Io, Robot PDF 
di Maurizio Ermisino   

Robot, replicanti e mutanti popolano da anni le storie di fantascienza. Ma a furia di rappresentarli, i film di fantascienza stanno diventando ormai loro stessi replicanti e mutanti, debitori dei film archetipi del genere come 2001: Odissea nello spazio, Blade Runner, Matrix. Non sfugge a questa tendenza neanche Io, Robot, ispirato ai racconti di Asimov.

Io, Robot è un film replicante, perché ripete molti elementi di altri film, come si capisce dalla storia: Del Spooner (Will Smith) è un detective "robofobico" (come gli uomini alla "Fiera della Carne" in A.I. Intelligenza artificiale di Spielberg), che si trova ad indagare sulla morte di uno scienziato che lavora per la U.S. Robotics, multinazionale che ha il monopolio della produzione dei robot, e che ricorda molto la Tyrell Corporation di Blade Runner. Il sospettato è un robot, apparentemente uguale agli altri. Ma durante l'interrogatorio sembra provare rabbia. Sì, un sentimento, come li provava il bambino artificiale di A.I. Siamo a Chicago, nel 2035, e i robot hanno sostituito l'uomo nei lavori più pesanti, come domestici, baristi, e così via. I robot di Asimov non sono ancora gli androidi (o cyborg) antropomorfi di Blade Runner e Terminator, ma creature metalliche e snelle, simili alla donna robot di Metropolis o al C3P8 di Guerre stellari (ma ispirati anche all'estetica dei Macintosh), o a quelli dell'episodio Il secondo rinascimento di Animatrix, corto di animazione che faceva da prequel al film, e in cui c'era proprio un robot accusato di omicidio. E visti gli sviluppi della vicenda, di cui non diciamo di più, anche questo film potrebbe essere un "prequel" ideale di Matrix e Terminator, dove le macchine si erano già impadronite del mondo.

Ma Io, Robot, come detto, è anche un film "mutante", cioè un ibrido tra la fantascienza "adulta" (quella tratta da Dick, Aldiss, Asimov) e un classico "Will-movie", cioè l'action movie con Smith protagonista da 4 luglio americano (Indipendence Day, Men In Black ecc.), in cui il nostro eroe deve per forza essere una sorta di Fonzie di colore, tutto battute, smorfie e gesti "cool". E su battute pessime e dialoghi di una banalità sconcertante si basa, almeno per tre quarti, il film. La sceneggiatura e uno Smith piacione non permettono di dare al protagonista quell'aria da noir che aveva il Deckard di Harrison Ford in Blade Runner, e che sarebbe stata adatta ad un film del genere. Così come l'atmosfera è piuttosto patinata, piatta e fasulla per i troppi effetti creati al computer.

Il film si risolleva nell'ultima parte, anche se forse è troppo tardi. L'evoluzione delle leggi della robotica (sintetizzabili nel principio "non nuocere all'uomo") per giustificare una dittatura riporta il discorso all'evoluzione dell'intelligenza artificiale iniziato da Kubrick nel suo 2001: Odissea nello spazio. Le macchine nascono per servire l'uomo, ma possono decidere di ribellarsi (2001), di asservire l'uomo a sé per sfruttarlo (Matrix) oppure per proteggerlo, come suggerisce il sottofinale di questo Io, Robot, con tanto di discorso morale sull'incapacità degli umani di conservare la propria razza, come faceva l'agente Smith a Morpheus suo prigioniero nel primo Matrix. E proprio a Matrix (il primo) sembra essersi fermata la fantascienza: è stato l'ultimo film in grado di coniugare una filosofia ed un'estetica originale. O al massimo può essersi fermata ai due Spielberg fantascientifici, A.I. e Minority Report. Quest'ultimo però tendeva già a coniugare i temi di Philip K. Dick con la tendenza a creare un prodotto commerciale, e con un massiccio product placement, la pubblicità per nulla occulta, qui talmente presente da infastidire (e da far concorrenza agli ultimi 007).

La nuova fantascienza sembra generare solo brutte copie di Minority Report (vedi anche Paycheck), ma senza la fantasia e il senso narrativo di Spielberg. Anche Alex Proyas sembra avere qui le mani legate, e non riesce a ricreare le atmosfere dark del gotico Il Corvo e del dickiano Dark City (ispirato a Tempo fuori luogo).

Restano impresse le immagini apocalittiche, come le scene di massa dei robot in rivolta, sotto il ponte distrutto su un lago Michigan coperto dalla sabbia, come la Statua della Libertà ne Il pianeta delle scimmie. Sì, ma anche questo era un altro film. Già visto.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.