Away from Her - Lontano da lei PDF 
Viviana Eramo   

ImageDebutto alla regia dell’attrice quasi trentenne Sarah Polley (protagonista fra i tanti de La vita segreta delle parole di Coixet e di Non bussare alla mia porta di Wenders), Away from Her fa guadagnare all’intramontabile Julie Christie un Golden Globe e una nuova candidatura all’Oscar, vinto invece dalla nuova promessa Marion Cotillard. Il film, tratto dal racconto di Alice Munro The Bear Came over the Mountain e adattato per lo schermo dalla stessa Polley, è la storia di una coppia di anziani signori canadesi che dopo quarantaquattro anni di matrimonio si ritrovano ad affrontare uno dei mali più terribili del nostro secolo. Tutto inizia con una padella lavata e asciugata riposta nel freezer, sintomo eloquente di uno stato confusionale che porterà la nostra protagonista a ricoverarsi in una casa di cura. Il marito Grant (Gordon Pinsent) la guarderà mettersi l’ultimo rossetto, farà l’amore con lei per l'ultima volta e, chiusa la porta della camera al primo piano dell’ospizio di lusso, perderà sua moglie Fiona (la Christie) per sempre, o almeno la Fiona che è stata fino a quel momento. Dopo un mese, durante il quale non sono permesse visite, il marito la va a trovare, ma Fiona non lo riconosce più, tutta intenta invece a prendersi cura di un altro paziente della clinica, di cui si è innamorata.

Più che un film sull’alzheimer Away from Her è un film sulla memoria. La memoria individuale, patrimonio inestimabile dell’uomo e della sua esistenza, che necessariamente si esprime nel tempo e nello spazio. La memoria di una storia d’amore che subisce e insegue il vissuto umano. E, per sineddoche, la memoria collettiva, quella dell’umanità nel senso più generale. Fiona è persa, "sta scomparendo", perchè non ricorda i nomi delle cose, il suo passato recente, ha dimenticato il viso del marito, e persino di avercelo un marito. Parallelamente, Grant ha solo la memoria a cui aggrapparsi, visto che il presente è diventato così arido. Attraverso i flashback intuiamo che quella di Fiona e Grant è stata una meravigliosa storia d’amore, pur non senza difficoltà. Il film articola in chiave intimista il dramma della perdita d’identità, che domina praticamente tutto il cinema del postmoderno, senza distinzione di generi, dal western alla fantascienza al dramma. Siamo quello che ricordiamo. La scena nella quale la malata Fiona guarda i notiziari in tv e commenta ("Come hanno potuto dimenticare il Vietnam?") radiografa in un attimo quarantacinque anni di storia internazionale, e per bocca di una "smemorata" per giunta. Come a dire che tutti abbiamo perso la memoria in un’alienazione della Storia che non può che lasciare amaramente sorpresi. Grant non si arrende e continua ad amare sua moglie, anche quando cade in depressione in seguito alla partenza di Aubrey (Michael Murphy), il suo nuovo amore. E se non basta leggerle Lettere dall’Islanda e andarla a trovare tutti i giorni, allora è arrivato il momento di fare un gesto estremo. Le riporterà il suo amato mettendo da parte l’orgoglio in nome dell’amore. Ma Grant dimentica che il suo modo "normale" di pensare e ricordare non è più quello di sua moglie.

Sorprendente che una regista così giovane affronti, al suo debutto, una storia di senilità e malattia. Ma di certo Sarah Polley non aveva mai "peccato di leggerezza", fin dal 1997, quando Atom Egoyan, qui nelle vesti di produttore, la diresse in Il dolce domani. Meravigliosa l’interpretazione di Julie Christie, capace di donare alla protagonista quel suo sguardo ceruleo pieno di vitalità e autoironia, indenne dal vacuo timore per le rughe che avanzano. La regia è misurata, equilibrata, fatta di lentissime carrellate (ottiche) in avanti, di movimenti che si avvicinano silenti ai soggetti. Eppure rimane la sensazione che una regia più incisiva, con più ritmo, forse più "personale", avrebbe dato a questo film quello di cui sembra mancare. Di certo, comunque, un debutto che promette bene.

TITOLO ORIGINALE: Away from Her; REGIA: Sarah Polley; SCENEGGIATURA: Sarah Polley; FOTOGRAFIA: Luc Monpellier; MONTAGGIO: David Wharnsby; MUSICA: Jonathan Goldsmith; PRODUZIONE: Canada; ANNO: 2006; DURATA: 110 min.

 


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