Le regole del gioco: Colpo vincente PDF 
Mario Bucci   

Stato dell’Indiana, anno 1952. Norman Dale, ex allenatore di basket radiato e finito in marina, viene assunto presso il liceo di Hickory per allenarne la squadra. Dapprima l’ambiente, sia scolastico che cittadino, si mostra contrario alla novità, poi però, grazie al carattere deciso di Norman, alle sue capacità e ai risultati della squadra, egli riesce a guadagnare la fiducia anche dei più riottosi, portando i cestisti della Hickory sul tetto del campionato.

La maggior parte dei film sportivi è costruito come una lunga marcia verso un obiettivo. Solitamente c’è un torneo da vincere o una partita decisiva da affrontare, e, come spesso accade, la squadra per la quale si parteggia è sempre una delle peggiori, se non proprio la peggiore, ovvero la meno indicata a raggiungere tale obiettivo. Colpo vincente di David Anspaugh, con Gene Hakman nel ruolo dell’allenatore e Dennis Hopper in quella del padre ubriacone di uno dei giocatori, non contravviene a questa struttura classica, e non apporta sostanziali modifiche. Anzi, proprio questa sua classicità, questo confronto rispettoso con il modello, rende la pellicola un film dal target ben preciso (non solo perché ambientato nel campionato di basket scolastico) e che lavora sull’idea di ordine, di sacrificio, di gruppo e di morale. Eppure il film parte molto bene, con questa figura dell’allenatore, di un uomo avversato da una comunità rigida e conservatrice, contraria ai cambiamenti. Proprio questo confronto tra il carattere di Norman e quello degli altri membri di Hickory sembra però l’elemento meno convincente: i suoi metodi alla fine costituiscono semplicemente un altro modello, troppo simile a quello contro il quale viene contrapposto. E se c'è qualcosa di davvero insopportabile negli archetipi “positivi” sono proprio le figure "militaresche", che pongono la loro regola (gerarchica) al di sopra di tutto e tutti.

Lo sport è rappresentato come un mondo estremamente sano: redenzione (il personaggio dell’ubriacone), incontro (la storia d’amore tra Norman e Myra, una collega della scuola interpretata da Barbara Hershey), unione (la famiglia, il gruppo) e salvezza (morale e fisica) sono sempre elementi chiave del percorso, e non vengono mai traditi o messi in discussione. Ricco anche di messaggi contro l’esclusione (l’idea del gruppo e la partecipazione collettiva alla vittoria), Colpo vincente è un film che nasce e si costruisce sull’idea del confronto (la partita), che a volte sembra didascalico (e datato), a volte comico (il cappotto da capitan Findus di Gene Hakman lo contraddistingue dal resto dei cittadini contadini), raramente davvero sensibile (e sincero). Girato comunque con notevole maestria, Colpo vincente è anche un film che mastica davvero molto sport, e che dedica alle immagini sul campo la maggior parte del suo timing, abbondando con l’uso del ralenti ed esasperando così sia lo sforzo fisico (i corpi) sia la tensione emotiva dello spettatore rispetto ad una gara dal finale comunque scontato.

Tuttavia, Colpo vincente lascia aperto più di qualche dubbio: il personaggio del coach viene caricato da tratti vittimistici troppo marcati, quando una delle regole principali dello sport è proprio quella di accettare che “la palla è tonda” e  il destino è una ruota che gira; fa un po' storcere il naso poi la vittoria di una comunità di provincia estremamente bianca e religiosa (solo nel finale compaiono i primi giocatori di colore, gli invincibili che vengono sconfitti), considerando gli anni in cui il film è stato scritto e girato. Infine la musica, composta da Jerry Goldsmith e candidata incredibilmente all'Oscar quale miglior colonna sonora: a volte un po’ fuori luogo, specie nei raccordi sportivi e nelle sequenze che determinano la striscia vincente della squadra di basket, si ha come l’impressione che essa mal si accordi con le immagini e soprattutto con il 1952, anno in cui il film è ambientato.

Al di là di queste piccole crepe, considerato anche il tipo di prodotto, si tratta comunque di un film dal ritmo discreto e dalla giusta misura (ispirato tra l’altro alla vera storia della squadra di basket della Milan High School), non proprio un colpo vincente, ma davvero ben girato, specie nelle scene sul parquet. Ottenne anche un’altra nomination agli Oscar, per il miglior attore non protagonista a Dennis Hopper.

TITOLO ORIGINALE: Hossiers; REGIA: David Anspaugh; SCENEGGIATURA: Angelo Pizzo; FOTOGRAFIA: Fred Murphy; MONTAGGIO: Carroll Timothy O'Meara; MUSICA: Jerry Goldsmith; PRODUZIONE: USA; ANNO: 1986; DURATA: 113 min.

 


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