Hitchcock PDF 
Paolo Fossati   

Ogni cinefilo avrà di certo provato un brivido nell'apprendere che era stato realizzato un biopic su Alfred Hitchcock. La suspense sarà salita alle stelle, scoprendo che il film racconta solo un breve periodo della vita del maestro, circoscritto intorno alla vicenda produttiva di Psycho. Il testo di riferimento è il celebre Alfred Hitchcock and the Making of Psycho di Stephen Rebello, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1990 ed edito in Italia da Il Castoro. Per la realizzazione di questa storia metacinematografica, ambientata alla fine degli anni Cinquanta, Hollywood ha messo in scena un film in costume che illustra tutto il fulgore e il rigore produttivo del periodo, senza dimenticare di svelare i retroscena della sua più fiorente industria, quella del cinema.

L'epoca, come è noto, è attraversata dal travagliato rapporto tra autori e Motion Picture Producers and Distributors of America, l’ente preposto al controllo delle sceneggiature, che attraverso il codice di autoregolamentazione, e con le sue commissioni, applicava la famosa forma di censura preventiva che tanto mise i bastoni tra le ruote ai registi, quanto fu aggirata con soluzioni di ripresa e montaggio innovative dagli autori. Come è noto, la classe, l'inventiva e l'ironia di Hitch hanno consentito al cineasta di origine inglese di realizzare film controversi e magistralmente in equilibrio su sinossi dalla doppia lettura. E il progetto di Psycho fu per il maestro un modo di spingersi verso un obiettivo estremo. Ogni scelta di Hitchcock era motivata da un pensiero lungimirante, guidato dall’ipotesi del particolare effetto che avrebbe fatto sugli spettatori: ad esempio, incontrando durante i casting Anthony Perkins, capì immediatamente che l’attore era perfetto per interpretare il killer ispirato a Ed Gein, il disturbato Norman Bates. Perkins era convinto che sarebbe stato difficile lavorare ad Hollywood ed era tormentato da fantasmi personali a causa del suo affetto ossessivo nei confronti della madre. Hitch sorrise sornione e, scoprendo che il ragazzo era sempre stato affascinato da Delitto per Delitto e Nodo alla Gola, affermò: Psycho sarà la loro ideale prosecuzione. Ripensando alle tematiche dei tre film è infatti riconoscibile la presenza di un personaggio maschile fragile che si trova implicato in un delitto, e molte letture critiche hanno individuato tratti di omosessualità nei tre (ovviamente solo suggerita e mai delineata in modo esplicito, viste le norme del codice di autoregolamentazione). Hitchcock è dunque dipinto come un burattinaio capace di muovere gli attori attraverso invisibili corde, anche psicologiche. Si verifica un interessante paradosso, oggi, nel film diretto da Sacha Gervasi: una star deve dare vita e corpo al regista, divenuto personaggio. Anthony Hopkins riesce nella difficile sfida di far dimenticare allo spettatore, per il tempo della visione, la propria identità attoriale. Nonostante gli occhi inconfondibili, l’attore riesce ad interpretare lo sguardo interrogativo e giudice al contempo di Alfred Hitchcock. Ne restituisce la fisicità e il carisma. La vicenda professionale e di vita tra Alma (Elen Mirren) e Hitch viene narrata insistendo sulle criticità della relazione ed evidenziandone ogni possibile elemento emotivo. La scelta è dunque quella di rendere il film sulla lavorazione di Psycho una storia sentimentale, una tranche de vie di due coniugi che si affacciano alla terza età, morsi da una voglia di vivere che sono abituati ad incanalare nell'arte. Come faranno anche questa volta, con uno sforzo economico e psicologico immenso.

Il cinema è un’arte che, decennio dopo decennio, scopriamo essere in grado di raccontare la Storia attraverso le molte storie messe in scena. Ci offre un mosaico tridimensionale delle epoche passate. In quest’ottica è sempre interessante interrogarsi sulle opere coeve, per quanto realizzate in ambiti produttivi diversi. Nel 1960, in Italia, Federico Fellini presenta La Dolce Vita, girato nel 1959, nello stesso periodo di Psycho. Un film naturalmente molto diverso, nel quale però il lato onirico e le sperimentazioni nella struttura narrativa paiono essere in sintonia con quell’ansia marcatamente umana di Alfred Hitchcock: la foga nel voler realizzare un capolavoro che sconvolga il pubblico. Non dimentichiamoci che nella celebre pellicola felliniana c'è spazio per l'episodio di Steiner che uccide i propri figli, sconvolgendo la società proprio come Ed Gein. Delitti maturati in due paesi distanti, in due ambienti sociali di estrazione molto diversa, si dirà. Atrocità distanti, ma capaci di evocare un brivido comune per tutti gli spettatori inermi degli efferati crimini. O meglio, delle loro rappresentazioni sul grande schermo. Lontani dal voler costruire analogie tra i due registi, non possiamo però ignorare l'affinità dei due capolavori: entrambi film che osano creare cortocircuiti tra la cronaca e i territori della fiction. Ognuno insegue i propri fantasmi, alcuni riescono addirittura a dialogare con loro, come la sceneggiatura di Hitchcock sottolinea facesse Hitch, quando, ossessionato dall'omicidio, riusciva a farne un punto di vista: un osservatorio privilegiato per scandagliare le vicende umane.

La chiusa ironica è in perfetto stile Alfred Hitchcock presenta (la celebre serie tv realizzata tra il 1955 al 1962, responsabile forse di quella preoccupazione di Hitch di non chiudersi in un format, che gli fece vedere Psycho come una via di fuga, oltre che come una sfida da vincere per sentirsi vivo). Alfred Hitchcock attraversa lo schermo e si rende protagonista di un’interpellazione sull’impietoso destino dell'effimera celebrità hollywoodiana, che non dura se non alimentata da continui successi. Questo sipario dà la possibilità allo spettatore di lasciare il cinema pensando a Truffaut, che restituì i meriti autoriali al maestro del brivido con la famosa intervista che ne ripercorre la filmografia, e sperare in un altro film possibile tratto da un libro di cinema: il meraviglioso Il cinema secondo Hitchcock.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.