Amnèsia presenta un'umanità materialmente ricca, avida, bugiarda e confusa, senza scrupoli e viziata, che per lo più si esprime tramite frasi fatte, spesso agitata ma in fin dei conti ingenua e fortunata. Un confronto generazionale tra sesso, droga e techno, non più rock 'n' roll, come quello dei Creedence Clearwater Revival che si sente nella scena iniziale, molto in stile Easy rider (1969), ma che finisce presto fuori strada...

La pellicola, composta da storie parallele che necessariamente s'intrecciano e i cui protagonisti si mettono spesso nei guai, segna il ritorno di un set di Salvatores, dopo Mediterraneo, su un'isola: Ibiza (e anche Formentera per alcune scene). Se da un lato risulta interessante, ma non proprio originale, la scelta di dividere nettamente il racconto in due grossi blocchi narrativi, dall'altro si potrebbe supporre che in fase di sceneggiatura sia mancata la forza necessaria per dare corpo a un'articolata storia lineare. "Abbiamo scelto di raccontare una storia alla volta - dice il regista sul sito ufficiale del film (www.amnesia.it) - seguendo le due coppie di padri e figli separatamente, lasciando al pubblico la possibilità di farsi il suo personale montaggio degli eventi e di trovare, se vuole, incroci, corrispondenze, rimandi, occasioni perdute o coincidenze fortunate."

La sorte è benevola con la maggior parte dei personaggi del film e, al termine dei tre giorni in cui si svolgono i fatti, in qualche modo l'assoluzione non viene negata a nessuno, compreso Jorge (Ruben Ochandiano), il figlio del funzionario di polizia. A differenza di Luce (Martina Stella), figlia del pornografo, Jorge sceglie una via più aspra per dare sfogo alla sofferenza legata agli affetti familiari. Luce invece sembra più simile all'Antonio di Denti (2000), che cercava rifugio, comprensione e sicurezze in un genitore assente (nel caso del film tratto dal romanzo di Domenico Starnone, addirittura morto).

Ma Jorge e i suoi tre amici, rappresentati tramite efficaci e fastidiosi luoghi comuni, sono lì anche per dimostrare come la massa spesso si appropri solo della facciata delle culture alternative svilendole. Un processo ricorrente, in corso da tempo, ma che probabilmente a Ibiza, luogo di incrocio di svariate comunità, è ancora più accentuato.

A parte il gruppo di attori da anni fedele a Salvatores (Sergio Rubini e Diego Abatantuono su tutti danno vita a gags decisamente divertenti), il cast, ma anche la location e alcune delle musiche non originali, sembrano scelte fatte apposta per esportare il film almeno in Francia e naturalmente Spagna; d'altronde Salvatores è il cineasta italiano più internazionale, soprattutto per il suo stile registico che, anche in questo caso, si conferma su ottimi livelli. Cameo per i Macaco, gruppo musicale frizzante di Barcellona raccomandato al regista da Manu Chao.