Piemonte Movie (gLocal Film Festival) PDF 
Gabriele Diverio   

Da pochi giorni si è conclusa la decima edizione di Piemonte Movie, la prima recante sottotitolo gLocal Film Festival. Il sottotitolo a volte è la semplice traduzione di un titolo in lingua straniera, altre volte è una trovata mediatica buona per vendere un brand, altre volte ancora è solo un ammiccamento al lettore per far sì che capisca immediatamente di cosa si sta parlando. Di questo festival il sottotitolo è invece la carica che permette il funzionamento di una macchina che ad ogni edizione cresce ed attira su di sé un'attenzione sempre maggiore. Motivo per cui, dato il numero esiguo di persone che lavorano al festival, ci auspichiamo un crescente aumento di forze e una più precisa definizione delle competenze messe in atto. Un festival vincente è una squadra vincente, non un insieme di solisti.

“Pensare locale, agire globale”, il motto del vice direttore Vittorio Sclaverani – che cura la sezione Terre di Cinema, destinata al rapporto con festival di altri Paesi – ha contagiato tutto lo staff di Piemonte Movie e il motivo è presto spiegato. Piemonte Movie è una manifestazione che ogni anno fa il punto della situazione cinematografica regionale, ma non per questo ha timore di guardare oltre i confini – del Piemonte e dell’Italia – per cercare dei punti di contatto con altre realtà, stringere nuovi legami e rendersi conto, con stupore e soddisfazione, che le distanze non rendono diversi i bisogni delle persone. L’attenzione per il cinema e per le tematiche sociali è stato inoltre rimarcato dal filo rosso che ha attraversato tutte le sezioni della manifestazione: The Stranger Edition – dopo la Work Edition del 2009 – ha voluto significare interessarsi del mondo che circonda ogni singola persona, poiché ognuno percepisce come “altro”, diverso, a volte estraneo (con connotazione negativa) le persone che gli stanno intorno. Non è stata, come molti hanno creduto, un’edizione “strana”, né tantomeno “straniera” – intesa come divisione nazionale –, bensì un’edizione “altra”, sconosciuta, che aveva come obiettivo quello di far incontrare e di unire persone di cultura diversa. E a giudicare dalla folta ed eterogenea folla presente all’inaugurazione del 4 marzo al cinema Massimo – in occasione della proiezione di Magdalena di Alejandro de la Fuente –, le speranze degli organizzatori sono state rispettate. La comunità rumena, la più radicata sul territorio torinese e in quello dell’intero Paese, si è integrata con quella italiana per una serata unica nel panorama dei festival cinematografici. Alla presenza di Ettore Scola e Diego Novelli, il direttore del festival Alessandro Gaido ha indicato l’integrazione e la pacifica e rispettosa convivenza come uniche alternative ad un futuro che troppo spesso, ultimamente, ci appare grigio e desolante. Torino sta cambiando pelle (ancora una volta) e non possiamo far finta che non stia accadendo. E il termometro di quanto rapidamente stia cambiando ce lo dà anche l’alto numero di nomi e cognomi stranieri presenti nei credits delle opere in catalogo: i nuovi torinesi provengono da tutto il mondo, fanno del territorio che si espande sotto la Mole la loro casa e poi partono da qui per tutti gli angoli del globo.

Il concorso Spazio Piemonte – che vedeva in gara 168 film brevi – è stato anche quest’anno il cuore della manifestazione: il pubblico segue con affetto i lavori arrivati alla segreteria del festival e, pur essendo presenti opere amatoriali, il livello qualitativo è cresciuto rispetto lo scorso anno. La divisione in gruppi tematici dei corti in competizione ha permesso un'affluenza mirata da parte del pubblico, che ha così potuto scegliere tra documentari, videoclip, corti di genere thriller/horror, animazione. La giuria – guidata da Margherita Fumero – ha scelto come migliore video Linda di Vincenzo Greco: tre minuti ben scritti e girati che affrontano la tematica della violenza sulle donne con graffiante ironia. Speriamo che Greco possa battere la fortunata via già intrapresa, anni fa, dai fratelli De Serio, autori oggi aprezzati in tutta Europa ed omaggiati dallo staff di Piemonte Movie, che iniziarono anni fa raccogliendo i primi successi ad Anteprima Spazio Torino, la madre di Spazio Piemonte. Gli altri titoli meritevoli di premi sono stati: Mai così…vicini (miglior montaggio); Warming Safari (miglior fotografia); The secret (miglior attrice); Diario di un disagiato (miglior attore e gran premio della giuria); Il pasticcere ed Arithmetique, ex aequo (miglior corto d’animazione); Sunambiac e Come vinti dal sonno, ex aequo (Premio Machiavelli per la miglior musica originale).

I 400 lavori mostrati in 9 giorni di proiezioni provengono dalle altre sezioni del Festival  (Panoramica Film e Panoramica Doc) e dai Focus ideati dallo staff di Piemonte Movie. Come sempre ricca la sezione Panoramica Doc – curata da Emanuele Tealdi –, con tanti documentari “fantasma”, quelli cioè prodotti, girati e poi scomparsi dal circuito cinematografico. L’idea fondativa del festival è ancora presente: dar visibilità a chi non viene considerato dal mercato. Un peccato, quindi, dover constatare che il pubblico segua poco alcuni di questi appuntamenti, meritevoli di plauso sia perché di ottima fattura, sia perché rappresentativi della continua e faticosa lotta contro la distribuzione cinematografica italiana. Un rappresentante di spicco di questa categoria, Alberto Signetto, ha avuto l’onore di essere omaggiato di una retrospettiva che ha mostrato al pubblico i suoi lavori più introvabili. Tra i lungometraggi passati durante la decima edizione ricordiamo invece Giallo? di Antonio Capuano – “un ottimo gateau di patate quando ci si era fatti la bocca con un piatto a base di pesce”, come ha avuto modo di dire il regista campano durante la conferenza stampa di presentazione del festival –, e Le stelle inquiete di Emanuela Piovano, un delicato omaggio alla grande figura di Simone Weil. Gli altri lungometraggi prodotti o girati in Piemonte nel corso del 2009 sono stati selezionati da Claudio Di Minno e destinati a proiezioni riservate alle scuole, ognuna delle quali introdotta da tecnici e critici cinematografici. Interessantissimi sono infine stati gli incontri al Circolo dei Lettori: che si parlasse della figura di Mike Bongiorno, di quella di Cesare Pavese o di Gianni Rodari, oppure si affrontassero tematiche come quella dell’immigrazione o della scrittuta cinematografica, o andassero in scena gli splendidi costumi realizzati dai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti, il pubblico ha sempre risposto – nonostante un tempo poco amichevole – in modo attento e interessato.

Piemonte Movie, insomma, è diventato in soli tre anni un appuntamento atteso dalla Torino appassionata di cinema e siamo certi che saprà ritagliarsi uno spazio sempre maggiore all’interno del panorama culturale della nostra città.

 


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