Milano Film Festival 2002 - Incontro con Beniamino Saibene condirettore del festival PDF 
di Luca Gricinella   

In questo periodo in cui si dibatte sulla funzione e lo stato di salute dei festival cinematografici, in particolare di quello di Venezia, la prima peculiarità del Milano Film Festival, ciò che lo differenzia da altri eventi simili, quanto meno italiani, sembra essere la giovane età dei registi. È così?

La nostra ricerca, indirizzata verso linguaggi nuovi, è attuata più che altro tra cineasti giovani, ma non ci poniamo dei limiti, quindi se ci interessano dei film di registi quarantenni o cinquantenni, come è accaduto in tre casi per quest'ultima edizione, li prendiamo naturalmente in considerazione. Siamo sei selezionatori fissi, sei persone che si conoscono da tanti anni, ognuno con i suoi gusti e il suo punto di vista; partiamo da milleduecento film per arrivare a una selezione finale di cinquanta, e il primo criterio di valutazione riguarda comunque la qualità. Il nostro lavoro di ricerca va avanti durante tutto l'anno per poi concentrarsi nei quattro mesi che precedono il concorso: il bando ufficiale uscirà in gennaio, ma da subito siamo alla ricerca di nuove opere. Contattiamo registi che stanno ancora lavorando al proprio film, scuole di cinema, cerchiamo di far arrivare la nostra locandina nei locali che hanno un'attività culturale, piazziamo il banner del festival anche sui siti web di arte o politica per esempio; non ci interessa rivolgerci ad altri festival per scegliere il meglio dalla loro selezione, come spesso accade, vogliamo evitare che gli stessi film ricircolino, almeno qui in Italia.

Perché avete scelto di inserire nella stessa competizione cortometraggi di fiction, videoarte, animazione, e docu-fiction?

La maggior parte dei festival presenta delle categorie, a noi piuttosto interessa lasciare una totale libertà di espressione ai registi che vogliono partecipare a questo concorso; un discorso che ci consente anche di coinvolgere più spettatori, sicuramente a priori meno stimolati ad assistere a una rassegna di soli documentari, per esempio. Anche per questo motivo la giuria dei cortometraggi è sempre composta da un gruppo di persone che si conoscono, magari perché già lavorano insieme: partiamo dal presupposto che un gruppo affiatato abbia più facilità a dover valutare opere così diverse tra loro.

In un paragrafo del catalogo del festival si legge: "[...] Avremmo volentieri organizzato una rassegna di film sulla situazione politica italiana, sui movimenti di estrema destra, sulle guerre inventate ad hoc, sui pericolosi patriottismi sbandierati da politici incauti o in malafede, sulle semplificazioni che portano a temere qualunque cosa o persona si discosti dai parametri indicati...". Durante la cerimonia di chiusura e premiazione hai detto che il Milano Film Festival è apolitico ma, già dalla scelta del premio Aprile assegnato da voi selezionatori a La discussione, passando per ciò che si legge sul catalogo non sembra proprio così. Magari apartitico sì, ma la politica sembra presente nel vostro festival.

Il Milano Film Festival probabilmente è il più politico tra i festival esistenti, nel senso lato della politica... non ci interessano gli schieramenti, e penso sia difficile classificarci. La discussione è un film che riassume bene la confusione creata dall'informazione sul G8 di Genova e il Movimento: il bombardamento di notizie contrastanti non ha sicuramente contribuito a far cambiare idee né a chiarirle. Tra i film italiani visionati quello di Francesco Villa, tra l'altro, è l'unico in cui c'è voglia di parlare di quello che accade oggi. Abbiamo anche tentato di presentare una rassegna sul tema dell'estrema destra in Europa, e a parte un documentario molto interessante come Latina/Littoria, già presente alla scorsa edizione del Torino Film Festival, non abbiamo trovato altro.

Un primo bilancio della settima edizione del festival?

Le presenze, tra paganti e accreditati, quest'anno sono state quattordicimila. Abbiamo riempito il Piccolo Teatro per dieci sere, adesso cercheremo di analizzare quello che è successo e vedremo se ci saranno concessi ancora fondi dal Comune.

 


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