"Se faccio un film in Giappone non sarò accusato di fare un film per gli occidentali", dice Abbas Kiarostami parlando di Qualcuno da amare, sua ultima opera ambientata a Tokyo. Il film racconta la storia di Akiko (Rin Takanashi), una ragazza giapponese che per pagarsi l'università si prostituisce. Una sera viene costretta dal suo protettore ad andare a un appuntamento con Takashi (Tadashi Okuno), vecchio professore ottantenne alla ricerca di compagnia più che di una notte di sesso. L'uomo si affeziona alla ragazza e cerca di aiutarla a superare i suoi problemi con il fidanzato, Noriaki (Ryo Kase), possessivo, geloso e violento.
Qualcuno da amare ruota esclusivamente intorno alla relazione tra Akiko e Takashi, i quali, nonostante la differenza di età, entrano subito in sintonia. In primo luogo perché soffrono della stessa condizione esistenziale: la solitudine. Akiko non ha nessuno con cui parlare o confidarsi, e anche il fidanzato, per quanto sinceramente innamorato di lei, non l'ascolta che superficialmente, mettendo in discussione ogni sua parola e accusandola continuamente di mentire. Un appiglio per uscire da questa condizione di isolamento le viene dato all'inizio del film, quando potrebbe scegliere di incontrare la nonna e passare qualche ora con lei, mentre invece si lascia convincere ad andare dall'ennesimo cliente. Takashi ha perso la moglie e non gli rimane altro che il suo lavoro, si sente così solo da cercare la compagnia di una prostituta per scambiare qualche parola. Quando si incontrano la prima volta Akiko gli parla subito della sua infanzia, dei nonni e della sua vita a Tokyo, anche lei ha estremamente bisogno di qualcuno con cui parlare che sia protettivo nei suoi confronti e non la giudichi. A un certo punto del dialogo con Takashi si lamenta del fatto che tutti le dicono sempre che somiglia a qualcun altro, quasi a sottolineare la sua mancanza di identità e carattere. In effetti Akiko sembra sempre essere in balia di altre persone dalla volontà più forte, in particolare il suo protettore o il fidanzato. Mentre è sul taxi che la sta portando suo malgrado all'appuntamento con il professore, la ragazza chiede all'autista di fare un giro intorno alla stazione e lì intravede la nonna vicino a una statua, luogo in cui aveva detto che l'avrebbe aspettata, vorrebbe quasi fermarsi ma è come se una forza più grande di lei glielo impedisse. Anche da questo punto di vista il rapporto con Takashi rappresenta qualcosa di inedito e liberatorio: per una volta la ragazza può fare quello che si sente, decide di non mangiare la cena che lui le ha preparato e preferisce dormire.
In Qualcuno da amare Kiarostami predilige soprattutto i luoghi chiusi, uno spazio fondamentale è infatti l'automobile, dove avvengono molti dei dialoghi più importanti e i principali snodi narrativi del film. In una delle prime scene Akiko viene messa quasi a forza su un taxi da Hiroshi e, mentre sta andando a casa del professore ascolta i messaggi che la nonna, venuta a Tokyo appositamente per incontrarla, le ha lasciato sulla segreteria telefonica. La donna telefona più volte segnalandole i suoi spostamenti all'interno della stazione nella speranza che lei la raggiunga, una dialogo senza risposte nel quale veniamo a sapere molte cose sulla protagonista: Akiko viene dalla provincia e da quando è a Tokyo non ha più mantenuto legami con la sua famiglia, tutti sono preoccupati per lei e sospettano che stia facendo qualcosa di poco pulito. Sempre in automobile Takashi e Noriaki parlano a lungo di Akiko. Il ragazzo, credendolo il nonno della fidanzata, gli fa molte confidenze e gli parla delle sue preoccupazioni, del suo amore e della volontà di sposarla per poterla controllare e sottrarla alla vita che sta conducendo. Infine è nell'automobile di Takashi che avvengono molti dei confronti tra lui e Akiko. “Anch’io ero convinto di fare una storia giapponese, in un paese lontano ci si sente stranieri, diversi, in realtà scopriamo che non ci sono differenze, i sentimenti delle persone sono simili in tutto il mondo”, dice Kiarostami, sottolineando l'universalità delle situazioni messe in scena in Qualcuno da amare. Questa capacità di andare oltre il contesto specifico per farne la messa in scena di una condizione generale e adattabile a gran parte delle relazioni umane è, da un lato, il punto di forza del film, dall'altro, e allo stesso tempo, lo rende debole, tanto che spesso i lunghi dialoghi tra i personaggi (un esempio tra tutti è quello del primo incontro tra Akiko e il professore) appaiono forzati e dilatati in maniera meccanica.
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