Yes Man è Jim Carrey e Jim Carrey è Carl Allen, lo "yes man" del titolo, il protagonista principale che rappresenta il corpus stesso del film di Peyton Reed, tratto dal libro autobiografico dello scrittore inglese Danny Wallace. In Yes Man si assiste, iinfatti, prima di ogni altra cosa, alla strettissima coincidenza tra esistenza della pellicola e presenza di una star in grado di renderla credibile. Il corpo dell’attore e il corpo del film collimano perfettamente.
Carl è l’uomo medio per eccellenza, ha un lavoro in banca senza particolari prospettive di carriera, è divorziato, e le sue sere trascorrono sul divano davanti alla tv. Nessuno slancio, nessun impeto, nessun interesse e una parola che domina la sua esistenza: "No". L’uomo fa del diniego uno stile di vita, e progressivamente si allontana dalla vita sociale e dagli amici. L’incontro con la filosofia di uno dei tanti predicatori a capo di uno degli ennesimi gruppi di autoaiuto, da sempre di tendenza negli Stati Uniti, gli cambierà l’esistenza. Il pensiero del "Si" predicato da Terrence Bundley (Terence Stamp) s’impossessa di Carl, che si ritrova obbligato ad aprirsi all’esperienza, sostituendo il suo sottrarsi, il rifiuto nei confronti di ciò che esce dall’ordinarietà lineare di una vita media e senza prospettive, con un motto trasformato in modus vivendi: "Yes, is the new No". La razionalità è messa al bando per gli "yes men", ad ogni richiesta non è opponibile un rifiuto: l’unica risposta possibile diventa "Si". Così Carl si ritrova a fare cose prima inimmaginabili e apparentemente inutili (la loro utilità si rivelerà nel corso della storia): si iscrive ad un corso di coreano, prende lezioni di volo e di chitarra, aiuta i senzatetto, e grazie alla nuova filosofia incontra l’amore: Allison (Zooey Deschanel). La religione ottimistica che viene sposata dal protagonista traduce l’oraziano Carpe Diem in un’apertura incondizionata all’aleatorietà, al caso, ma soprattutto al caos. Il corpo elastico di Carrey è lo spazio fisico dove il caos può essere personificato. La corporeità dell’interprete, tradotta in una gestualità caricaturale e concentrata nella sua faccia di gomma, ha effettuato un percorso evolutivo dal lontano 1994 (The Mask e Ace Ventura). La padronanza del gesto e delle variazioni mimiche ha acquisito rigore. Il volto dell’attore è segnato dalle rughe nei primi piani e le espressioni facciali portate all’eccesso contrastano con un volto ormai maturo rispetto agli esordi. Il cortocircuito che si ingenera libera ulteriormente la comicità delle gag e delle situazioni ironicamente borderline vissute dal protagonista.
Yes Man è un elogio spensierato, anche se un po’ manicheo e semplicistico, dell’ottimismo e di una leggerezza del vivere incarnata dalla maschera comica di Jim Carrey. Il motto "Yes is the No" rielabora (consciamente?) l’espressione "Yes we can" di Barack Obama e spera con lui in un nuovo corso dominato da una filosofia ottimistica e positiva.
TITOLO ORIGINALE: Yes Man; REGIA: Peyton Reed; SCENEGGIATURA: Nicholas Stoller, Jarrad Paul, Andrew Mogel; FOTOGRAFIA: Robert D. Yeoman; MONTAGGIO: Craig Alpert; MUSICA: Mark Everett, Lyle Workman; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2008; DURATA: 104 min.
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