La sera del 25 settembre 1945, io morii con queste parole prende inizio il capolavoro anime firmato Isao Takahata Una tomba per le lucciole (Htaru No Haka): l'angosciante storia di Seita, e di sua sorella Setsuko, che si trovano costretti ad intraprendere una lotta per la sopravvivenza durante l'orribile scenario prodotto dalla seconda guerra mondiale. Persa la madre in un bombardamento, con il padre lontano e, sottoposti all’indifferenza di una zia che dovrebbe prendersi cura di loro, i due bambini decidono di vivere in una grotta, patendo gli stenti e la fame. Soltanto l'emozionante vista delle lucciole ,nella notti, rappresenta una speranza, un momento importante che serve a trovare la forza per continuare a combattere, a non lasciarsi andare, ma le loro luci sono solo dei flebili bagliori; anche i rari momenti di gioia nascondono in realtà il dramma. Il film rappresenta un viaggio a ritroso del protagonista attraverso gli ultimi momenti della sua vita e di quella della sorellina, entrambi indifesi e impotenti nei confronti degli orrori che sono costretti a vivere.
Il fatto che questo film sia un anime comporta il pregio di ottenere una risonanza maggiore nell'impatto emotivo con le persone. L'intero film è ,in effetti, un tentativo di contrapporsi ai luoghi comuni evocati dai cartoni animati, raggiungendo invece livelli così alti di cruenza e realtà da far invidia ad un qualsiasi film girato con attori in carne ed ossa.
La disumana umanità della guerra, la sua innaturale natura, l'ordine caotico che essa produce rappresentano delle questioni analizzate, il più delle volte, in modo superficiale da noi spettatori; questo film, riflettendo la visione del regista, riesce a farci sentire proprio così: indistinti spettatori di eventi brutali e sui quali non ci soffermiamo nemmeno più a riflettere. Proprio questo è l’aspetto che ci accomuna ai tanti personaggi secondari presenti in questa storia. Questo saggio ci apre gli occhi, c'illumina, su un mondo che nessuno ha il coraggio di guardare, dal quale tutti vogliamo fuggire ostacolandone il pensiero; ma l'allontanamento, psicologico s'intende, non rappresenta una soluzione, anzi, contribuisce in modo maggiore a renderci tutti vittime del vortice angosciante dell'indifferenza. L’indifferenza è il peso morto della storia (A. Gramsci). I protagonisti di questa storia vivono nell'indifferenza delle persone, ed è tra l'indifferenza delle persone che muoiono. La guerra sembra quasi poter giustificare questo sentimento, modificandolo in un innato senso di protezione nei confronti di chi ci è più caro, ma in realtà ci obbliga ad analizzare gli aspetti profondi della nostra esistenza, del nostro vivere insieme, ed è con ciò che siamo costretti a fare i conti.
Questo film rappresenta un saggio molto educativo: sprona le nostre volontà, anima i nostri cuori in direzione di una maggiore umanità, scaturisce in noi un senso di ribellione nei confronti dell'indifferenza e fornisce una visione del mondo non pessimista, come si potrebbe ritenere, ma sicuramente neorealista. Una presa di coscienza su quest’ultimo aspetto può rappresentare un passo verso una maggiore consapevolezza. Non dobbiamo vivere immaginando un mondo fatto di pace.....ma dobbiamo combattere affinchè lo diventi.
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