Volti PDF 
Maria Alessandra Cavisi   

Il matrimonio di Maria e Richard Frost è ormai in dirittura d’arrivo, appesantito dalle convenzioni non solo sociali, ma anche matrimoniali. Lui trova la felicità e la libertà interiore ed esteriore con la prostituta Jeannie, lei va in discoteca con le amiche, dove conosce il giovane e affascinante Chet.

Sulle orme di quello che fu il suo esordio, Ombre, Cassavetes gira una pellicola che più che un film, pare la vita reale. Questa volta però, anche se le tecniche utilizzate sono più o meno le stesse (attori lasciati liberi di interpretare, primi piani particolarissimi e molto intensi, colonna sonora interna al film e via dicendo), non c’è una completa assenza di canovaccio o sceneggiatura, dato che a differenza di Ombre, in Volti c’è un nucleo centrale dal quale si dipanano poi le varie vicende narrate. Se in Ombre i protagonisti venivano castrati nelle loro ambizioni da una società convenzionale e chiusa in sé stessa e pur anelando a migliorare le proprie condizioni si trovavano costretti a scendere a compromessi, in Volti i due protagonisti (il marito per primo, la moglie solo forse per spirito emulativo e di vendetta), cercano in tutti i modi di superare le barriere dettate dal luogo comune, dalla routine, dalla convenzionalità, cercando la libertà in una serata fuori, in una bevuta in compagnia o in uno scoppio di risa e di balli sfrenati.

L’austerità nella vita pubblica di Richard e, di riflesso, anche di Maria si contrappone quindi all’ilarità e all’estrosità che si cerca di raggiungere nella vita privata. Entrambi si sentono castrati e imprigionati nei loro ruoli, ma continuano a mantenerli proprio per convenzione, o forse soprattutto per abitudine. Sono lontani i tempi in cui dopo aver fatto l’amore, Richard raccontava barzellette e freddure alla sua Maria che rideva a squarciagola, sono lontani i tempi in cui facevano l’amore. Ora quando Richard torna a casa, Maria vuole solo andare al cinema o uscire o al massimo parlare della coppia di amici che si tradiscono e che non sono “felici” come loro. Ma Richard ha ormai assaporato uno scampolo di felicità e di libertà, dato che la sera prima ha conosciuto la giovane e affascinante Joanne, che gli ha regalato più di un sorriso e quindi è deciso a non tornare più indietro, anche se alla fine pare non essersi liberato del tutto della sua antica forma mentis.

Un marito che, dopo aver detto di non amare più sua moglie e dopo averlo egli stesso tradita, si meraviglia e rimane sconvolto dal tradimento di lei. Cosa vuol dire questo? Che nonostante si cerchi con tutte le proprie forze di superare gli ostacoli di una società castrante e spersonalizzante, alla fine non si fa altro che ricadere nella stessa trappola, ormai insita, in maniera quasi atavica, dentro ognuno di noi? Allo spettatore l’ardua sentenza...

Inutile rimarcare la straordinarietà dei messaggi che Cassavetes ha lanciato soprattutto con le sue prime pellicole dallo stampo quasi documentaristico e dalla natura indipendente, girate, montate, recitate e sceneggiate con molta fatica, ma soprattutto con molta passione che c’è e si vede tutta. 150 ore di pellicola poi tagliate, 4 anni di montaggio, una prima edizione di 220 minuti, tutto questo e altro è Volti, è John Cassavetes. Un regista che ha saputo “dare vita alla vita”, dirigendo con mano sicura e originale degli attori che parlano non solo con la bocca, ma con i loro corpi e soprattutto (come in questo caso) con i loro volti. Volti che esprimono, come suddetto, mondi interiori ed esteriori, volti che indugiano sul sorriso e soprattutto sul riso, ma che nascondo ben più profonde ferite, volti che desiderano liberarsi dalla gabbia dei loro ruoli prefabbricati e precostituiti e che ci provano in vari modi senza forse mai riuscirci veramente: con l’alcool, con il ballo, con il tradimento. Situazioni vissute quasi in tempo reale, che si protraggono per tempi che appaiono quasi infiniti ma che esplicano in maniera esemplare il messaggio insito nei vari atteggiamenti e comportamenti di ciascun personaggio che fa la sua comparsa davanti alla telecamera/occhio scrutatore della realtà di Cassavetes.

 


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