Si è svolto dal 3 al 5 maggio 2002 il neonato Reggio Film Festival, un'intensa "tre giorni" monografica dedicata a cortometraggi di produzione nazionale e, in qualche caso, internazionale sul tema "Mutazioni".
L'intera rassegna si è caratterizzata come "aperta", sia per il tema che ha permesso di sviluppare suggestioni molto varie, sia per la presenza di un'ampia selezione "fuori concorso", sia per le scelte tecnico/artistiche adottate nelle varie opere (oltre ai cortometraggi classici erano presenti lavori d'animazione tradizionale e "di sintesi", documentari e opere di videoarte), sia, infine, per l'accessibilità alle proiezioni, rigorosamente gratuite.
La giuria, composta da Marcello Fois, Maurizio Nichetti, Alessandro Scillitani, Anna Quarzi e Marco Montanari, ha decretato il primo premio per .COW di Marcello Gori, un divertissement ben realizzato, che ironizza sulle promesse un po' fasulle delle nuove tecnologie.
La Giuria Giovani, composta da studenti di istituti superiori e della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Modena e Reggio-Emilia, ha premiato Little Numba, la nuova sperimentazione di Daniele Lunghini e Diego Zuelli, reduci dal successo ottenuto a "Imagina" (e nel resto del mondo!) con Le foto dello scandalo.
Il video, che a differenza del precedente ricerca effetti bidimesionali pur avvalendosi di tecniche 3d, racconta l'evoluzione di un mondo immaginario, dalla genesi alla conquista di spazi sconosciuti, in qualche modo ammiccando al pre-cinema e all'immaginario delle spedizioni coloniali.
Una menzione speciale del Cineclub FEDIC di Reggio Emilia, organizzatori del festival, è andata invece a L'amore congenito di Giovanni Covini che sonda il territorio delicato della moralità comune mettendo in scena l'amore clandestino di una sorella e di un fratello.
Una volta tanto abbiamo avuto il piacere di assistere a progetti creati dalle scuole (assistiti principalmente dalla FEDIC) che eludevano il consueto cliché dell'opera didascalico-moralistica per tentare di valorizzare effettivamente la creatività dei ragazzi: laboratori audiovisivi, storie sincere e non scontate di sentimenti adolescenziali, vere e proprie sorprese creative come Uno Nessuno Centomila dell'Istituto Don Magnani di Sassuolo.
Come spesso accade i verdetti della giurie rischiano di oscurare il valore di molte altre opere.
In Ritratto di famiglia, Cosimo Terlizzi applica alla lettera il concetto di kinema, esplorando sapientemente, con un unico movimento di macchina di cinque minuti, i sentimenti nascosti dei personaggi di una famiglia nobile del 1867 ritratti in una fotografia d'epoca realmente scattata in occasione di un matrimonio.
Vivere, del livornese Daniele Riccioni, è debitore del realismo comico toscano alla Virzì: quattro minuti di feroce sincerità di coppia, al di là delle piccole ipocrisie che spesso nascono per quieto vivere.
Sul fronte dell'animazione buona prova di creatività l'hanno data il surreale Pittore, Aereo di Simone Massi, un corto già premiato in altri festival nazionali e il malinconico Le gobbe del giardino di Maria Castellana, ispirato a un racconto di Dino Buzzati.
Tra i lavori in concorso da segnalare inoltre il criptico H di Filippo Riva, uno dei pochi lavori in pellicola, il mélange linguistico di Montage n.2 di César Meneghetti e Pulpureo di Valentina Bersiga, già vincitore al Torino Film Festival/Spazio Italia nel 2000.
Anche lo Spazio Libero del festival ha offerto un'interessante panoramica su modi e stili diversi di affrontare il video.
A cortometraggi più tradizionali come il trasognante Effetto Zeigarnik di Vito Palmieri, che mette in scena il timido amore a bordo di un autobus di due persone affette da ipersensibilità verso le attività non concluse e Delitti esemplari, il "monologo" pulp di Andrea Graziosi, si sono succeduti lavori più sperimentali come Fermo Immagine di Davide Ragona, Her di Simona Da Pozzo, e opere di videoarte quali BLACK IMPERO di Alessandro Marani e Mauro Vecchi e Festina Lente di Lorenzo Pecchioni.
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