Pare che gli americani ultimamente non navighino in acque felici in quanto a scrittura cinematografica. Anzi, ultimamente sembra che i risultati più interessanti arrivino dalla televisione piuttosto che dal cinema. E purtroppo The American, il nuovo film di Anton Corbjin, non sfugge a questo trend, difettando grandemente proprio per la sceneggiatura di Rowan Joffe, che trasuda di "già visto e sentito", senza riuscire a spiccare neppure per nostalgia o simpatia verso personaggi solitari e pieni di mistero come quello interpretato da George Clooney.
La figura del killer solitario che vuole porre fine al proprio lavoro ha il suo indubbio fascino letterario, ma il film tenta di giocare troppo sulla fascinazione ambigua del personaggio e della storia, sulla costruzione progressiva di un mosaico costellato da personaggi arcani che insinuano dubbi e presunte tensioni, false piste che si perdono inutilmente e s'inseriscono nella vicenda come corollari del percorso umano e riflessivo di un uomo che conosce bene la morte e che si ritrova addirittura a fare i conti con un prete con qualche peccato di gioventù da espiare e una prostituta in vena di redenzione per amore dell'Americano. Che poi mi si deve spiegare perché Clooney, pur essendo l'Americano per tutti quelli del paese, parli (e gli parlino) in un perfetto italiano … ma questa è la magia del cinema e del dono delle lingue di cui siamo tutti dotati sullo schermo di celluloide, mi si dirà.
Insomma, The American è un bel passo falso per un regista/fotografo come Corbjin, noto per essere autore di videoclip musicali e anche del film sulla vita (e sulla morte) di Ian Curtis dei Joy Division, raccontata con un bianco e nero pregevole e uno stile che in questo nuovo lavoro appare sprecato, sciupato da una vicenda con troppi aspetti retorici, in cui aleggia un imbarazzo narrativo che cresce con l'avanzare della storia. L'avventura italiana dell’accoppiata Corbjin/Clooney, davvero poco riuscita, dimostra una volta di più come il cinema americano, quando si ritrova a fare i conti con il Bel Paese, finisca col generare opere improbabili, anche a causa d'inserti attoriali che non sempre risultano azzeccati, come quello di Paolo Bonacelli, Filippo Timi e Violante Placido. Quest'ultima si aggiunge alla lunga schiera di attrici italiane impiegate spesso come figure di contorno dei divi d'oltreoceano, strette in ruoli insignificanti di comprimarie cui il cinema pare doverle relegare, con esiti non sempre all'altezza delle aspettative, vuoi per una concezione maschilista di fondo del cinema e vuoi per le non brillanti capacità recitative di alcune di loro.
TITOLO ORIGINALE: The American; REGIA: Anton Corbijn; SCENEGGIATURA: Rowan Joffe; FOTOGRAFIA: Martin Ruhe; MONTAGGIO: Andrew Hulme; MUSICA: Christine Bergren; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2010; DURATA: 103 min.
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