Hysteria PDF 
Eva Maria Ricciuti   

Mettendo insieme un tema potenzialmente hot e due bellissimi protagonisti dai cui scambi di sguardi scoccano scintille ormonali che prospettano tempeste sensoriali, normalmente ci si aspetterebbe una pellicola di grande richiamo mediatico e dal sicuro successo “commerciale” (vedi Original Sign, Mr and Mrs Smith, The Tourist e via discorrendo). E invece Tanya Wexler, ancora poco nota regista statunitense, ne tira fuori Hysteria, una pellicola partita in sordina ed esplosa all’ultimo Festival del Cinema di Roma. Brillante e leggero affresco della società inglese di fine Ottocento, in bilico tra pruderie vittoriana e licenziosità, con uno humor deliziosamente british e uno script frizzante e mai volgare - rarità preziosa!-, Hysteria traspone in pellicola una vicenda che è, come dichiarato già dai titoli di testa, mutuata dal reale e racconta come sia nato l’oggetto “terapeutico” poi evolutosi in uno dei più chiacchierati e diffusi sex toys della storia del costume sessuale femminile: il vibratore.

La Wexler, in Hysteria, con mano sapiente e aiutata da una ricostruzione pressoché perfetta di ambienti e costumi, ci trasporta in quella Londra vittoriana nella quale la metà della popolazione femminile era considerata “affetta da isteria”, una vera e propria patologia clinica che nella nebulosa della psichiatria ottocentesca era considerata una forma di nevrosi tipica delle donne, caratterizzata da eccitabilità, irritabilità, ansia, malinconia, ninfomania, depressione e angoscia, e la cui cura medica consisteva nella “manipolazione” delle parti intime delle pazienti, sino al raggiungimento del parossismo. La pellicola affronta l’argomento in chiave umoristica partendo dall’incontro/scontro tra un giovane medico in crisi (Joseph Mortimer Granville, interpretato da Hugh Dancy), uno dei migliori specialisti di medicina femminile della città (il dottor Dalrymple, cui presta il volto un Jonathan Pryce in grande spolvero) e le di lui figlie, la pudica e sottomessa Emily (Felicity Jones) e la progressista Charlotte (Maggie Gyllenhaal), convinta che la diagnosi di isteria fosse l’unica giustificazione che l’ottuso universo maschile e maschilista dell’epoca riusciva a trovare per razionalizzare i comportamenti considerati dissennati di donne dai sani e sacrosanti appetiti sessuali, all’epoca forzatamente repressi.

Dal connubio tra le teorie del giovane dottor Granville, la pratica della manipolazione manuale del dottor Dalrymple e lo zampino di un brillante inventore amico del primo, Lord Edmund St. John-Smythe (meravigliosamente interpretato da Rupert Everett), nasce l’intuizione che cambiò i costumi sessuali di un’epoca: il parossismatore. Il registro della commedia ben si sposa con il tema affrontato, regalando esempi mirabili di dialoghi giocati sui doppi sensi e sull’equivoco, in bilico tra il detto e l’intuito. Maestri del genere si dimostrano il già consolidato Everett, che presta il suo volto all’amico inventore, i cui guizzi istrionici reggono prepotentemente la scena per tutta la parte centrale della pellicola, e una splendida Maggie Gyllenhaal, imperfetta paladina della libertà dei costumi e del libero pensiero, protagonista femminile della storia d’amore ad happy end che s’intreccia con la trama principale, costituendone una romantica parentesi. Brillanti anche le interpretazioni di Pryce e Dancy, bravissimi nell’interpretare i ruoli di maestro e apprendista, prima complici e poi acerrimi nemici. Il ritmo serrato dei dialoghi e le sequenze giocate sul gioco di sguardi tra gli attori del cast fanno di Hysteria un piccolo gioiello della commedia british, che ricorda a tratti Quattro matrimoni e un funerale e L’erba di Grace, ma che tuttavia non ne possiede la disincantata universalità. Perché, sebbene la Wexler sia dotata di un bel tocco e la trama sia di respiro sufficientemente ampio, manca a questa pellicola il dono della a-temporalità. Difficilmente, infatti, la vicenda si può pensare avulsa dal contesto in cui la vediamo calata, con l'inevitabile conseguenza che il suo potere finisce per esaurirsi nei poco più di 90 minuti di proiezione. Ma è un grande potere che regala il sorriso e un tempo lieto.

Titolo originale: Hysteria; Regia: Tanya Wexler; Sceneggiatura: Jonah Lisa Dyer, Stephen Dyer; Fotografia: Sean Bobbitt; Montaggio: Billy A. Campbell, Jon Gregory; Scenografia: Sophie Becher; Costumi: Nic Ede; Musiche: Christian Henson, Gast Waltzing; Produzione: Informant Media, Forthcoming Productions, Beachfront Films, Chimera Films LLC, by alternative pictures, Delux Productions, arte France Cinéma, Tatfilm, Silver Reel, Lankn Media, The UK Film & TV Production Company PLC, Film Fund Luxembourg, WDR/Arte; Distribuzione: BIM; Durata: 93 min.; Origine: Gran Bretagna/Francia/Germania/Lussemburgo, 2011

 


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