Tideland PDF 
Alice Sivo   

ImageQuando ti trovi davanti a un film che inizia con una bambina di dieci anni che prepara la quotidiana pera di eroina per il padre come se fosse la cosa più naturale del mondo capisci che non sarà un film come tutti gli altri. E del resto Terry Gilliam non è un regista come tutti gli altri. Tideland è come lui: visionario, anarchico, esagerato, poetico, provocatorio. Alice nel paese delle meraviglie che incontra Psycho, per usare una definizione dello stesso regista. Un’opera di una ricchezza visiva straripante, composta da ricercate inquadrature pittoriche ispirate ai dipinti di Andrew Wyeth: immense praterie giallo oro che immergono il film in un’atmosfera western, interni chiari e decadenti che danno luce a una storia “nera”.

Jeliza/Rose è una bambina che per sopravvivere alla cruda realtà che la circonda si inventa un mondo fantastico popolato da teste di Barbie che le danno consigli, scoiattoli parlanti e lucciole dagli strani nomi. In poco tempo si trova a percorrere un viaggio di “crescita aberrante” che neanche l’atmosfera onirica e surreale riesce a rendere facile da digerire: la morte per overdose di entrambi i genitori, l’elaborazione del lutto, la solitudine, la scoperta della sessualità. Tutti gli eventi sono vissuti da Jeliza/Rose in modo distorto e malsano, reso accettabile solo dal filtro dell’immaginazione, dalla presunta innocenza di uno sguardo bambino che si pone al di sopra della morale. È così che Gilliam infrange tabù, fa iniettare a una bambina l’eroina nelle vene del padre, la fa pranzare allegramente accanto al suo cadavere (un grande Jeff Bridges perfettamente a suo agio nei panni del morto), la fa comportare da innamorata con il suo principe azzurro ritardato, la fa diventare una terrorista che mette la dinamite sui binari ferroviari. Un groviglio di suggestioni si dibattono in Tideland, una fiaba per adulti - e forse nemmeno per adulti - che getta sicuramente troppa carne al fuoco e abbozza molti temi senza mai affrontarli fino in fondo. Ma è già molto scuotere e inquietare il pubblico insinuando accenni alla pedofilia, alla necrofilia, all’handicap, al terrorismo.

Ma quale pubblico? Sì, perché il grande problema di Tideland è quello di essere un film troppo personale. È un corpo estraneo nel panorama della cinematografia attuale, un oggetto estremo per il quale è difficile immaginare degli spettatori. Non a caso il film, che è del 2005, ha avuto molte difficoltà a trovare una distribuzione italiana. Alla fine le coraggiose Officine UBU lo hanno fatto uscire in 24 copie. Sicuramente inadatto a un pubblico di minori, rischia però di scontentare anche gli appassionati di Gilliam, non possedendo né l’inquietante lucidità di Brazil, né la commovente profondità de La leggenda del re pescatore. L’ultimo lavoro dell’ex Monty Python non è un capolavoro. È prolisso, pieno di sbavature, ha un finale piuttosto banale ed è per certi versi indigeribile. Eppure la potenza e la radicalità dello sguardo di Gilliam - e dello sguardo indimenticabile del personaggio di Jeliza/Rose - non possono lasciare indifferenti.

Tideland è un film generoso e malato, tenero e terribile, fiabesco e dark. Ambiguo. Doppio. Quasi inaccettabile e per questo unico.

 

SCHEDA FILM

TITOLO ORIGINALE: Tideland REGIA: Terry Gilliam SCENEGGIATURA: Terry Gilliam, Tony Grisoni FOTOGRAFIA: Nicola Pecorini MONTAGGIO: Lesley Walker MUSICA: Jeff Danna, Mychael Danna PRODUZIONE: Canada/Gran Bretagna ANNO: 2005 DURATA: 122 min.

 


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