Se il 2012 sembra parlare francese - The Artist, Piccole bugie tra amici, Polisse, 17 ragazze -, il 2011 è stato invece un anno d'oro per la cara, vecchia Inghilterra. A partire dal piccolo schermo, con l’exploit del rivoluzionario Misfits, uno dei serial più interessanti delle ultime stagioni televisive, cui sono seguiti il trionfo de Il discorso del re alla notte degli Oscar - per la verità un film assolutamente dimenticabile -, la riscoperta in terra italiana di This is England e l’attesa sempre più fervente per il nuovo Batman firmato Nolan.
Eppure, le meraviglie nate sotto la Union Jack non sono finite, perché dal cilindro di Joe Cornish salta fuori quasi a sorpresa questo piccolo, spassosissimo gioiellino, pronto ad allietare l’inizio della nostra estate, pur se distribuito con un ritardo a dir poco clamoroso rispetto al resto del mondo: un mix assolutamente azzeccato di sci-fi, humour in pieno stile Edgar Wright - giustificato anche dalla presenza di Nick Frost nel cast -, un po’ di sana violenza ed effetti speciali semplici ma efficaci, in grado di convincere i palati fini delle sale d’essai e, contemporaneamente, le buone forchette da b-movies, complici di alcune tra le creature cinematografiche più interessanti che mi sia capitato di incontrare negli ultimi anni, insieme a Christopher, il gamberone di District 9, e il mostro distruttore del Cloverfield di Matt Reeves. Gli invasori ciechi e dai denti fluorescenti di questo intelligentissimo Attack the Block, un pò Stitch ed un po’ Critters, catturano l’attenzione dello spettatore fin dalla prima apparizione, guadagnandosi la scena quasi quanto i giovani protagonisti del film e offrendo, oltre a un sano intrattenimento, anche qualche riflessione seria e poco scontata - l’azione dei feromoni dell’alieno femmina come traino della furia cieca delle orde dei maschi è clamorosamente associabile alla condizione media di noi terrestri -, da affiancare al tema caldo delle periferie su cui, negli ultimi anni, dalla Francia all’Inghilterra, si è spesso dibattuto (e il richiamo a L’odio, con lo splendido pezzo Assassin de la police di Cut Killer e Ntm, è un gentile omaggio).
Una rivincita dei “blocks” che pesca a piene mani da un immaginario sicuramente noto (non è difficile riconoscere nei suoi giovani e sbandati protagonisti una sorta di nucleo di fratellini minori degli indimenticabili condannati ai lavori socialmente utili del già citato Misfits), ma che riesce a ritagliarsi una sua identità, fotografando una realtà spesso e volentieri spiacevole e trasformandola in una riflessione celata dall’entertainment puro e semplice. L’affermazione finale di Moses, acclamato dalla folla come una sorta di salvatore, ha il sapore di una chance di riscatto data a tutti i figli del “fino a qui tutto bene”. Il tutto senza mai dimenticare quanto può essere utile sapersi prendere in giro - i personaggi di Ron e Brewis ne sono un esempio lampante -, giocare con i propri mostri e non dimenticarsi mai da dove si viene. Una cosa che qui da noi, ultimamente, pare essersi persa. E, allora, non ci resta che sperare in una bella, sanguinosa, adrenalinica invasione aliena.
Titolo originale: Attack the Block; Regia: Joe Cornish; Sceneggiatura: Joe Cornish; Fotografia: Thomas Townend; Montaggio: Jonathan Amos; Scenografia: Marcus Rowland; Costumi: Rosa Dias; Musiche: Steven Price; Produzione: Studio Canal, Film4, UK Film Council, Big Talk Productions; Distribuzione: Filmauro; Durata: 88 min.; Origine: Gran Bretagna/Francia, 2011
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