Rachel sta per sposarsi PDF 
Eva Maria Ricciuti   

Mancano pochi giorni, la grande casa di famiglia lentamente si popola di una seria infinita e variegatissima di operosi individui assorbiti dai preparativi. Sono tanti amici e qualche parente, e in perfetta armonia lavorano per rendere speciale l’evento, perché l’unione di Rachel e Sidney diventi un momento indimenticabile. Eh sì, perché Rachel Buchmann sta per sposarsi. E perché tutto sia perfetto manca solo che l’amata sorella minore faccia finalmente ritorno a casa. E Kymberli Buchmann sta per arrivare. E perché tutto sia perfetto Paul è andato a prenderla per riportarla in famiglia. Eh sì, la problematica piccola Buchmann, alla sua prima uscita dopo nove mesi trascorsi in una rehab a disintossicarsi da alcol e droga, sta per arrivare, e con lei farà irruzione nella serenità dei preparativi la verità di una vita familiare difficile, una storia fatta di sofferenze e moti dell’animo segreti, taciuti per anni e pronti ad esplodere, innescati dalla ipersensibilità della caustica Kym. Un mix esplosivo di fragilità e sarcasmo, senso di colpa, voglia di riscatto e pedissequa osservanza delle regole della riabilitazione che daranno vita a episodi al limite del surreale, drammatici eppure carichi di comicità, insopportabili perché tanto più simili al reale quanto irrisolti e irrisolvibili. E tra loro, e con loro, Paul, padre affettuoso e devoto, premuroso al limite del sopportabile, sereno in apparenza ma straziato da un evento che ha irrimediabilmente segnato la vita della sua famiglia, tanto più terribile quanto prevedibile nel suo drammatico epilogo.

Da Indovina chi viene a cena a Il padre della sposa, i preparativi per le nozze sono stati uno degli argomenti preferiti di Hollywood, con abiti bianchi e veli vaporosi, e chili di panna montata, e strani individui che si aggirano per le case disponendo di mobili, e ospiti, e le tensioni per il dove e il quando del taglio della torta, e tutta une serie di futili argomenti che assumono importanza vitale. Ma Demme non è Hollywood e i suoi preparativi assumono un nuovo significato. Non nuovo nel senso di innovativo, giacchè nulla è innovativo in Rachel sta per sposarsi, né nei mezzi impiegati, né nella struttura della vicenda,  ma nuovo nel senso di inesplorato. Il film, infatti, ci offre uno dei rari esempi in cui l’evento che universalmente è considerato il “più speciale della vita”, il matrimonio, si trasforma in occasione di confronto fra personaggi complessi, i cui conflitti interiori esplodono inesorabilmente dopo anni di implosioni silenziose, riuscendo tuttavia a non perdere la sua configurazione di evento indimenticabile. Camera a mano, improvvisazione (persino musicale), luce naturale, presa diretta, sono gli elementi chiave della pellicola di Demme, così come i dialoghi aspri, un lessico naturalmente crudo e una sceneggiatura delineata ma non obbligata – un mirabile esempio di narrazione aperta al contributo degli interpreti –, sono le chiavi di volta della storia della giovane Jenny Lumet. L’insieme, la commistione di questi elementi definiti eppure mobili, definibili in divenire potremmo dire, hanno dato vita, sotto la sapiente guida un di Jonathan Demme in forma smagliante, a Rachel sta per sposarsi, una pellicola estremamente realistica che fonde in modo geniale l’instabilità emotiva dei personaggi con la resa tecnico/visiva attraverso il mezzo filmico (camera a mano, come se le riprese fossero eseguite da un invitato curioso, una sorta di backstage del matrimonio), l’atmosfera musicale (per gran parte assolutamente improvvisata, legata a ciò che i musicisti sentivano durante le riprese partecipando in quel momento alla vicenda che si svolgeva sotto i loro occhi) e l'interpretazione degli attori, volutamente liberi di improvvisare e assolutamente ignari di dove fosse posizionata la m.d.p. durante le riprese.

Considerevole, infatti, è stato il contributo offerto dal cast, attori di comprovato talento che molto ci hanno regalato, grazie alla loro straordinaria sensibilità di artisti, contribuendo in modo decisivo a creare quell’impressione di estrema naturalezza che è la cifra stilistica di Demme in generale, e di Rachel sta per sposarsi in particolar modo. Prodigiosa l’interpretazione di Anne Hathaway, che ci regala i brividi di labbra screpolate e colme di pianto, e il tremore di due dita che reggono un sigaretta che sembra lunghissima, ultimo baluardo dietro cui nascondere le ossessioni autolesioniste della tormentata Kym, segnata da attimi di straordinaria lucidità e di eloquio sarcastico e straordinariamente ironico che improvvisamente precipita nel buio del dolore che la strazia. Ottima l’interpretazione di Bill Irwin, padre innamorato delle figlie, che semplicemente e verosimilmente sceglie di proteggere la più fragile delle due, innescando nell’altra un sentimento di gelosia e una sofferenza tale da esplodere in episodi controllati e nascosti di bulimia, che lui non è in grado di capire né di vedere, e di cui non conosce, e anzi persino nega, l’esistenza. Delicata e sensibile l’interpretazione di Rosemarie DeWitt, splendido ritratto di donna forte e sofferente, figlia devota e innamorata del padre, segnata dalla “problematica” coesistenza con una sorella bellissima e dannata che la eclissa non solo fisicamente, ma persino nella sofferenza, e che trova la serenità a fianco dell’uomo che sta per sposare. Un uomo taciturno e sensibile, un musicista che fa il suo ingresso in questa famiglia in cui tutto all’apparenza è moderato e contenuto, ma che nasconde dolori e ferite mai sanate.

Infine, indimenticabile il cameo di Debra Winger, madre che di fronte alle difficoltà che la vita le pone di fronte, fugge e ricostruisce la sua vita lontana da tutti, tanto lontana da non voler condividere i preparativi, tanto lontana da dover partire il giorno successivo all’evento. E intorno a loro una comunità multietnica e multiculturale di amici che condividono lo spazio della grande casa facendo sentire la loro rumorosa e festosa presenza, ma che non riescono a condividere, se non epidermicamente, i conflitti che agitano i Buchmann, creando tra loro e la vita esterna una sorta di camera d’aria fatta di musica improvvisata, e risate, e grandi tendoni che si alzano al centro del giardino per raccogliere gli ospiti in una esplosione di vita e colori, e che poi si abbassano, in una mattina grigia fatta di mal di testa e stordimento dei sensi, per riportare l’ordine e la normalità dopo la partenza di Kym. E, in mezzo, l’arte di Jonathan Demme.  

TITOLO ORIGINALE: Rachel Getting Married; REGIA: Jonathan Demme; SCENEGGIATURA: Jenny Lumet; FOTOGRAFIA: Declan Quinn; MONTAGGIO: Tim Squyres; MUSICA: Donald Harrison Jr., Zafer Tawil; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2008; DURATA: 116 min.

 


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