Les neiges du Kilimandjaro è l'ultimo film del regista marsigliese Robert Guédiguian (presentato al Festival di Cannes 2011 nella sezione Un Certain Regard), che, nonostante il titolo, non ha niente a che vedere con il racconto di Hemingway, ma si ispira al poema Les pauvres gens di Victor Hugo.
Michel (Jean Pierre Darroussin), sindacalista ideale che rifiuta i privilegi e ha passato tutta una vita a lottare con i suoi compagni, scopre amaramente la distanza che separa la sua generazione da quella dei colleghi più giovani. La perdita di ideali di una gioventù affetta dalla patologia cronica del precariato lo lascia letteralmente sgomento. Michel e la sua famiglia saranno infatti vittime di una rapina organizzata proprio da un ragazzo licenziato insieme a Michel, un compagno, secondo il suo modo di vedere le cose. Il punto di vista del rapinatore, praticamente in miseria e con due fratelli piccoli a carico, è altrettanto interessante perché vede in Michel nient'altro che un borghese, poco importa se la tranquillità economica è stata raggiunta a caro prezzo: "quelli come voi hanno le carte di credito", dice. Il concetto di riappropriazione proletaria giunge dunque ad una deriva nichilista e la lotta di classe diventa intestina.
Il cinema di Robert Guédiguian si può definire senza troppi indugi un cinema politico. Tuttavia, per certi versi, non riflette formalmente i principi etici e morali che ne animano i contenuti, rifiutando la drammaticità del realismo sociale e prediligendo, piuttosto, un registro ludico. "La mia volontà è fare un cinema popolare e penso che la chiave per farlo risieda nella qualità del racconto, nella narrazione che dev'essere fluida ma deve avere anche colpi di scena, delle sorprese. Il cinema deve essere spettacolare se vuole essere sentito e visto e penso che per fare un cinema politico come piace fare a me bisogna fare un cinema popolare". A detta dello stesso regista "il film vuole trattare le diverse categorie che ci sono nel mondo operaio", e Guédiguian punta a una riconciliazione non solo a livello generazionale ma anche a livello strutturale, contrastando determinate scelte governative che hanno favorito il gap e lo scontro tra i lavoratori. Il patto di solidarietà sociale, annichilito dalla crisi economica globale, da un lato, e dall'individualismo insito nel radical-liberismo dall'altro, si pone come alternativa unica all'egoismo etico ed economico del capitalismo: "questo inseguimento del successo individuale come unico modello è una cosa che occorre condannare perché secondo me una società può avere successo soltanto se si intende come una collettività e la felicità può essere solo collettiva. Io non posso essere felice se il mio vicino non lo è...". L'istituzione familiare, concepita dunque come microcosmo aperto e solidale, sembra essere l'unico antidoto all'oblio di una vera coscienza di classe. Proprio come nel poema di Victor Hugo: Ouvrons aux deux enfants. Nous les mêlerons tous, Cela nous grimpera le soir sur les genoux. Ils vivront, ils seront frère et soeur des cinq autres.
TITOLO ORIGINALE: Les Neiges du Kilimandjaro; REGIA: Robert Guédiguian; SCENEGGIATURA: Robert Guédiguian, Jean-Louis Milesi; FOTOGRAFIA: Pierre Milon; MONTAGGIO: Bernard Sasia; PRODUZIONE: Francia; ANNO: 2011; DURATA: 107 min.
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