L'ora di religione PDF 
Nando Dessena   

Marco Bellocchio ha il cinema addosso. La settima arte lo caratterizza già dal nome, direbbe probabilmente Enrico Ghezzi. Il suo sguardo, tuttavia, non è banalmente bello, non si fa carico di visioni estetizzanti, di immagini decorative, di orpelli e manierismi. Lo sguardo di Bellocchio è sempre in bilico piuttosto, e da sempre aggiungo, tra il politico e il militante. Le migliaia di chiaroscurali fotogrammi di interni borghesi che dal principio della sua carriera custodiscono l’anima esplosiva del suo cinema deflagrano di volta in volta nel corpo filmico delle sue opere. Nessuna verità in tasca, solo i pugni.

L’ora di religione, parabola del buon bestemmiatore, spiattella senza mezzi termini le contraddizioni insite nell’istituzione cattolica ma soprattutto nell’istituzione familiare, minandone le già fradicie fondamenta. Il processo di beatificazione della madre del protagonista, l’illustratore Ernesto Picciafuoco (Sergio Castellitto), è il motore del plot. La donna, uccisa in un accesso d’ira dal figlio ritardato Egidio, (fratello di Ernesto), stanco di dover reprimere la propria ossessione per le bestemmie contro dio, viene considerata dal clero alla stregua di una martire cristiana, e perciò in odore di santità. In realtà sono i parenti stessi della donna, escluso Ernesto, ateo convinto, a spingere e pressare il Vaticano, perché la beatificazione gioverebbe alla riabilitazione economica e sociale della loro famiglia, una volta nobile e viziosa ma ormai decaduta e in cattive acque. Insomma una catarsi modernissima per una vita tutta sbagliata. Partendo da un intreccio volutamente anacronistico, come del resto è anacronistico il concetto stesso di borghesia, il regista ci illustra il percorso, in qualche modo un cammino di fede, del proprio feticcio. Ernesto è aspro e sarcastico come l’irritante sorriso che lo accompagna da tutta una vita, il medesimo sorriso che solcava il volto di sua madre, una donna stupida come i dogmi che ha sempre cercato di imporre ai propri figli.

Il figlio di Ernesto invece si interroga, come fosse un adulto, sui profondi temi del senso della vita, della morte (l’idea dell’aldilà come polizza assicurativa) e sulla costante presenza di un dio seccatore, che, se è vero quello che dice a scuola la maestra di religione, “se è dappertutto non sono più libero neanche un secondo”. Tanto vale allora essere libero, di “stare per conto mio, di pensare da solo”. La sequenza iniziale del film si apre proprio con il litigio fra il bambino e il suo dio onnipresente, e l’inquietudine del piccolo si riverbera per tutta la pellicola fino alla catarsi, alla bestemmia liberatoria del matricida, quel “porca madonna”, “porco dio” costata il divieto ai minori di 14 anni e la scomunica della CEI (cfr. estratto dalla valutazione della commissione: “non è confortante pensare che questo sgangherato pamphlet rappresenterà il cinema italiano al festival di Cannes, prestigiosa vetrina internazionale”). Lo stesso regista ha tenuto a precisare che a suo avviso tanto rigore dipende “da un'interpretazione sbagliata del film, qualcuno lo ha visto come una denuncia dell'affarismo della Chiesa, ma non è così, L'ora di religione è una tragedia famigliare, la Chiesa non c' entra, non c' è alcuna intenzione di offendere”, e così la sequenza della bestemmia non nasce da intenzioni blasfeme e “quelle parole sono l'espressione della disperazione e della follia del personaggio, come il grido di Cristo sulla croce”. Questa sorta di apologia della patologia mentale come forma di rivoluzione alle imposizioni delle sovrastrutture culturali, all’ipocrisia di una borghesia totalmente incoerente agli ideali che afferma di sostenere, è riconducibile alle convulsioni epilettiche con cui il giovane Lou Castel (protagonista di I pugni in tasca) sfuggiva alla condanna dell’amore assolutamente autoreferenziale della propria famiglia.

Il moralismo di Bellocchio si riflette nella coerenza manifesta dei propri protagonisti: Ernesto Picciafuoco, sebbene senza certezze, senza garanzie, confessa candidamente al figlio di non credere in dio e mostra senza veli la propria umana fragilità. Come ha acutamente notato Roberto Nepoti su Repubblica, Ernesto si trova a combattere un sistema “capace di neutralizzare qualsiasi voce dissidente in un bigottismo di maniera sotto cui si celano cinismo e culto dei propri interessi […] Nella dimensione in cui Ernesto si ritrova a vagare anche gli angeli, come la bella insegnante di religione di suo figlio, che ha appena conosciuto e di cui si è innamorato, potrebbero essere agenti dell'Opus Dei; ma è proprio qui che l'uomo dovrà compiere una scelta radicale, mettendo in gioco la propria identità”. Nel grande circo della beatificazione messa in scena, dove il divino diventa un pretesto per giustificare gli eccessi del proprio ego, la più grande professione di ateismo diventa dunque l’amore per una donna, l’amore per l’altro, concetto quanto mai cristiano e altrettanto dimenticato, sepolto dall’avidità e dalla cupidigia. Il primo amore è l’età più bella per essere immortali, basta non scordarselo mai.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.