Lavoro corale prodotto con coraggio (ma anche con un po' di furbizia) da Studio Canal, 11 settembre 2001 esce nelle sale, dopo l'anteprima al Lido, ad un anno esatto dal crollo delle due torri, quando le polemiche della prima ora (subito tacciate di anti-americanismo) sembrano essersi esaurite in un più o meno solidale tributo alle vittime della tragedia e nel boicottaggio americano del film.
Di diverso avviso gli undici cortometraggi proposti nella selezione, che coscienziosamente hanno scelto di ridurre l'avvenimento ad un semplice pretesto per parlar d'altro evitando inutili confronti, ma nello stesso tempo mostrando realtà "normalmente irraggiungibili" dalle telecamere e dai commentatori della CNN.
Un collage di sguardi molto personali sorretto da una squisita quanto inattesa unità (ogni regista ha lavorato completamente all'oscuro di ciò che stavano facendo gli altri) e in qualche modo didattico, pedagogico. Dice Alain Brigand, produttore artistico:
"Ho proposto a 11 registi famosi di rileggere quegli eventi mantenendo la prospettiva della loro cultura, dei loro ricordi, delle loro vicende, della loro lingua. Il soggetto diceva: 'Create un film che duri 11 minuti, nove secondi e un fotogramma – 11'09"01 – sugli eventi dell'11 settembre e sulle loro conseguenze."
11 Settembre 2001 ha insomma il carattere di una riflessione veramente globale sul neocolonialismo (che con violenza torna ad essere spietatamente imperialista), sulla difficile convivenza tra culture, ma soprattutto sulla paradossale sperequazione tra le esistenze che si accaniscono in una solitudine sempre più evidente. Parallelamente alla globalizzazione immediata di un avvenimento come il crollo delle Twin Towers, c'è qualcuno che nemmeno se ne accorge, magari perché sordomuto (come la protagonista del bellissimo corto di Lelouch) o semplicemente svilito dalla propria solitudine (come l'anziano Borgnine nell'irridente episodio di Sean Penn).
L'accusa, insomma, è chiara: dare una così vasta risonanza ad un unico fatto (per quanto tragico) porta inevitabilmente ad eclissare tutti gli altri avvenimenti e ad ignorare altre migliaia di piccole e grandi tragedie, che si consumano in un'indifferenza sempre più globale e interessata.
Scopriamo così (grazie all'esule cileno nel corto di Ken Loach) che in un medesimo 11 settembre del 1973 un colpo di stato militare, organizzato niente meno che dagli USA, ha represso nel sangue il primo governo democratico del Cile; che l'11 luglio del 1995, a Srebrenica, è avvenuto uno dei più efferati crimini della guerra in Bosnia e che (ci dice Denis Tanovic), a partire da quella data, l'11 di ogni mese tutte le donne di Srebrnica, anche loro "Per non dimenticare" , scendono in strada per manifestare.
Ecco allora (ci racconta Samira Makhmalbaf) che in parallelo al "Nulla sarà più come prima" gli esuli afgani in Iran continuano a far essiccare mattoni al sole, mentre i bambini cercano di capire cosa sia un cellulare, cosa siano due torri.
Riflessioni più personali quelle dell'egiziano Youssef Chahine, importunato dai dubbi senza soluzione di un marine morto in Libano, e del giapponese Shohei Imamura, che utilizza un uomo serpente per descrivere l'ignobile vigliaccheria della guerra, per arrivare poi allo schermo nero e ai voli agghiaccianti delle vittime in caduta libera del messicano Alejandro González Iñárritu, che chiama in causa le mille voci dei mille commentatori di quel giorno e al modestissimo lavoro di Mira Nair, che ricostruisce senza pretese la vicenda di un indiano mussulmano accusato prima di terrorismo e poi celebrato con gli onori perché sacrificatosi a Ground Zero.
Se gli episodi di Loach, Makhmalbaf, Lelouch e Penn, insieme alla divertente parentesi Idrissa Ouedraogo e dei bambini del Burkina Faso che danno la caccia a Bin Laden per accaparrarsi la ricompensa promessa da Bush, sono senza dubbio i più intelligenti e meglio riusciti, lascia perplessi il brutto piano sequenza di Amos Gitaï, l'unico corto che tenta il paragone tra la quotidiana carneficina (voluta e perpetrata) in Israele e lo spettacolare attacco alle Twin Towers.
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