Visto che ci occupiamo di critica, iniziamo dalle critiche. Che non sono mancate, com'è inevitabile che sia per un film scomodo come The Reader. Ha iniziato il New York Times, il cui critico ha accusato il film di Stephen Daldry di “banalizzare l'Olocausto”, visto che il bel corpo, spesso nudo, di Kate Winslet, distoglierebbe l'attenzione da un dramma come quello del Nazismo. Kate Winslet è Hanna Schmitz, misteriosa donna che inizia al sesso il giovane protagonista. Li ritroveremo in un altro momento della loro vita, lui studente di legge e lei imputata in un processo contro i crimini nazisti. E ancora più in là negli anni, lui ormai padre e avvocato, lei rinchiusa in carcere. Le letture, oltre al sesso, sono il filo conduttore che lega i due, e anche il mistero che, con un colpo di scena da legal thriller, potrebbe rappresentare una svolta nella vita di Hanna.
Proprio la critica negativa del New York Times può aiutarci a fornire la chiave di lettura a un'opera che non è così semplice come sembra. L'opera più grande del Diavolo è stata convincere l'uomo della sua non esistenza (ricordate I soliti sospetti?): è una frase che sentiamo dire spesso. Il film di Daldry, forse, vuole raccontarci proprio questo. Mostrarci una bella ragazza, farcela desiderare, amare. Farci fare l'amore con lei. Per poi scoprire la verità. Per farci capire come il Male possa nascondersi dentro al normale. Anzi, addirittura dentro al bello. E provocare in noi un senso di disorientamento. Perché il film è costruito in modo da farci sposare il punto di vista del giovane protagonista, provare i suoi sentimenti. Così anche noi, vedendo Hanna imputata per orrendi crimini, proviamo un senso di repulsione e di condanna. Ma non dimentichiamo di averla amata, desiderata. E questo è tutt'altro che banalizzazione o revisionismo. Questo è scavare nella natura umana, che è fatta di sentimenti contrastanti, dove le cose non sono mai completamente bianche o nere. E questi sentimenti contrastanti sono quelli di una nazione intera, la Germania, che sta ancora facendo i conti con una colpa impossibile da lavare via come quella dei crimini del Nazismo. I sentimenti contrastanti di una nazione sono quelli che condannano senza giustificazioni, ma cercano anche di capire come tante persone abbiano partecipato a un simile orrore senza quasi rendersene conto, obbedendo agli ordini. Dopo che i “panni sporchi” sono stati lavati dalla cinematografia tedesca (La caduta, La rosa bianca – Sophie Scholl), ora è il cinema internazionale a occuparsi di questo tema. In questo senso i due protagonisti sono come le due Germanie: il corpo più giovane del ragazzo è a suo modo vergine, non ha vissuto quei fatti, è puro. Quello di Hanna è un corpo che ha vissuto, porta e porterà con sé i segni di una tragedia.
E anche in questo senso la nudità del corpo non è gratuita né banale. Anche dopo aver lavorato nei campi di concentramento, Hanna ha un lavoro dove veste una divisa, quella del controllore sui tram. Spogliarsi, per lei come per il suo giovane partner, vuol dire anche togliersi la divisa (per lei simile a quella militare, per lui qualcosa che lo caratterizza come un ragazzino). Essere nudi significa per entrambi essere qualcos'altro, forse ciò che vorrebbero essere. Ed è simbolico anche quel continuo lavarsi, un'azione che nel film vediamo fare ad Hanna in maniera quasi spasmodica. La prova di Kate Winslet, che ancora una volta recita con tutto il corpo, donandolo con generosità, è il cuore del film. Accanto a lei Ralph Fiennes, che interpreta il suo giovane amante da adulto, non è da meno (ed è curioso come il suo ruolo sia una sorta di nemesi dell'ufficiale nazista di Schindler's List).
The Reader mescola il film storico con il romanzo di formazione e il dramma giudiziario, e ha il difetto di durare forse più di quanto sarebbe necessario. É un film forse imperfetto, ma interessante. E si inserisce in un filone che sembra riportare il Nazismo ancora al centro dell'attenzione nel cinema hollywoodiano. Il perchè sta probabilmente in una dichiarazione di Spike Lee. “È stata l'ultima volta che l'America ha combattuto dalla parte giusta”.
TITOLO ORIGINALE: The Reader; REGIA: Stephen Daldry; SCENEGGIATURA: David Hare; FOTOGRAFIA: Roger Deakins, Chris Menges; MONTAGGIO: Claire Simpson; MUSICA: Nico Muhly; PRODUZIONE: Germania/USA; ANNO: 2008; DURATA: 119 min.
|