Il 16 novembre del 2003 va in onda in seconda serata sulla RAI la prima puntata di "Raiot" il programma ideato da Sabina Guzzanti che, spalleggiata dall'insuperabile Neri Marcorè nelle vesti del ministro Gasparri, realizza un record di ascolti impensabile per quella fascia oraria e per il tipo di programma. Ebbene, dopo un successo inaspettato, pochi avrebbero creduto che quella puntata sarebbe stata la prima e l'ultima. Infatti in pochi giorni si celebra la scomparsa definitiva del programma sotto i duri colpi di una querela miliardaria, dibattiti più o meno strumentalizzati sui rotocalchi di tutta Italia e un gran polverone che si dissolve nel nulla. Poco dopo il giudice delibera per l'insussistenza dei fatti, ma il programma non viene reinserito nel palinsesto. L'avventura di Sabina Guzzanti & C. si può dichiarare definitivamente conclusa.
Viva Zapatero!, presentato al termine dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia - dove ha da subito guadagnato il consenso del pubblico -, nasce proprio da quest'ultima legittimazione giuridica della trasmissione. Dichiara la stessa Guzzanti: "Ho deciso di realizzare questo documentario quando il giudice ha stabilito che la querela contro "Raiot" era priva di fondamento".
La comica muove i primi passi proprio dall'esperienza di censura vissuta in prima persona per allargare il discordo ai sistemi di controllo di massa attuati nel nostro paese al fine di ridurre al minimo la libertà d'espressione. Il documentario è pertanto un'inchiesta realizzata in prima persona - "alla Michael Moore" per intendersi -, che sfrutta come punto di partenza quel novembre di due anni fa per poi operare un excursus sulla situazione della satira in Europa, portando alla luce le conseguenti differenze con il nostro paese: "È stato importante verificare che queste restrizioni della libertà d'espressione riguardano solo l'Italia; che certo c'è una tendenza generale in questo senso negli ultimi anni, ma non ha niente a che fare con quello che succede qui da noi. È stato importante anche sperimentare l'Europa, scoprire che qualcosa significa. Che c'è un'appartenenza concreta, che abbiamo principi comuni e che oltre all'unione monetaria è possibile anche un'unione umoristica".
Ma la Guzzanti non si ferma qui e addirittura arriva a superare il modello statunitense. Attraverso uno stile asciutto e rigoroso - punteggiato dalle interviste ai più svariati personaggi dello spettacolo e della cultura come Rory Bremner, Daniele Luttazzi, Michele Santoro, Dario Fo, Flavio Cattaneo, Paolo Rossi, Beppe Grillo, Furio Colombo - la comica tiene ancora una volta banco facendo vera e propria satira di un'esperienza drammatica e personale. Il suo maggiore pregio è infatti quello di non cadere nella facile trappola della vendicativa denuncia unidirezionale per un torto subito. Chi pensa di trovare in Viva Zapatero! un appagante e propagandistico attacco a Silvio Berlusconi rimarrà certamente deluso. La Guzzanti, infatti, se da una parte smaschera con astuzia i totalitaristici meccanismi di censura, dall'altra denuncia l'ignavo atteggiamento di quegli organi e di quegli schieramenti depositari del compito di tutelare il cittadino dai suddetti soprusi. Sulla stessa bilancia vengono messi Berlusconi, Gasparri, Petruccioli, Polito (solo per citarne alcuni) e stranamente l'ago non sembra pendere da nessuna delle due parti.
Come si può ben capire il film risulta più articolato e complesso di quello che potrebbe sembrare ad un primo sguardo. Con il sorriso sulle labbra riesce a collimare temi quali il terrorismo e il controllo mass-mediatico, la censura e la libertà d'espressione, la satira e la propaganda, affiancando il suo lavoro a titoli come Good Night, and Good Luck di George Clooney e Outfoxed (Robert Grennwald, 2002) documentario - ancora non distribuito in Italia - sul monopolio del magnate Rupert Murdoch.
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