E così veniamo a sapere che esiste anche una divisione psicologica all’interno della macchina militare statunitense, attivatasi all’incirca trentacinque anni fa, immediatamente dopo la sconfitta riportata dai Marines nel conflitto vietnamita. Le conseguenze della disfatta si ripercossero anche sulle strategie militari sino a quel momento adottate. Pezzi grossi del Pentagono iniziarono a pensare che la guerra dovesse essere estesa anche su altri fronti. È in questa fase di ripensamenti che il colonnello Jim Channon trova terreno fertile per far attecchire le proprie teorie su come ridisegnare le forze armate. Veterano del Vietnam, Channon, influenzato dalle dottrine del movimento Human Potential californiano, redige un trattatello militare, intitolato "Manuale del Primo Battaglione Terra", dedicato alla creazione di una nuova mentalità nell'esercito e di una nuova forma di soldato capace di portare pace, in grado di vincere il proprio nemico senza combattere, utilizzando tecniche e poteri mentali, un Monaco Guerriero, uno Jedi. Secondo quanto previsto dall’autore, questi nuovi miliziani, oltre a combattere per mezzo di armi psichiche – come ad esempio colpire attraverso l’ipnosi –, avrebbero portato con loro in battaglia regolatori di ginseng, strumenti divinatori, fiori simbolici e altoparlanti per trasmettere musiche ambient e messaggi di non belligeranza. Per quanto assurdo possa sembrare, i gerarchi si appropriarono delle idee di Channon, tralasciandone però le istanze pacifiste.
Tutto questo è raccontato in Capre di guerra da Jon Ronson, il quale sostiene che tali teorie siano rintracciabili dietro diversi scandali che hanno interessato il dipartimento della difesa statunitense, come quello degli esperimenti condotti dalla CIA che sottopose cavie umane – personale militare, agenti governativi, prostitute, pazienti con disturbi mentali e gente comune – all’assunzione di LSD per riuscire ad influenzarne e controllarne il comportamento, o quelli più recenti di Abu Ghraib e Guantanamo. Il testo di Ronson è anche alla base del film di Grant Heslow L’uomo che fissa le capre. Heslow, produttore delle regie di George Clooney – che lo ha affiancato anche in fase di sceneggiatura in Good Night, and Good Luck –, ci racconta l’incontro tra Bob Wilton, giornalista di provincia reinventatosi freelance in seguito ad un disastro sentimentale, e Lyn Cassady, un ex-veterano in missione segreta. Il teatro dell'azione è il fronte iracheno. Il primo è alla ricerca di una storia, il secondo della propria missione. Quest’ultimo è un guerriero psichico giunto fin lì in seguito ad una chiamata telepatica. Il loro disordinato girovagare, in attesa che Cassady trovi i segnali che lo possano condurre alla fonte del messaggio, è inframmezzato da continui inserti in flashback che raccontano la genesi, l’addestramento e lo scioglimento, dovuto ai troppi insuccessi, del "Primo Battaglione Terra", divisione speciale comandata da Bill Django e composta da guerrieri Jedi.
Heslow sceglie di adottare il registro della commedia, a tratti demenziale, che sporca con brevi sequenze in cui fanno capolino l’orrore e l’assurdità della guerra, come quando mostra, ad esempio, due squadre di Marines spararsi vicendevolmente, oppure quando fa scoprire a Cassady, una volta arrivato a destinazione, l’uso deviato e violento che l’esercito sta facendo delle teorie con cui era stato addestrato. La narrazione centrale, tuttavia, manca di forza, nonostante sia sorretta brillantemente da Ewan McGregor e George Clooney, e alla fine del film di Heslow rimangono solamente gli esilaranti flashback dove a imporsi è il personaggio Bill Django interpretato da Jeff Bridges, nuovamente in versione Drugo Lebowski. L’aspetto più interessante e divertente, allora, è proprio il discorso meta-cinematografico che si costruisce attorno agli attori coinvolti nel film, giocato sulle loro precedenti interpretazioni. Come accennato, Jeff Bridges plasma il personaggio di Bill Django su quello di Jeff Lebowski, protagonista de Il grande Lebowski, che in un certo senso era già coinvolto con il fronte iracheno (il film dei fratelli Joel ed Ethan Coen è ambientato nei primi anni Novanta, in piena sindrome anti-Saddam). Django, ideatore del progetto Jedi, è l’addestratore di Cassady/Clooney, che a sua volta trasmette gli insegnamenti ricevuti a Wilton/McGregor, che è stato il giovane Obi-Wan Kenobi nella seconda trilogia di Guerre Stellari, il maestro Jedi che ha insegnato le vie della Forza ad Anakin e Luke Skywalker.
Una serie d’incastri che creano corrispondenze inimmaginabili tra universi diegetici lontani. Stando a rapporti che vengono a stabilirsi, all’origine dell’Ordine dei Cavalieri Jedi ci sarebbe un indolente fricchettone, “atleta” del bowling, che nutre la sua soddisfatta abulia di spinelli e White Russian. Che bello se tutto questo si fosse trasformato nel vero focus de L'uomo che fissa le capre …
TITOLO ORIGINALE: The Men Who Stare at Goats; REGIA: Grant Heslov; SCENEGGIATURA: Peter Straughan; FOTOGRAFIA: Robert Elswit; MONTAGGIO: Tatiana S. Riegel; MUSICA: Rolfe Kent; PRODUZIONE: Gran Bretagna/USA; ANNO: 2009; DURATA: 93 min.
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