Kitchen Stories: metamorfosi e inversioni PDF 
di Davide Morello   

Basandosi su una tradizionale struttura del racconto umoristico che gioca su rovesciamenti e inversioni di azioni, situazioni e identità, Kitchen Stories narra la storia di una società di ricerca che si occupa di studiare le condizioni di lavoro nelle cucine di scapoli volontari, con il fine di ideare progetti per l'ottimizzazione delle mansioni casalinghe. Studiosi osservatori giungono dalla Svezia in un paese di campagna della Norvegia con roulotte in serie fornite dalla ditta. Invadono la cucina dei loro ospiti piazzandosi con un'alta sedia che domina sulla stanza. Ma Kitchen Stories è anche la storia di un'avversione fra l'anziano Isak e il suo osservatore che diviene sincera amicizia fino all' identificazione-sostituzione.

Irruzione di un mondo tecnologico e scientifico in una semplice comunità contadina: le strane apparecchiature del filmato iniziale, l'insolito metodo di ricerca e la comunicazione vietata all'interno della casa di Isak, in cui si svolge l'intera storia, sono evidenti manifestazioni di uno "spaesamento" surreale, o, volendo, semplici eccessi di una società dei consumi che analizza da vicino il comportamento del consumatore.

Ma l'anziano Isak non si fa ingannare: non apre al suo nuovo ospite e lo costringe all'esterno, nella sua roulotte e quando l'accoglie in casa non gli dà la soddisfazione di utilizzare la cucina in modo consono: taglia i capelli al giovane amico, si fa il bagno, stende la biancheria per togliere la visuale al suo osservatore che è a sua volta inconsapevolmente soggetto ad una inversione di ruolo. Infatti l'anziano cucina nella camera da letto al piano superiore, dal quale, attraverso un buco sul pavimento, spia l'uomo ignaro: lo scienziato diventa cavia.

Lo spazio circoscritto dell'analisi distaccata del pensiero positivista, come risulta da una discussione con un collega dell'osservatore che verrà poi licenziato, diviene dapprima luogo delle nevrosi e delle ansie, poi fertile terreno sul quale edificare profondi sentimenti umani. La prima parte del film evidenzia la freddezza del rapporto fra i due protagonisti in cui regna l'incomunicabilità: una paradossale convivenza dei due uomini costruita sui loro silenzi e sulle gags reiterate, che esplicano l'antipatia di Isak nei confronti del suo scienziato destinato a rimanere puntualmente solo e al buio, costretto a subire l'irritazione di uno stuzzichino masticato avidamente ai suoi piedi, oppure del rubinetto lasciato gocciolante.

Una tazza di caffè e una fumata in compagnia sono i primi sintomi, i primi elementi narrativi, che anticipano la costituzione di un saldo e fatale legame. Identificazione preannunciata dal loro primo incontro. Non riuscendo a farsi aprire da Isak, l'osservatore, con una scala, sale lungo la parete esterna dell'abitazione fino ad una finestra, e due veloci inquadrature frontali mostrano i loro volti speculari con la pipa in bocca: confronto che suscita un certo shock in entrambi i personaggi e nello spettatore.

 

Dall'incomunicabilità all'esuberanza di comunicazione, un venir meno della diffidenza da un lato e della professionalità dall'altro. Eloquente indizio della trasformazione dell'osservatore è il dialogo che svolge con il suo collega ubriaco, reo di essersi messo a bere con l'ospite, il quale gli suggerisce di osservare maggiormente dentro se stesso. Un'altra significativa inversione di sguardi che è anche un punto di svolta narrativo. L'osservatore è assimilato in questo microcosmo delimitato al quale si è aperto e dal quale non vorrà più fuggire. I due festeggiano il compleanno di Isak quando il giovane amico del villaggio sentendosi tradito si allontana; si confidano e si prendono cura l'uno dell'altro. L'anziano si fa trovare per due volte addormentato sulla grande sedia dal sostituto direttore scientifico del progetto che cerca il suo dipendente ormai a rischio.

Quattro pareti all'interno delle quali ha luogo una vicenda apparentemente statica, per quanto riguarda le modalità di ripresa e l'unità di luogo, ma che rivela un intenso movimento di interazione e scambio fra le componenti semantiche messe in gioco. Rappresentazione di una situazione bloccata che genera costanti movimenti interni: dal moderno complesso aziendale alla semplicità del villaggio, dal soggetto vedente che si trasforma in oggetto visto, dall'utilizzo insolito dello spazio ad un uso maggiormente convenzionale, dall'inimicizia all'affetto, quindi dalla solitudine alla compagnia attraverso un passaggio che dal silenzio conduce alla comunicazione.

Il tema dell'inversione è già presente nell'incipit quando le auto provenienti dalla Svezia, attraversata la frontiera, devono cambiare senso di marcia, e si ripete in modo definitivo nel momento in cui, rimasto disoccupato e deciso a trascorrere il Natale con Isak, l'ex osservatore deve comunque tornare nel suo paese per consegnare la roulotte. La traina fino alla frontiera e la cede all'irritato responsabile del progetto. Un'altra inversione di marcia per tornare da Isak che nel frattempo è deceduto e al quale si sostituisce acquisendo la sua casa e il suo stile di vita.

Il giovane amico del paese, con il trattore, viene a prelevare la roulotte dell'osservatore mentre sta dormendo per abbandonarla sui binari della ferrovia. Stacco e si vede l'anziano giungere con il suo cavallo ammalato e recuperare l'abitazione mobile per riportarla davanti a casa. Altra scena chiave che palesa il cambiamento dei rapporti che vincolano i personaggi, ma anche un chiaro esempio di inversione e simmetria dell'azione. Doppi sono l'amico di Isak, il collega dell'osservatore, e naturalmente i due protagonisti.

 

Mondi contrastanti che si osservano e si studiano per poi coincidere. L'inversione e la sostituzione sono temi e procedimenti narrativi costitutivi. Si rovesciano i ruoli dei personaggi e gli spazi da loro occupati, i loro punti di vista e, di conseguenza, le modalità che regolano il loro sapere. In chiusura viene ribadito dal direttore dell'azienda che il dipendente ha perso il suo lavoro perché divenuto osservatore osservato. Cambiano gli aspetti della messa in scena: l'effetto straniante, le pause narrative, i silenzi, le inquadrature che ben separano i protagonisti con diverse angolazioni e con la dovuta distanza nella prima parte sono sostituite nella seconda parte da una forma più distesa, dal dialogo, da un avvicinamento progressivo dei personaggi, da un tono maggiormente edulcorato.

 


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