The Proposition: The Beast it cometh, cometh down PDF 
Matteo Marelli   

La bestia che sta per arrivare quaggiù è Arthur, il maggiore dei fratelli Burns, i fuorilegge responsabili dell’assassinio di un’intera famiglia di coloni inglesi insediatasi nella frontiera australiana di fine Ottocento. Le parole utilizzate in apertura del pezzo sono riprese da un verso di Tupelo, brano di Nick Cave & The Bad Seeds contenuto nell’album The Firstborn is dead. E utilizzare un verso di Nick Cave come input per cominciare l’analisi de La proposta non è certo casuale. Re Inchiostro, infatti, oltre a firmare, in coppia con il sodale Warren Ellis, gli scarni ed elettrificati temi folk cha compongono la colonna sonora, è anche l’autore della sceneggiatura del film di John Hillcoat del 2005, che, almeno fino ad ora, resta il punto più alto della collaborazione tra il regista australiano (che ha anche diretto la maggior parte dei video dei The Bad Seeds) e Cave, già affiancatisi nelle medesime vesti per Ghosts... of the Civil Dead del 1988.

La proposta si apre con la cattura di Charlie e Mike, che in seguito al massacro della famiglia Hopkins si sono separati da Arthur. Il capitano Stanley propone a Charlie di graziare lui e Mike in cambio dell’eliminazione del fratello maggiore, ideatore e principale esecutore dell’eccidio. La missione, che Charlie decide di accettare, ricorda da vicino quella del capitano Willard di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (e quindi quella del protagonista del Cuore di tenebra di Joseph Conrad), chiamato a sua volta a porre fine al comando del colonnello Kurtz. Anche Charlie Burns finisce infatti per trovarsi al centro dei medesimi fuochi che consumavano il protagonista del capolavoro coppoliano/conradiano. Da un lato il capitano Stanley che, come i membri dei servizi segreti dell’esercito americano di Apocalypse Now, rappresenta l’ansia di civilizzazione ma allo stesso tempo anche la menzogna morale, e che pur di raggiungere il proprio scopo è disposto a giustificare il sopruso, l’assassinio, quei crimini che al contrario dovrebbe soffocare, anche lui vittima dell’ineluttabilità della violenza. Dall’altro Arthur che, come il colonnello Walter E. Kurtz, è una sorta d’ “oltreuomo” di nietzchiana memoria, libero da principi-guida provenienti al di fuori o al di sopra di lui, che è al di la del bene e del male, fedele ad una scala di valori da lui stesso impostata e riconosciuta. Avanza impietosamente come un angelo sterminatore votato alla consacrazione di un codice morale così elevato da confondersi col destino. È un personaggio imperscrutabile, di cui è impossibile comprenderne la logica, ma solo ammirarne il rigore. Arthur Burns, proprio come Kurtz, è un eroe terribile e crudele fattosi puro istinto amorale e spintosi troppo in là, fuori dall'ordine culturale delle cose.

Due poli distanti non solo concettualmente, ma anche fisicamente. Il capitano Stanley cerca di vivere secondo i dettami della società civile, soprattutto in casa propria, dove vorrebbe che l’ordine e la compostezza di cui si attornia fossero riflesso di stabilità domestica. Arthur ha fatto stanza dentro l’entroterra più selvaggio, nell'utero di un mondo dominato dalla più diretta e disadorna istintualità, uno spazio oscuro, dove cessano di funzionare le leggi della morale e della ragione e comincia a signoreggiare l'istinto individuale di sopravvivenza. A percorrere lo spazio tra questi due fuochi è appunto Charlie, che si trova così sottoposto e reggere la pressione delle opposte tensioni. Il suo è un viaggio che lo porta ad entrare in contatto con realtà contrastanti. Il suo procedere è incerto, zigzagante, continuamente disorientato dagli opposti richiami. Le accecanti lande desertiche immense e sconfinate in cui Charlie si muove, disperatamente abbandonate e lontane dal concetto di civiltà,  sono congeniali a trasmettere la sensazione di perdita del controllo sulle coordinate spaziali. Egli vaga in  uno spazio indifferenziato. Si muove su un terreno che non offre punti di riferimento, il suo sguardo è sovente senza collocazione precisa, va verso un fuori campo privo di riconoscibilità. La cifra dominante del suo procedere è lo smarrimento.

La proposta è un film che si colloca dunque perfettamente nel solco del cosiddetto western crepuscolare, filone che  propone un rovesciamento etico del western classico, da intendersi non più come saga della baldanza e del trionfo, ma come testimonianza di una fine, di una condanna storica e umana. È l’altra faccia del cinema di John Ford, di un film come L'uomo che uccise Liberty Valance, dove la natura selvaggia si fa silenziosamente da parte al cospetto del fattore civilizzatore, del codice civile, della politica, del contratto sociale. La proposta, al contrario, racconta un mondo che prova a resistere pateticamente all’annientamento delle proprie fondamenta, ma che procede senza speranze verso l’estremo e definitivo bagno di sangue, descrivendo l'espansione ad ovest non come il nascere di un nuovo mondo, ma come la progressiva avanzata di quello vecchio, che cerca di riprodurre nei nuovi spazi le sue forme. Quello messo in scena da Hillcoat e Cave è un mondo in cui tutti i personaggi cedono alla violenza: per quanto alcuni si sforzino di resistere, ogni loro movimento è gravido di un formidabile potenziale distruttivo. La vendetta violenta sembra l'unica legge applicabile, sia che essa giunga dai criminali o dalla legge ufficiale. Come a dire, una volta di più: “non esiste  differenza tra i difensori dell'ordine ed i fuorilegge; i loro metodi e la loro condotta morale sono identici" (1).

Note:
(1) A.Giaime Alonge, Mito e storia nel Western di Sam Peckinpah, in Quaderni di Cinema, n.44, Sett-Dic 1989, pag. 48

TITOLO ORIGINALE: The Proposition; REGIA: John Hillcoat; SCENEGGIATURA: Nick Cave; FOTOGRAFIA: Benoît Delhomme; MONTAGGIO: Ian Seymour, Jon Gregory; MUSICA: Nick Cave, Warren Ellis; PRODUZIONE: Australia/Gran Bretagna; ANNO: 2005; DURATA: 100 min.

 


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