Ci sono voluti 364.571.508 dollari incassati in tutto il mondo e una candidatura all’Oscar 2013 prima che il Belpaese riconoscesse la giusta credibilità ad Olivier Nakache ed Eric Toledano. Tellement proches è infatti uscito in Francia ben tre anni fa, ma solo il successo di Intouchable (Quasi amici) ha spinto le case di distribuzione italiane a cavalcare l’onda del successo, per riproporre questa opera antecedente con un titolo fin troppo ammiccante (Troppo amici). Poco importa. Alla fine della fiera Alain (Vincent Elbaz) e Nathalie (Isabelle Carré ) si ritrovano sul grande schermo, alle prese con un matrimonio sul filo del rasoio, un figlio iperattivo e una famiglia appiccicosa quanto “una cozza ad uno scoglio”.
È così che, con un budget lungi dall’essere quello di un blockbuster, i due registi d’Oltralpe hanno costruito una commedia corretta e intelligente, dove le gag si alternano all’assurdo, proiettando le spettatore in un’atmosfera a dir poco teatrale. C’è la Francia multietnica, eppur razzista, che non riesce a convincersi delle competenze mediche di Omar Sy (esilarante protagonista di Quasi amici); c’è la sorella in perenne lotta con l’orologio biologico, affamata di maternità al punto da “prendere in prestito” un bimbo a caso, al supermercato; c’è la moglie borghese del fratello avvocato (squattrinato), che pur di mandare la figlia prodigio alla scuola ebraica si converte all’ebraismo, pretendendo che i parenti facciano altrettanto. E poi c’è la coppia che non ha voglia di crescere, ma che è costretta a diventare adulta per il bene della prole; il bilancio sempre amaro dei fallimenti e il legame familiare che diventa piano piano amicale, nonostante i presupposti non eccellenti. Una serie di episodi più o meno probabili portano la rosa dei personaggi ad acquisire con leggerezza una sostanziale maturità, in un climax di chiassose situazioni che conducono lo spettatore verso un finale più profondo, in cui l’allegria sgomita con la commozione e il rapporto tra genitori e figli trova finalmente il proprio equilibrio.
Troppo amici è dunque il ritratto impietoso di tante famiglie moderne, fotografate sullo sfondo dei loro clichè senza voler a tutti i costi farne condanna. In questo senso, la commedia funziona più del dramma, poiché ogni antieroe diventa a modo suo speciale, quando portato ad interagire con le persone a lui care. Così, mentre il cinema italiano arriva al suo pubblico a colpi di pugni nello stomaco, quello francese sposa ancora una volta l’eccesso, mettendo la vita reale sotto un riflettore e preferendo il gioco alle lezioni di retorica.
Titolo originale: Tellement proches; Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano; Sceneggiatura: Olivier Nakache, Eric Toledano; Fotografia: Rémy Chevrin; Montaggio: Dorian Rigal-Ansous; Scenografia: Hervé Gallet; Costumi: Caroline de Vivaise; Musiche: Frédéric Talgorn; Produzione: Quad Productions, Studio 37, Mars Distribution, TF1 Films Production, Canal+, CinéCinéma, Cinémage 3; Distribuzione: Moviemax; Durata: 102 min.; Origine: Francia, 2009
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