Sister PDF 
Monica Pentenero   

Louise e Simon vivono ai piedi delle Alpi franco-svizzere, in un piccolo appartamento delle Torri, un gruppo di case popolari. Qualche centinaio di metri più in alto, i turisti sciano sulle piste, sfoggiando costose attrezzature che Simon ruba e rivende per sopravvivere. Louise, irresponsabile sorella maggiore, copre con qualche lavoro precario la sua poco onorevole professione, mentre non si cura di nascondere che l'alcool la possiede disastrosamente. La ragazza è spesso assente e Simon si abitua a cavarsela da solo, trascinandosi su e giù dalle cabinovie che portano alla vetta della montagna, dove trova le vittime dei suoi furti, un ambiguo complice, persino una donna straniera che, nelle sue fantasticherie di bambino, vorrebbe diventasse per lui una mamma. Ma ad attenderlo, in quota, ci sono anche l'umiliazione e il dolore di essere scoperto, additato come ladro, costretto a ridiscendere a valle fra i sacchi della spazzatura.

Il film mostra un triste degrado e un legame che, per natura, dovrebbe essere forte, ma che sullo schermo, come spesso nella realtà, viene messo a durissima prova. Il ritmo imposto alla vicenda da Ursula Meier è lento, monocorde e angosciante, portando lo spettatore a chiedersi se ci sia un modo di peggiorare ulteriormente la situazione cui assiste con irritante impotenza. La stabilità dell'insieme non viene scalfita neanche dalla rivelazione che Simon fa al fidanzato di turno di Louise, verso la quale è ingenuamente protettivo e melanconicamente geloso. Siamo all'incirca alla metà del film e le parole di Simon vengono preparate da un sequenza che sembra stridere, come a voler mettere in guardia. La confessione del ragazzo cambia la prospettiva della seconda parte del film, che scorre comunque con lo stesso tono uniforme della prima, tono talmente opprimente che, alla fine della proiezione, allo spettatore non rimane altro che tirare un bel sospiro di sollievo. Un film horror ben riuscito è in grado di terrificare anche senza mostrare nulla di sconvolgente, semplicemente evocando qualcosa di tremendo: il film della Meier agisce, forse non del tutto consapevolmente, nello stesso modo, creando un'attesa frustrante che porta lo spettatore a temere un evento tragico capace di catalizzare l'attenzione, ribaltando - nel bene o nel male - le sorti della storia. In realtà, una volta scoperto il segreto di Louise e Simon, la reazione dello spettatore si avvicina a quella della giovane che cerca di convincere il fidanzato, sconvolto e arrabbiato dopo aver scoperto cosa si portano dentro i due fratelli, che la realtà venuta a galla non cambia nei fatti la loro posizione.

Sister è una finestra su una realtà disagiata che sa creare efficaci contrasti sia tra ambienti differenti che all'interno di uno stesso ambiente, evitando il ricorso semplicistico e irreale alla divisione buoni/cattivi (da sottolineare le ottime interpretazioni di Lea Seydoux e Kacey Mottet Klein). Si tratta tuttavia di un film che vale un'unica visione, perché come tutte le finestre che si affacciano su qualcosa di spiacevole, per il cuore o per la coscienza, dopo aver dato un'occhiata si preferisce tenerle ben chiuse.

Titolo originale: L'enfant d'en haut; Regia: Ursula Meier; Sceneggiatura: Antoine Jaccoud, Ursula Meier, Gilles Taurand; Fotografia: Agnès Godard; Montaggio: Nelly Quettier; Scenografia: Ivan Niclass; Costumi: Anne Van Brée; Musiche: John Parish; Produzione: Vega Film, Archipel 35, Radio Télévision Suisse, Bande a Part Films, Canal+, Ciné+, Office Fédéral de la Culture, Zuercher Filmstiftung, Fonds Regio Films, Suissimage, Centre National de la Cinématographie, Eurimages, Cofinova 8, Soficinéma 7; Distribuzione: Teodora Film; Durata: 100 min.; Origine: Francia/Svizzera, 2012

 


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