Dopo il successo di In un mondo migliore, Susanne Bier cambia decisamente registro per confezionare una commedia romantica girata prevalentemente in costiera amalfitana. Messi decisamente da parte gli strascichi stilistici di Dogma 95, e abbandonati i toni cupi delle sue ultime produzioni, la regista danese imprevedibilmente confeziona una commedia dai colori e calori assolati.
Ida (un’ottima Trine Dyrholm) ha appena finito la chemioterapia per un tumore al seno e scopre il marito a letto con la ragazza svampita di turno. Philip (Pierce Brosnan) è un imprenditore un po’ scostante che permette al figlio di sposarsi presso l’enorme villa di famiglia in Italia. Si dà il caso che il ragazzo debba sposare proprio la figlia di Ida. Chiamati a raccolta per il matrimonio, tutti i personaggi che gravitano intorno i ragazzi passeranno qualche giorno presso la splendida villa, con inevitabili conseguenze. Tra Philip e Ida nascerà del tenero e la gelosia della sorella della moglie defunta di Philip non potrà che scatenarsi. Il marito di Ida si presenta accompagnato e il matrimonio da celebrarsi forse non è così irrinunciabile. Tutto ciò - apprezzabile o meno - che ha sempre caratterizzato il cinema della Bier qui sembra essersi dissolto nei colori accesi, nei paesaggi da cartolina, nei meccanismi collaudati di una commediola romantica che nulla toglie e nulla aggiunge alla lunga lista di pellicole appartenente al genere. Certo, a volerli tenacemente rintracciare, si potrebbero individuare echi rohmeriani e di certo cinema francese, ma a noi sembra che la Bier voglia catapultarsi ad Hollywood, piuttosto che rimanere in Europa. C’è chi ha definito il film un “esercizio al rovescio” della cineasta che in fondo non fa che ripercorrere, con registro opposto per l’appunto, gli stessi temi di sempre. Ma per dirsi riuscito, l’esercizio di stile dovrebbe presentare un appeal (contenutistico e metacinematografico) di cui Love Is All You Need sembra privo.
Certo, la pellicola non è sguaiata, ne’ manca di equilibrio. Ma Love Is All You Need è quello che è. Si fa davvero fatica a vederci altro oltre una commedia romantica senza troppo estro. Non si può dire che non esista una storia e un’efficace maniera di accompagnare il suo svolgimento. Non si può neanche affermare che i clichè non siano ben incastrati, come in un meccanismo antico ma oleato e funzionante. E si sarebbe un poco frettolosi nell’affermare che le location siano sterile sfondo da cartolina. Tuttavia, si sarebbe piuttosto ingenui nel voler a tutti i costi trovarci sapori pieni e profondi, capaci di soddisfare un vero appetito. Non che a questo film manchi sostanza, a ben vedere Love Is All You Need mette in campo un male difficilmente curabile, la difficoltà di affermare la propria identità sessuale, le relazioni familiari come armi a doppio taglio, le delusioni d’amore e gli entusiasmi ritrovati. Eppure la sensazione resta quella di un film che volutamente vola basso, una mancanza di coraggio ad osare a cui la Bier non ci aveva abituato.
Titolo originale: Den skaldede frisør; Regia: Susanne Bier; Sceneggiatura: Anders Thomas Jensen; Fotografia: Morten Søborg; Montaggio: Pernille Bech Christensen, Morten Egholm; Scenografia: Peter Grant; Costumi: Signe Sejlund; Musiche: Johan Söderqvist; Produzione: Zentropa Productions, Zentropa International Sweden, Zentropa International Köln, Film i Väst, Lumière & Company, Teodora Film, Slot Machine, Liberator Productions, ARTE, Network Movie Film-und Fernsehproduktion, ZDF; Distribuzione: Teodora Film; Durata: 116 min.; Origine: Danimarca/Svezia/Italia/Francia/Germania, 2012
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