Signorinaeffe PDF 
Andrea Bettinelli   

ImageDurante la crisi della Fiat del 1980 nasce l'amore tra un operaio (Sergio) e un'impiegata (Emma). Lui è un ruvido contestatore di origini umbre, vive di ideali, crede nella lotta sindacale ma rifiuta la violenza. Lei è figlia di un immigrato siciliano, ex operaio in pensione vissuto con il mito dell'azienda, ed è fidanzata con un dirigente (Silvio) che le offre la possibilità del salto sociale. La crisi aziendale si intreccia con quella delle storie private: tutti i personaggi sembrano prossimi a una svolta che non avviene, e la fine delle agitazioni operaie finisce per coincidere con la fine delle illusioni esistenziali, per cui Emma rinuncia alla relazione con Sergio e, sposando Silvio, porta a compimento il suo destino di donna borghese.

Il titolo del film allude a un documentario di Giovanna Boursier (La signorina Fiat) che ricostruisce l'esperienza di un'impiegata dell'azienda torinese dal 1961 al 1994,  anno in cui viene licenziata. Wilma Labate intende così ricollegarsi al filone del "cinema operaio", che vanta una tradizione illustre anche nel nostro paese: da I compagni di Mario Monicelli a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, da Delitto d'amore di Luigi Comencini fino a Il posto dell'anima di Riccardo Milani. Nella rivisitazione della Labate, tuttavia, agli ingredienti classici - presenza dei temi sindacali, rappresentazione della fabbrica e della cultura operaia, tensione ideologica e militante - si affiancano una dimensione melodrammatica (la storia d'amore), per altro tenuta a freno da uno stile narrativo molto sobrio, e un gusto per la ricostruzione storica, sottolineato dai frequenti inserti di documenti d'archivio, servizi televisivi d'epoca e ritagli di giornale, che permettono di ricostruire la dinamica dei 35 giorni di sciopero degli operai torinesi, culminata con la manifestazione dei colletti bianchi, gli scontri fuori dallo stabilimento, la cassa integrazione. Eppure l'interesse del film non risiede semplicemente negli aspetti storico-documentari: il cinema, anche quando sembra riferirsi al passato, intende parlare in ultima analisi del presente, come dimostra la scena finale del film, che rappresenta la condizione sociale di Emma e Sergio, lei signora borghese, agiata, alle prese con lo shopping, lui tassista.

La critica della prima ora, parlando di stile televisivo, schematico e didascalico, ha mostrato un'acredine forse eccessiva nei confronti di questa pellicola, ricorrendo a formulazioni che meriterebbero un maggiore approfondimento,. Occorre infatti dire che lo schematismo è un rischio implicito in questo genere di film, e non ne è alieno nemmeno quel Ken Loach che molti hanno pensato di opporre al film della Labate come esempio virtuoso di cinema operaio e militante. Mentre non è stato sufficientemente sottolineato quello che è forse l'aspetto più interessante di Signorinaeffe, vale a dire lo stretto legame tra pubblico e privato. Tra i due protagonisti si frappone un mondo, un complesso sistema di strutture sociali, familiari ed economiche che agiscono nel senso della separazione delle loro vite. Contrariamente a quanto lascerebbe prevedere il cliché televisivo a cui abbiamo accennato, il film ha una svolta assolutamente antiromantica: l'amore e il soggettivismo non bastano, il romanzo rimane - per citare il celebre saggio di Ezio Raimondi - "senza idillio". Gli autori mettono in scena l'ideologia e la sua deriva, il suo trasformarsi - sul finire degli anni Settanta - in ossessione pubblica capace di influenzare e di inquinare anche la vita privata e la dimensione intima degli individui, che sono a conti fatti vittime della propria epoca. Un senso di destino tragico collettivo che si trova anche, riferito al clima del terrorismo e applicato alle relazioni tra padri e figli, in Colpire al cuore di Gianni Amelio, non a caso ambientato nei primissimi anni Ottanta. Con la differenza che nel film della Labate la scansione tra storia pubblica e vicenda privata è più puntuale e la vicenda storica non fa semplicemente da sfondo, è un racconto esso stesso, strutturato a tappe e scandito dagli inserti documentari. Tra i pregi del film va infine annoverata la buona prova degli interpreti, Filippo Timi e Giorgio Colangeli su tutti.


TITOLO ORIGINALE: Signorinaeffe; REGIA: Wilma Labate; SCENEGGIATURA: Wilma Labate, Domenico Starnone, Carla Vangelista; FOTOGRAFIA: Fabio Zamarion; MONTAGGIO: Francesca Calvelli; MUSICA: Pasquale Catalano; PRODUZIONE: Italia; ANNO: 2007; DURATA: 95 min.

 


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