Antonio Rezza e Flavia Mastrella PDF 
di Lorenzo De Nicola e Mauro Brondi   

Al Torino Film Festival 2001 abbiamo incontrato Antonio Rezza e Flavia Mastrella che nella sezione Fuori Concorso hanno presentato il loro ultimo film Delitto sul Po, certamente una delle opere più interessanti e provocatorie che si sono viste al festival. Abbiamo intervistato i due artisti in diretta per Radio Torino Popolare. Qui di seguito pubblichiamo l'intervista radiofonica completata da altre domande che abbiamo loro rivolto fuori dalla diretta.

Delitto sul Po è senza dubbio un film coraggioso. Parliamo dei numeri della produzione: quanto è costato il film?

Antonio: Prima dell'intervento di Gianluca Arcopinto è costato pochissimo. Non sono cifre da basso budget, sono cifre che rischiano di farci sembrare degli avventori ridicoli. E' costato una ventina di milioni, però ha la cura di un superfilm.

Poichè avete seguito tutte le parti del film, dalla pre-produzione alla scrittura, alla confezione finale, qual è quella che preferite di più?

Flavia: Quella creativa, le riprese e il montaggio. La scrittura nel caso di Delitto sul Po non c'è stata, è stato un film a braccio.

Antonio: Il montaggio è stato quasi un tormento, è la parte che dà la forma al film. Però è anche molto faticoso, a volte è stato noioso montare, rivedi la stessa sequenza dieci volte...non è champagne! come direbbe Michel Platini, nostro riferimento calcistico nel film.

E come è nata l'idea di coprire il 15% del film di nero fisso?

Flavia: Quello è un ritmo, una musica...una musica visiva

Avete parlato di riferimenti. Come riferimenti cinematografici?

Flavia: Se ci sono è necessario che li trovino gli altri, non noi.

Qual è il cinema che più vi piace?

Flavia: Kubrick, Cronenberg...

Antonio: I soliti, di rado un italiano ancora vivente....c'è poca vita tra le quattro mura statali.

Quanto ha influenzato nelle vostre scelte il basso budget?

Flavia: quando cominci a fare una cosa la fai e basta.

Antonio: Ma non si rimpiange il fatto di non avere avuto soldi, magari si rimpiange che non si avranno soldi neanche quest'anno, che non li si avrà nemmeno l'anno prossimo...se tu vai e dai una martellata alla Pietà di Michelangelo ti arrestano...se tu non dai i soldi a delle opere d'arte viventi come potremmo essere noi non viene nessuno. Bisognerebbe scrivere al ministero e dire: "guarda stanno danneggiando il presente di due opere d'arte". La cultura dei vivi viene sempre sacrificata rispetto ai vecchi e ai morti. Siamo una cultura vecchia e morta.

Delitto sul Po è un film politico che attacca fortemente le istituzioni...

Antonio: E' un film che attacca ogni manifestazione del potere e proprio l'idea del potere stesso...ma non è dichiaratamente esplicito, se vuoi lo vedi che è un film politico. Noi non abbiamo mai menzionato la politica becera, specialmente quella italiana, abbiamo altri riferimenti per fare politica.

Ci è sembrato evidente un certo riferimento agli ultimi accadimenti della passata estate di Genova...

Antonio: Il film nasce prima, quest'estate era già pronto. Noi non siamo andati a Genova, siamo forse tra i pochi registi che non si sono interessati a Genova. Non ci siamo riconosciuti in questo problema, siamo globalizzati dal dopo della seconda guerra mondiale, era inutile accorgersene adesso. Non è provocatorio, prima di aggredire l'etica bisognerebbe aggredire l'estetica. Se c'è qualcosa da aggredire sono i palazzi che sviluppano estetica, chi vuol capire capisce...

A proposito del digitale. A parte la maggiore libertà, cosa ne pensate di questa nuova moda?

Flavia: A me non piacciono le mode. Noi è dal 1990 che lavoriamo in video, non abbiamo mai smesso di farlo perchè non abbiamo mai avuto molti soldi per fare una cosa diversa, ma le mode hanno dei limiti ideologici forti e gravi...il digitale sta diventando una cosa ridicola. Se non ci fosse l'esigenza di usare il video per problemi economici noi faremmo tutto in pellicola...in super 35! (sorride)

Antonio: Per noi è una necessità vera. Non è comparabile la profondità della pellicola con le tecniche di transcodifica. In ogni caso non esiste una democrazia che porti a far vedere le cose, quindi non può esistere una democrazia espressiva. Molti di quelli che usano il digitale si illudono di potersi esprimere ma in realtà si creano soltanto dei contenitori di mediocrità.

Come vi relazionate con internet considerando che avete un grande numero di cortometraggi che potrebbero essere visti in rete?

Flavia: E' l'inizio di un rapporto. Cominciamo adesso a prenderlo in esame. Delitto sul Po è concepito per essere rimontato, quindi è un prodotto potenzialmente da mandare in rete, perchè solo lì puoi prendere e trasformare.

Al cinema non si riesce più a ridere. Antonio, come ti senti in questo panorama?

Antonio: La comicità quando è codificata non fa ridere; oggi c'è molta comicità codificata, dialettale e regionale. Tra l'attore e lo spettatore si crea una sorta di complicità che ormai non fa più ridere. Poi abbiamo imparato a nostre spese, mentre giravamo Escoriandoli, che tutte le cose che fanno ridere mentre giri, proprio perchè codificate, non fanno ridere quando tu le rappresenti perchè c'è un codice di comportamento che lega tutti i presenti, fa ridere lì ma non fa ridere dopo...noi non ci poniamo il problema del riso. Oggi fa ridere chi parla di secrezioni vaginali, di qualsiasi tipo di fuoriuscite dal corpo, fa ridere quello che si è...o quello che essi sono...non c'è costruzione, non c'è nemmeno spontaneità della costruzione.

Avete già qualcosa pronto nel cassetto da realizzare nel futuro prossimo?

Flavia: Stiamo girando un film in Puglia: Sam, un altro lungometraggio sempre in digitale. Non sappiamo quando sarà pronto ma con il digitale non ci interessiamo degli articoli ministeriali e lavoriamo. Poi abbiamo Petardo a luce rossa che dopo esser stato bocciato dalla commissione a dicembre verrà ripresentato a marzo per farlo in pellicola.

Una battuta sul festival, su questa XIX edizione

Antonio: Il festival di Torino è ormai un avvenimento mondano, non è più un avvenimento sperimentale...

[Torino 20-11-01]

 


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