La volpe e la bambina PDF 
Caterina Rossi   

ImageLuc Jacquet aveva lasciato i propri spettatori immersi nel paesaggio antartico bianco e silenzioso de La marcia dei pinguini, premio Oscar 2006 come miglior documentario. Ora il regista è tornato al cinema con La volpe e la bambina, mettendo in atto un depotenziamento parziale dell’impianto documentaristico dello scorso film e trasportando chi guarda in una favola a tutti gli effetti naturalistica, immersa in un paesaggio naturale articolato: un non-luogo che contiene entro di sé ogni elemento naturale (la foresta, la campagna, la montagna) e che cambia col procedere delle stagioni. La natura di Jacquet, mostrata in tutta la sua sfavillante bellezza, è senza tempo e senza luogo, un ambiente bucolico eterno e immutabile che sembra poter vivere solo nelle inquadrature di una favola priva di una contestualizzazione cronologica o spaziale precisa. Se nel film precedente i colori viravano inevitabilmente al bianco e all’azzurro, qui cambiano d’intensità al ritmo cadenzato e preciso del ciclo della natura. Le location sono state selezionate con cura dal regista, che ha scelto luoghi di particolare valore ambientale situati in Romania, in Francia e nel Parco Nazionale d’Abruzzo (nelle località Villavallelonga e Pescasseroli). Il paesaggio, infatti, è parte attiva del film, co-protagonista che accompagna la piccola e talentuosa protagonista (Bertille Noël Bruneau). La bambina sarà, infatti, l’unico solitario elemento umano a percorrere le inquadrature.

I primi cinque minuti della pellicola sono dedicati all’incontro casuale che la bambina, durante le sue escursioni naturalistiche, fa con una volpe. Il regista, nell’incipit, sceglie il silenzio, tessendo con efficacia immagini e musica, rimandando il momento dell’entrata in scena della parola, come a voler permettere alla natura di presentarsi con la propria forza visiva. La piccola, ben presto, non potrà più fare a meno di cercare la volpe e di provare ad addomesticarla. La storia ripercorrerà il rapporto di amicizia e fedeltà che si instaura tra la bambina e la volpe, tra l’uomo e la natura selvatica, che per antonomasia non è addomesticabile (con in filigrana l’evidente citazione de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry). Se si prendono in considerazione la fotografia e l’occhio da naturalista di Jacquet, che magistralmente sa accostarsi alla natura mostrandone il suo brulicare, avvicinandosi alla flora e alla fauna della foresta e facendone percepire i rumori e gli odori, e se si resta nell’ottica dell’analisi di un film-documentario, il risultato appaga le aspettative.  Ma, purtroppo, interviene il ricorso alla voce off, che narra la storia dal punto di vista della bambina: il risultato è inevitabilmente ridondante, e gran parte della delicatezza e della poesia originate dal tessuto visivo e musicale si perdono nel tentativo di dare al film la struttura della favola con una morale. La conclusione moralistica, riassumibile nella frase “Amare davvero non significa possedere”, invece di rafforzare l’opera, complessivamente la indebolisce, togliendo forza all’intensa vividezza delle immagini, dei luoghi, dei colori e dell’atmosfera costruita con lo scorrere lento delle inquadrature, con la messa in scena del ritmo inarrestabile della natura.

La voce off, nella versione italiana, è quella di Ambra Angiolini: la sua performance, tutta tesa a rendere il senso della favola attraverso un timbro e un registro elementari, arriva ad assumere toni infantilistici che male si abbinano al flusso di percezioni vissute dalla bambina mentre dialoga con la natura. L’uso della voce narrante logora e fa crollare, in parte, tutto quel rigore compositivo che la regia e la fotografia (di Gérard Simon e Eric Dumage), con occhio documentario e naturalistico, erano state in grado di costruire.


TITOLO ORIGINALE: Le renard et l’enfant; REGIA: Luc Jacquet; SCENEGGIATURA: Luc Jacquet, Eric Rognard; FOTOGRAFIA: Eric Dumage, Gérard Simon; MONTAGGIO: Sabine Emiliani; MUSICA: Evgueni Galperine, Alice Lewis, David Reyes; PRODUZIONE: Francia; ANNO: 2007; DURATA: 92 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.