Christopher Nolan: studios, liberate i registi! PDF 
Maurizio Ermisino   

Qual è il parassita più resistente? Un virus? Una tenia? No, un’idea. Una singola idea germogliata nella mente di un uomo può costruire città. Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole. È quello che pensa Dom Cobb (Leonardo DiCaprio), il protagonista di Inception. E deve essere stato così anche per il regista Christoper Nolan, visto come ha perseguito fortemente il suo film più personale, la sua idea, che ha in mente da quando aveva 16 anni e che è riuscito a portare finalmente sullo schermo dopo aver lavorato per dieci anni alla sceneggiatura. Un film che parla di una banda che ha trovato il modo di entrare nei sogni degli altri per rubare loro le idee, e che si trova a progettare un’impresa ancora più difficile: invece di rubare un’idea deve instillarla nella mente di qualcuno.

Ho lavorato alla sceneggiatura di Inception per dieci anni, ha raccontato Nolan nella conferenza stampa romana per il lancio del film. Le fonti di ispirazione vanno dallo scrittore argentino Borges a Ridley Scott e Stanley Kubrick, e i loro Blade Runner e 2001: Odissea nello spazio. Ho iniziato a scrivere questo film agli inizi del 2000, in un momento in cui al cinema c’era un certo movimento, e film come Matrix, Dark City e Il tredicesimo piano si ponevano la domanda: cos’è veramente reale? Cosa succederebbe se si scoprisse che il mondo in cui ci troviamo non è reale ma è stato ricostruito? Il mio interesse era quello di invertire questa domanda, di porla in un’altra maniera, e, nel farlo, di coinvolgere il pubblico. Ovviamente dieci anni fa un tema come il sogno nel sogno poteva risultare più complicato da far arrivare. Oggi, con i videogiochi, con l’I-Pod, i suoi menu e i suoi sottomenu, il pubblico è più abituato, più pronto. Inception è tutto questo e molto di più.  È 007 diretto da M.C. Escher, con una robusta dose di mélo, è Freud declinato in heist movie. L’originalità sta proprio nel fatto che un film sui sogni sia girato come un film d’azione. Essendo io un regista di blockbuster, provo un autentico piacere nel girare questo tipo di scene, ha spiegato Nolan. Ovviamente ho anche la responsabilità, in quanto regista, di fare in modo che esse siano collegate e pertinenti alla narrazione. E, in questo caso, lo sono forse più che in altri film, perché qui era importante far vedere, proprio dal punto di vista visivo, le regole di questo mondo così diverso in cui si trovano ad agire i personaggi. Per poter esplorare questo mondo e le regole che lo governano non c’è miglior modo che l’aspetto visivo, l’aspetto “fisico”, in modo che il pubblico possa recepire meglio le idee che stanno alla base di questa storia, che cosa anima i personaggi. Man mano che ci si avvicina alla fine del film, si capisce quanto sia importante la posta in gioco: bisogna far sì che questo crescendo abbia un senso, abbia una "connessione".

Labirinto di specchi con dentro un gioco di scatole cinesi, Inception, con lo schema continuo del sogno nel sogno, è un film potenzialmente infinito. Tanto che è naturale chiedersi se sarà sfruttato con prequel, sequel, spin-off, o declinato magari su altri media. Sicuramente il mondo di Inception è un mondo infinito, un mondo del quale si possono sfruttare le enormi potenzialità, concorda Nolan. Attualmente stiamo pensando ad un videogioco: il mondo di Inception è talmente ricco di idee, che tutti gli elementi non possono essere inseriti in un lungometraggio. Ci piace l’idea che il pubblico lasci la sala cinematografica con la sensazione che questo mondo continui. E in effetti è così. Nolan ha realizzato un film/evento, un prodotto dall’impatto visivo davvero notevole. Inception è un caso di blockbuster con un’anima, un film altamente spettacolare, ma con dentro una grande riflessione filosofica ed intellettuale. È un film che può aprire una nuova strada, sempre che Hollywood si decida ad avere maggior fiducia nei registi e nelle loro idee.

Quella che ci ha dato il successo de Il cavaliere oscuro è stata un’opportunità molto rara: poter realizzare un progetto molto personale, ha spiegato il regista. Gli studios mi hanno dato una grande libertà, e per questo senti molto la responsabilità, e cerchi di spingerti il più in là possibile con la realizzazione di quello che senti come un tuo desiderio. È ovvio che il successo che questo film ha riscosso in tutto il mondo non fa altro che renderci felici e confermarci che le nostre intenzioni erano valide. Quello che mi auguro è che questo possa incoraggiare gli studios a dare più opportunità e più libertà ai registi. Se i cineasti avessero le mani più libere, probabilmente vedremmo film più belli e interessanti. La strada è aperta, anche perché gli incassi hanno dato ragione a Nolan. Credo che i risultati del film al botteghino siano andati ben al di là delle nostre aspettative, racconta. Ho concepito il film come qualcosa che dovesse essere diretto a un pubblico di massa. D’altra parte con un film di queste dimensioni ti aspetti di raggiungere un pubblico il più vasto possibile. La paura era che il film potesse essere visto come eccessivamente cerebrale, qualcosa di simile a un puzzle, e che questo potesse tenere lontano un pubblico più ampio. Invece, quello che volevamo realizzare era qualcosa che facesse fare a tutti un’esperienza divertente.

Se il futuro di Hollywood andrà nella direzione di una maggiore libertà per i registi, quello di Nolan si chiamerà ancora Batman. Non mi piace parlare dei progetti ancora in corso, ha risposto in proposito. Posso solo dire che c’è già una sceneggiatura, mio fratello Jonathan ha già buttato giù una stesura. La data di uscita c’è, e nessuno mi ha detto che non si farà, quindi non credo che ci saranno problemi. Pochi giorni dopo la conferenza stampa di Inception è arrivata la notizia che Nolan, produttore del nuovo Superman, ha scelto Zack Snyder (300, Watchmen) per far rinascere un altro supereroe. Quasi sicuramente però il futuro di Nolan non andrà verso il 3D, tecnologia verso la quale ha più volte espresso i suoi dubbi. E lo ha ribadito anche a Roma. I miei pensieri sul 3D sono piuttosto complicati, ha dichiarato. Ho delle perplessità, soprattutto per quanto riguarda la luminosità dell’immagine e l'uso obbligato degli occhiali. Dipende sempre da come il pubblico vuole recepire, da come vuole vedere un film. E dipende dal tipo di film.

Il futuro di Nolan in  ogni caso è roseo. Con Inception è entrato definitivamente, insieme a Lucas, Spielberg e Peter Jackson, nell’Olimpo dei creatori di mondi. Oscar Cosulich fa notare che in fondo Nolan è un po’ come il suo Cobb: crea dei sogni e ci imprigiona qualcuno dentro. E che Inception parla anche un po’ del cinema. Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura ho cercato di far sì che il processo seguito da questo gruppo di personaggi fosse quanto più legato a una realtà possibile, spiega Nolan. Che poi è quello che faccio io: con il mio staff vado in giro per il mondo, decidiamo dove fare il film e cerchiamo di trovare dei trucchi con cui attirare il pubblico. Non avevo nessuna intenzione di fare un film che spiegasse come si fanno i film. Ma, riguardandolo a posteriori, chiaramente è un film che parla anche di questo.

 


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