Quando si nomina la Pixar, immediatamente la mente di un cinefilo (e non) associa alla casa cinematografica il divertimento assicurato e la perizia stilistica. L’impressione, tuttavia, guardando Cars 2 (che giunge a “soli” cinque anni di distanza dal primo Cars), è che i due registi Lewis e Lasseter siano stati “messi sotto pressione” per sfornare un sequel che poteva aspettare ancora un po' di tempo prima di giungere ad allietare giovani e meno giovani spettatori, non rimasti delusi dalla prima pellicola.
La grafica è senza dubbio eccezionale, ma difetta l’impianto della trama: troppo macchinosa, eccessivamente pensata (politicamente orientata) rispetto alla naturalezza che aveva contraddistinto il “moralismo” del primo Cars. Se nel primo episodio, infatti, il motore portante della pellicola era l’amicizia, quel meraviglioso sentimento che porta le persone a sposare una causa lavorando insieme per vincere, nel secondo episodio, invece, si è scelto un macro tema, quello dell’energia verde (in perfetta linea con la rivoluzione obamiana), farcito dell’attività di spionaggio che risulta poco dirigibile all’occhio e all’orecchio di un fanciullo che si approccia alla visione del film animato. La pellicola esordisce con una scena di spionaggio, con l’agente Finn McMissile indaffarato su delle piattaforme petrolifere. Il protagonista indiretto del film è difatti l’oro nero, quella risorsa naturale che ha generato e genera ancora oggi guerre in varie parti del globo. Lo scenario è quello del World Grand Prix, un campionato organizzato da un ricco petroliere che ha deciso di creare un carburante alternativo per abbandonare il petrolio. Durante le gare alle auto verrà fornito il nuovo carburante per dimostrarne l’affidabilità, dettaglio che poteva apparire in prima battuta marginale, ma che cela in realtà il complotto sotteso al Gran Prix: lo scopo infatti è di mandare a monte l’affidabilità del nuovo carburante alternativo per continuare a lucrare sul vecchio petrolio. Come in una spassosa commedia degli equivoci, dunque, Cricchetto (l’amico del cuore di Saetta McQueen, che decide dopo iniziali reticenze di partecipare alle gare che si svolgeranno in Giappone, Italia e Inghilterra) viene scambiato per un agente sotto copertura. Un informatore americano avrebbe dovuto fornire a McMissile delle informazioni che tuttavia, per una serie di eventi fortuiti, finiscono nelle mani di Cricchetto, il quale diviene da allora il protagonista assoluto del film, chiudendo la pellicola con lo smascheramento dell’insospettabile “cattivo”.
Tutto ben costruito dunque ma, non ce ne vogliano i geni della Pixar, il sentore è che in tutto questo garbuglio di scene d’azione, manchi la magia, la fantasia che porta la mente a compiere voli pindarici e ad immaginarsi di essere parte di quel mondo di macchine così umanizzate. E quando il sogno viene spezzato così bruscamente, per lasciare spazio al “fracasso” della spy story, l'impressione che rimane è quella di essere molto lontani dalla bellezza, semplice e commovente, di pellicole come Wall-E, Nemo, Monsters & Co ...
TITOLO ORIGINALE: Cars 2; REGIA: Brad Lewis, John Lasseter; SCENEGGIATURA: Ben Queen, Nathan Stanton; FOTOGRAFIA: Sharon Calahan; MUSICA: Michael Giacchino; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2011; DURATA: 120 min.
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