Il petroliere: I look inside myself and see my heart is black PDF 
Valentina Ariete   

Leopardi si sbagliava. Non è la natura matrigna a rendere infelice l’uomo, ma è questo che viola senza rispetto la sua creatrice, compiendo un orribile delitto. Sfruttando la terra, quasi percuotendola, arrivando fino nella sua più intima profondità per rubarle le ricchezze nascoste: così vive Daniel Plenview (Daniel Day Lewis), petroliere dell’assolata California.

In principio cercatore d’argento disposto a sacrificare un arto inferiore pur di trovare il prezioso minerale, con la scoperta di un giacimento di petrolio fa la sua fortuna. Avvisato da Paul, un giovane abitante di Little Boston, dell’esistenza di giacimenti senza proprietari, si trasferisce nella piccola cittadina con suo figlio H.W. Qui deve fare i conti con il fratello di Paul, Eli, prete con aspirazioni da primo attore, che non vuole farsi rubare la scena da Daniel. Paul T. Anderson confeziona un film a strati: in principio vediamo lo sfruttamento della terra, la corsa alla ricchezza, lo sviluppo che prevarica la vita semplice in campagna. Ma la pellicola arriva molto più in profondità: affronta l’inizio dello stile di vita e della mentalità occidentale consumistica, l’abbandono del rispetto della natura. Daniel non ha rispetto per la terra: l’unica cosa che gli interessa è trovare il petrolio, non si cura nemmeno degli abitanti del posto, in realtà non gli interessa di nessuno perché il suo è un animo estremamente competitivo e misantropo, votato soltanto alla realizzazione personale.

Siamo di fronte all’estremo individualismo del mondo moderno accompagnato dalla perdita di qualsiasi fede e ideologia: Daniel non vuole una famiglia, rifiuta la fede perché la considera una sciocca superstizione ed arriva persino ad adottare un bambino non per amore, ma perché presentandosi con un figlio ha più possibilità di fare presa sulla gente. Infatti il suo estremo egoismo lo porta ad abbandonare H.W. dopo che questi diventa sordo a causa di un terribile incidente e quando si presenta alla sua porta un sedicente fratello segreto non esita ad ucciderlo dopo aver scoperto di essere stato ingannato. La famiglia non conta nulla per il petroliere, anzi, è solo un inutile intralcio, una seccatura che non può dare soddisfazioni e a cui non sente di appartenere. Assistiamo così ad una profonda analisi del sentimento che pervade tutta la nostra società: il protagonista non cerca la semplice ricchezza, vuole soprattutto potere e autoaffermazione; paradossalmente, ergendosi al di sopra della gente comune e rifiutandone la mediocrità, Daniel si sente appartenente a un qualcosa, sente che in questo modo la sua vita ha un significato. Sempre raffigurato in penombra o ricoperto di liquido nero, Daniel sembrerebbe un antieroe all’ennesima potenza, un cattivo affascinante: in realtà le cose non sono così semplici. L’antagonista di Daniel, Eli, l’uomo di fede, colui che dovrebbe amare e guidare il suo prossimo, si rivela un impostore, uno che sfrutta le debolezze della gente per arricchirsi e per avere privilegi e che non entra in conflitto con il petroliere perché ne condanna il comportamento così poco cristiano, ma semplicemente perché rappresenta una minaccia al suo potere. Non è possibile capire chi è il buono e chi il cattivo: una concezione manichea della realtà non è reale perchè in ognuno di noi c’è un buio profondo, pronto a prendere il sopravvento. Alla fine petroliere e pastore si affrontano, in un dialogo dal grande impatto emotivo che mette definitivamente le carte in tavola: uno scontro tra chi sfrutta la materia e chi l’anima.

Come salvarci da questi due estremi? Il regista non dà una risposta, si limita a presentarci questo conflitto e lo fa con l’aiuto di una fotografia bellissima e perfetta nello scolpire il volto dell’unico maestoso protagonista della scena: Daniel Day Lewis che dona un’interpretazione generosa e potente, con la sua voce vibrante e il suo volto virile crea un personaggio memorabile, affascinante e crudele allo stesso tempo. Una discesa nella coscienza palpabile come la terra scavata con le nude mani, un viaggio pericoloso da cui si torna profondamente colpiti. 

 


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