di una generazione e sulla sua stessa necessità di agire. Sono proprio i processi di esposizione da parte del docente e quelli di ricezione degli allievi che divengono metafora di un più ampio potenziale comunicativo in cui gli imperativi mascherati vengono accolti nella superficialità e nel gioco simulato del destinatario. Il professore crea, in una situazione ludica, partecipativa e di entusiasmo, una forma alternativa di trasmissione didattica che passa attraverso la formazione di un gruppo coeso,  nella sua affermazione attraverso un'identità, nei suoi settari segni di riconoscimento, con l'istituzione di un logo, di un nome, di un'uniforme. Wenger è da subito messo in scena secondo modalità espressive che ne caratterizzano il personaggio attraverso la sua guida concitata in un montaggio di dettagli, la musica rock ad alto volume mentre parcheggia rumorosamente davanti alla scuola. Le inquadrature dal basso che lo rendono imponente negli scuri corridoi mentre avanza con determinazione anticipano quella simbolica scalata sociale che compie all'interno del suo microcosmo che, gradualmente, lo conduce a compromettere i suoi affetti, nonché a smarrire i suoi obiettivi. Gli studenti riconoscono le potenzialità carismatiche e l'autorità in un'adesione che eccede ogni forma critica, che si trova anzi a travisare ogni eventuale intento puramente didattico. Sin da dopo il primo intervallo si instaura l'ordine attraverso i banchi schierati, la disciplina imposta, il respiro profondo, la marcia, quando i continui campi e controcampi contrappongono Rainer, ormai salutato ironicamente come un Führer, ai suoi alunni, fra cui da subito si distinguono, nel loro disappunto, prima Mona e poi Karo, unici due sovversivi il cui ruolo incarnerà la variante antagonista che cercherà di sabotare il movimento, denunciandone gli intenti e la pericolosità.

Nessuna forma di ambiguità distingue il racconto presieduto da una fredda oggettività che coinvolge l'intento didattico e di denuncia, le dinamiche cognitive dei personaggi, i loro rapporti alienanti e competitivi. Lo stesso Rainer protagonista manifesta nella sua espressività, nella sua mimica, nel suo distacco, una superficie la cui impenetrabilità è parte stessa non solo della sua natura, ma dell'atteggiamento estetico ed impegnato della pellicola: la mancanza di profondità, non solo storica, che contraddistingue la crisi di una generazione e di una società. La macchina da presa lo ritrae oltre una vetrata riflettente lo spazio esterno degli studenti, quando lui compare concentrato e indistinto nell'effetto visivo oltre la finestra: il confine è tracciato e la comunicazione fra insegnante e alunni è oramai monodirezionale. Commenterà in chiusura la compagna di Rainer, in un litigio che anticiperà la caduta tragica, che si è reso succube della devozione che i suoi alunni hanno riposto in lui. D'altro canto la partecipazione e l'entusiasmo rispetto all'esperimento in classe è resa tramite un montaggio simultaneo di spazi casalinghi differenti, nella continuità del dialogo che avviene contemporaneamente nelle diverse famiglie. Una stessa soluzione di simultanea dislocazione spaziale avviene durante la convocazione per l'assemblea via messaggio telefonico. Comunanza di idee e intenti resa nella retorica associazione che ritrae con ironia lo spirito aggregativo e legittimante. E anche l'ironia, contestualmente, possiede il suo potere straniante, di presa di distanza oggettiva.

