Miami Vice. È quasi l’apocalisse PDF 
Roberto Urbani   

Senza titoli di testa. Come ha notato Mauro Gervasini, Miami vice non inizia ma prosegue da un punto indefinito nel tempo con una ballerina, è soltanto un’ombra nera. Ancora una discoteca come quella di Collateral, Sonny e Rico tengono gli occhi bene aperti in attesa del loro obiettivo e dove non arrivano si fanno aiutare dall’occhio elettronico (per sorvegliare il privè, e più avanti per l’appostamento sulla banchina, per vedere dentro la roulotte o per individuare i cecchini). Mann sembra suggerirci che sarà ancora una questione di uomini, tempo e soprattutto di sguardi, difatti si divertirà soffermandosi sull’occhio di un cartellone pubblicitario.

Ha ragione Pier Maria Bocchi, ogni personaggio ha un’importanza specificatamente oculare: Crockett e Tubbs questa volta devono stare attenti a non essere visti (i due aerei si confondono e il radar ne segnala uno solo), lo sguardo invisibile di Montoya che delega e combinato l’affare dice ‹‹è probabile che non ci vedremo più››, lo sguardo controllore di Yero che si moltiplica nei monitor del casinò, nei suoi occhi le lacrime forse di un amore segreto mentre osserva Sonny e Isabella ballare. All’urgenza di vedere si sostituisce l’impossibilità di intervenire: la vista di Trudy è impedita dalla benda, il tentativo di salvarla fallisce e Tubbs può solo aspettare impotente il suo risveglio. "Chi siamo?", sono continuamente costretti a chiedersi gli agenti sotto copertura, e il conflitto d’identità trova raffigurazione nella Ciudad del Este, collocata sul confine tra Paraguay, Brasile e Argentina, nella resa dei conti al porto, altro non luogo dopo l’aeroporto di Heat, nel nome del boss malavitoso Arcangél de Jésus Montoya. In occasione della presentazione del film al Festival di Locarno, Mann ha detto: "Contestualizzare il Male è solo un modo per cercare di tenerlo lontano, di fare finta che non ci riguardi. Ma è un tentativo miope: se ci guardassimo dentro, ci scopriremmo invece tutti quanti capaci di odiare e di uccidere. Anche senza un motivo". Il Male questa volta non è incarnato nel Vincent che è al nostro fianco, non lo possiamo vedere ed è per questo che ci fa ancora più paura. Dobbiamo cercarlo dentro di noi e l’implosione (o l'esplosione) potrebbe essere imminente.

Anche Isabella deve fare i conti con la sua identità, divisa tra gli affari per Montoya e l’amore per Sonny. Si pensi alla prima apparizione, lasciata in penombra e sfocata, quindi ancora indefinibile, mentre Crockett e Tubbs incontrano Yero; in auto invece è al fianco di Montoya e fronteggia i due poliziotti, ma poi finisce per sedersi al loro posto; mentre la mdp attende con Sonny creando una sospensione, lei arriva come un’ombra minacciosa e strappando la tenda irrompe nella doccia. Il verde era il colore del pericolo già in [i]Manhunter[/i]. Si veda poi la sequenza con Sonny e Isabella davanti allo specchio: dopo aver fatto l’amore si parla di affari, ci si dà le spalle o ci si abbraccia. Un faccia a faccia tra identità vere ed inventate, con l’altro e con se stessi. Due facciate anche per Miami, quella impeccabile e rassicurante del giorno con i suoi bolidi, le ville da sogno e i fenicotteri rosa, e quella irrimediabilmente marcia della notte. Per dirla con Mann, sa essere attraente, seducente, intrigante e sensuale, ma anche molto pericolosa . Non si accontenta più della sconfinata orizzontalità che era della città di [i]Heat[/i], e con le sue torri di cristallo sovrasta il mare e ambisce a conquistare il cielo, quasi volesse appropriarsi di un’altra dimensione spaziale o temporale. Non mancano perciò le verticalità di terrazze, balconi, parcheggi, cascate, voli di elicotteri ed aerei.

L’unica cosa da fare è guardare l’altro andarsene, suggerisce ancora Bocchi. Eravamo già stati avvertiti con due feroci primi piani sui volti, quando all’Havana parlare del padre e della madre non era una buona idea e non aveva futuro. Sonny e Isabella, seppur così vicini, erano già lontanissimi. Ricordandoci di una delle frasi più belle del film, verrebbe da dire: Il tempo è fortuna e la fortuna si è esaurita. Il vento scuote le palme, banchi di nuvole sono sul punto di scoppiare, i lampi illuminano il cielo. Si prepara l’apocalisse.

 


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