La "nuova mente" di David Cronenberg PDF 
Maurizio Ermisino   

È un film di David Cronenberg o di James Ivory? Se lo sono chiesto in tanti, e non era certo un complimento, dopo aver visto A Dangerous Method, il nuovo film di David Cronenberg, che narra le relazioni pericolose tra Carl Gustav Jung (Michael Fassbender), giovane psichiatra dalla carriera in ascesa, e Sabrina Spielrein (Keira Knightley), una sua paziente masochista, e quelle, meno pericolose, ma comunque complesse, tra Jung e Sigmund Freud (Viggo Mortensen), il grande vate della psicanalisi. I tanti detrattori si sono chiesti dove fosse il Cronenberg violento, disturbante, il Signore delle Mutazioni, in questo film statico e formale, che a prima vista non sembra nato dalla mente del cineasta canadese. In realtà A Dangerous Method è un film profondamente cronenberghiano, è puro Cronenberg nell’anima, nella sostanza. Anche se molto meno nell’estetica.

È da un po’ di tempo, almeno da Spider, del 2002, che Cronenberg ci racconta come la vera mutazione non sia nel corpo, ma nella mente. Che la mente sia il più potente dei mezzi in realtà lo ha sempre detto, già da Scanners e La zona morta, nei lontani anni Ottanta, quelli del suo cinema più estremo. Una mente in grado di distruggere, di vedere nel passato e nel futuro. La vera mutazione avviene dentro di noi, nei meccanismi più reconditi e complessi del nostro Io. In Spider è la mente a creare tutta la storia, è una malattia della mente, la schizofrenia, a mutare la percezione del protagonista e quindi le sue azioni. In A History Of Violence la mutazione di Tom Stall è tutta interiore: anche in questo caso è nella sua mente, grazie alla sua volontà, che avviene il cambiamento, la decisione consapevole di diventare un altro da sé, un buon padre di famiglia dopo essere stato un assassino. La stessa cosa avviene per Nikolai, il protagonista de La promessa dell’assassino: nella sua mente avviene la sua scelta, aiutare l’ostetrica e il bambino che ha salvato, e così traformarsi da assassino a uomo giusto. E forse da semplice servo a Re. Siamo in costante mutazione, nel senso di evoluzione interiore, ci ricorda Cronenberg. Ed è proprio questa mutazione che continua ad interessare l’autore canadese, perché è quella in atto da sempre. E che sarà sempre possibile. Dopo la “nuova carne” Cronenberg oggi vuole raccontarci la “nuova mente”. E in questo senso A Dangerous Method è il film perfetto per chiudere questa ideale tetralogia della nuova mente. Dopo aver esplorato le evoluzioni e le deviazioni delle mente nei suoi ultimi tre film – cosa che in realtà ha fatto in tutta la sua carriera –, Cronenberg qui chiude il cerchio e viaggia fino agli inizi del secolo scorso, quando nacque la scienza che si occupa della nostra mente: la psicanalisi. È come se Cronenberg fosse uno scienziato che, ad un metodo empirico, cioè tre film in cui con la sua esperienza ha studiato la mente, volesse affiancare un fondamento teorico, come quegli studiosi che, dopo i propri esperimenti, cercano nella teoria il fondamento e la conferma delle proprie tesi. Jung e Freud (più Jung, a cui va evidentemente la simpatia del regista) possono essere considerati i maestri, i predecessori di Cronenberg, coloro che prima di lui, e con altri mezzi (la medicina invece che il cinema), hanno analizzato e teorizzato sullo stesso oggetto: la mente umana.

È proprio nella mente umana che avviene il conflitto al centro di A Dangerous Method, quello tra passione e controllo. È passione la vitalità e la devianza di Sabrina Spielrein, è passione la sessuomania di Otto Gross, lo psichiatra paziente di Jung interpretato da Vincent Cassel. È controllo la psicanalisi che Jung pratica, il tentativo di capire e curare le derive estreme della nostra mente. Sono controllo la sua vita familiare e il suo matrimonio, che cerca di preservare dall’attrazione più selvaggia, scatenata, che prova per la Spielrein. È controllata per eccellenza l’epoca in cui avvengono i fatti, gli inizi del Novecento. È normale allora che la messinscena dell’ultimo Cronenberg sia volutamente raggelata, ingessata, controllata, statica. Anche perchè continua e porta all’estremo le atmosfere cupe, quella fotografia calda e omogenea sui toni del marrone, l’incedere lento e sospeso, la sensazione di attesa che connotava anche A History Of Violence e La promessa dell’assassino. A Dangerous Method è un film fatto di inquadrature fisse, di primi piani, di pochissimi movimenti di macchina. Al controllo insito nella storia si aggiunge quello dovuto alla ricostruzione d’epoca, la Vienna e la Svizzera di inizio secolo, epoca di formalismi per eccellenza. Anche i dialoghi sono formali, perché derivano dal carteggio originale di Freud e Jung. In questo senso, all'esterno, tutto è fermo, statico, nell’ultimo Cronenberg. Ma tutto è in movimento, tutto arde, all’interno, nella mente dei protagonisti. “È il film a dirmi di cosa ha bisogno e io cerco in ogni modo di accontentarlo”, ha dichiarato l’autore. “L’idea che io debba ‘cronenberghizzare’ ogni soggetto rendendolo strano o bizzarro è sbagliata. Le stranezze quando ci sono derivano dal copione, dal progetto. Occorre far emergere i punti di forza della storia nel modo più opportuno”.

La forma più opportuna per raccontare Freud e Jung, e il loro viaggio all’interno della mente umana, è evidentemente questa. Cronenberg si sta spostando sempre più verso un cinema classico – ma a sentire lui non è detto che sia sempre questa la strada –, e la scelta in questo senso sembra coerente. In realtà David Cronenberg, da degno Signore delle Mutazioni, anche quando fa cinema su commissione, o su copioni altrui (qui è un testo teatrale di Christopher Hampton, tratto a sua volta da un saggio storico di John Kerr), riesce a mutare sempre le opere che va a dirigere, contagiandole come un virus con la sue ossessioni. Così, chi crede di assistere a un film di Ivory, o sente la mancanza del Cronenberg più estremo, può gustarsi alcuni marchi di fabbrica che il regista di Videodrome ha disseminato nella sua opera apparentemente meno personale. È puro Cronenberg la ferita inferta da Sabrina al volto di Jung, segno della loro storia che rimarrà per sempre sul volto del medico, come la ferita nell’anima che lascerà in lui. È puro Cronenberg l’inquietante macchina delle libere associazioni con cui Jung studia l’animo umano, antesignana degli attrezzi medici di Inseparabili e della capsula de La mosca. È Cronenberg anche il sesso violento, sadomaso, tra Jung e la Spielrein, che squarcia improvvisamente e velocemente lo statico perbenismo apparente del film, parente stretto degli amplessi di Videodrome e Crash, qui solo accennati ma comunque evidenti, e ancora più sconvolgenti quando arrivano a sorpresa a interrompere il ritmo lento del film. La nostra mente è il più potente dei mezzi, ci dice da anni Cronenberg. E quanto sia potente la sua mente Cronenberg lo dimostra in ogni film, continuando a sconvolgerci e a instillare in noi dubbi, domande, mettendoci davanti a uno specchio per chiederci chi siamo. Nel suo cinema ogni cosa torna. E allora si può anche guardare A Dangerous Method e la storia di Jung e Freud come due “inseparabili”. Come i gemelli del famoso film, i due medici sembrano in sintonia, indivisibili, ma ognuno prenderà – anche dolorosamente – la propria strada. E niente sarà più come prima.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.