Il doppio movimento che mette in campo la pellicola crea due spazi privilegiati: l'ambiente scolastico, dell'apprendimento e della teoria, e quello esterno dell'azione, del vandalismo, dello sballo, delle fratture sentimentali, delle carenze affettive celate con lo spirito di appartenenza. Un mondo esterno all'istituzione scolastica che lo stesso Rainer ignora, il reale mondo in cui si mettono a frutto i principi appresi e che inevitabilmente interferiranno con la vita del professore e che rappresenta nella struttura narrativa il doppio di quel mondo verbalmente analizzato in classe. La carenza di un solido tessuto familiare per Marco, turbe emotive, solitudine e depressione per Tim, insieme ai sentimenti di emarginazione, nazionalismo e razzismo, sono alcuni presupposti, ma anche sintomi che trovano nella fondazione del movimento un'apparente giustificazione. Questa sorta di trasposizione e raddoppio crea una struttura di mise en abyme in cui la realtà simulata sconfina in una pratica concreta che trova il suo culmine nella follia. Non è necessario percorrere un elaborato tragitto narrativo o espressivo per restituire una realtà allucinata quando questa, nella sua stessa obiettività e spontanea naturalezza, si mostra tanto inquietante.

La struttura episodica intreccia i motivi ricorrenti di un'analisi storica, sociologica e formativa che prendono piede nell'aula e si estendono in una collettività in cui dilaga il fanatismo anche fra i bambini, lo spirito combattivo contro bande antagoniste, l'identificazione di traditori all'interno del gruppo. Le due principali figure maschili, Rainer e Marco, compiono un percorso parallelo di crisi affettiva nei rapporti con le loro rispettive compagne che fanno da contraltare alla loro presa di posizione. Ne interpretano un contrastante spirito critico e contribuiscono a definirne i caratteri, che a loro volta si riconciliano in un obiettivo comune di complicità nella ristabilizzazione degli equilibri, non senza essere passati attraverso lo stadio della violenza: con le loro donne e nella messa in scena reale, e non simulata, della morte. Volendo porre termine all'esperimento Rainer, nella riunione a porte chiuse dell'Onda, intraprende il suo discorso di scioglimento del movimento invitando alla riflessione i suoi interlocutori, non prima di averli incitati all'aggressività contro il loro compagno Marco. Sul palcoscenico ha luogo il risvolto teatrale di una tragedia che si consuma attraverso le mani di Tim nella forma del tentato omicidio e del suicidio. Ancora un efficace incassamento narrativo e raddoppiamento di micro-spazi che amplificano la deformazione, si direbbe paradossale, della realtà e della sua rappresentazione. In una scrittura funzionale al distacco emotivo e alla tensione drammatica che si manifesta nella scena citata e nell'effetto clip di un montaggio serrato e ritmato della sequenza urbana notturna degli atti vandalici, la pellicola mette in scena un delicato equilibrio sociale, pronto a sconfinare oltre i labili margini di un sistema mai stabile, sempre in cerca di certezze, che travalica la razionalità.

Tornando alla domanda iniziale, la narrazione fa un giro su se stessa. “No”, è stata la prima risposta di un alunno che negava la possibilità di una dittatura oggi. “Si”, è la risposta conclusiva a dimostrazione dei fatti compiuti, nel gioco, nel gusto per la simulazione, nei limiti e nella realtà che perdono il loro centro, rasentano l'assurdo e la follia. Reversibilità fra anarchia e dittatura, fra visione del gruppo come forza e identità e identificazione col gruppo in quanto perdita dell'individualità, come fa notare uno scambio di battute fra Lisa e Mona in classe. Il film,  nel suo prevalente taglio narrativo didascalico, origina un doppio livello di rappresentazione in cui esplica, all'interno della diegesi, una riflessione didattica ed espositiva che si estende sul piano dell'azione e del dramma anche folle ed allucinato, attuando nel contempo una lucida osservazione dei fenomeni sociali in rapporto alla storia. Labili confini e punti di contatto sono gli stessi che separano e simultaneamente accomunano il passato e la contemporaneità.

TITOLO ORIGINALE: Die Welle; REGIA: Dennis Gansel; SCENEGGIATURA: Dennis Gansel, Peter Thorwarth; FOTOGRAFIA: Torsten Breuer; MONTAGGIO: Ueli Christen; MUSICA: Heiko Maile; PRODUZIONE: Germania; ANNO: 2008; DURATA: 101 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.