Ho affittato un killer: ai margini di Londra (ciao Joe Strummer) - Aki Kaurismäki PDF 
di Luca Gricinella   

Cantieri, aree dismesse, interni trasandati, sotterranei fumosi, baracche, pub di periferia che non riuscirebbero a sopravvivere altrove, cimiteri sepolti da vegetazione incolta sfruttati per sfuggire a polizia e malavita: siamo a Londra, fine anni Ottanta inizio Novanta. Henri Boulanger (Jean-Pierre Léaud) in poco più di un minuto diventa disoccupato, innanzi tutto perché straniero, inoltre perché, dopo quindici anni di servizio per la stessa azienda, la sua posizione non è stata ancora regolarizzata; la liquidazione consiste in un orologio d'"oro" non funzionante che gli frutta cinque sterline. No, il regista non è Mark Herman (Grazie, signora Thatcher - 1996), né tanto meno Ken Loach (Riff Raff - 1991) o un suo seguace, ma un finlandese, lo stesso che ha recentemente vinto il Gran Premio Speciale della Giuria al 55° Festival di Cannes per L'uomo senza passato, Aki Kaurismäki. Un cineasta da sempre concentrato sui marginali (buoni) e che recentemente, oltre alla sua vicinanza ai fratelli Dardenne, ha ammesso, con una certa soddisfazione, di fare film per spettatori disposti anche ad addormentarsi durante la visione. Silenzi e prolungati scambi di occhiate apatiche d'altronde sono elementi costanti nella sua filmografia; ma Aki Kaurismäki è anche un autore che riesce a far ridere (spesso) e a conferire alla musica un ruolo di primo piano.

In Ho affittato un killer (1990) tocca soprattutto a Burning light confermare quest'ultima caratteristica del suo cinema; Burning Light, infatti, è una canzone eseguita dal vivo in un pub popolare da un percussionista, probabilmente di origine giamaicana, e da un rocker (basette, ciuffo accennato e foto di Elvis alle spalle) che imbraccia la sua vissuta chitarra su cui campeggia la scritta "trash city". Il rocker è Joe Strummer, morto il 22 dicembre scorso, a 50 anni, quando proprio nessuno se lo sarebbe aspettato, come ha giustamente detto Francesco Adinolfi sulle pagine de Il Manifesto due giorni dopo.

La Londra mostrata da Kaurismäki è anche (in parte) la città cantata da Joe Strummer e dai suoi compagni più noti, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon, gli altri tre Clash. Una Londra ruvida, genuina e assolutamente contrapposta all'odierna Notting Hill o a South Kensington, per citare due zone della capitale inglese trasposte recentemente sul grande schermo; ma Ho affittato un killer è innanzi tutto un film sulla città in disparte, per lo più visibile attraverso il cinema. Solo oggi si può (ri)vedere questa Londra proprio grazie al recente successo del regista finlandese (il Gran Premio Speciale della Giuria è arrivato il 26 maggio scorso) con conseguente organizzazione di rassegne sulla sua opera, composta da film che spesso hanno compiuto visite fulminee nella sale italiane.

Questa pellicola di Kaurismäki, più di Mystery Train (1989) di Jim Jarmusch, in cui Strummer aveva pure un ruolo più rilevante, sembra più che mai congeniale all'ideologia dell'ex leader dei Clash.

 


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