Guido Chiesa e Wu Ming PDF 
di Tiziano Colombi   

Sono le dieci e trenta di un'abituale mattina torinese quando arrivo al cinema Massimo per assistere all'anteprima del nuovo film del regista piemontese Guido Chiesa. Lavorare con lentezza il titolo della pellicola scritta a più mani con la collaborazione del collettivo di scrittori "anonimi" Wu Ming, la Bologna del '77 lo scenario scelto per ambientare la storia di un colpo/rapina fallito, mentre in "superficie" Radio Alice inondava la città di suoni e voci di protesta e la polizia feriva a morte un giovane militante durante gli scontri che precedettero lo sgombro dei locali dell'emittente indipendente.

Quello che troverete nelle righe successive è il risultato del breve incontro tenutosi in sala dopo la visione del film da parte dello sparuto pubblico presente. La grande disponibilità del regista e di due membri di Wu Ming si è purtroppo scontrata con la poca voglia di dibattere degli spettatori (sicuramente scegliere di fare un'anteprima a metà mattinata non ha aiutato nessuno), tuttavia qualcosa di interessante è venuto fuori.

Qual è stato l'approccio alla storia, come avete lavorato per raggiungere un buon risultato nella commistione di due aspetti così differenti come la finzione e la cronaca storica?

WU MING Abbiamo lavorato in perfetta sintonia, utilizzando le tecniche già consolidate nel laboratorio di Wu Ming. Documentandoci sui giornali del tempo, abbiamo scovato la storia di questa rapina fallita compiuta proprio nei giorni dei disordini nei quali fu coinvolta Radio Alice. Scegliere di partire da qui ci sembrava un buon modo per raccontare con una metafora i fatti di quegli anni. Noi come Wu Ming ci consideriamo cacciatori di buchi neri della Storia con la "s" maiuscola, da sempre lavoriamo sulle pieghe della Storia.
CHIESA Ho scelto di lavorare con Wu Ming proprio per evitare di fare il santino di Radio Alice. Abbiamo cercato di entrare nella Storia trasversalmente. Non è più possibile, a mio parere, raccontare la realtà in modo lineare, per lo meno io non ne sono capace. La realtà è un fenomeno complesso ed è quindi necessario raccontarla con diversi stili e livelli.
Non ho voluto raccontare il '77 perché non è una cosa sola, per esempio il mio '77 a Chieri non è stato violento, io mi sono divertito. Anche a Bologna prima dell'uccisione del ragazzo era festa, naturalmente poi c'era anche la strategia della tensione ma non solo quella.

La collaborazione tra Wu Ming e Guido Chiesa dunque è da considerarsi positiva?

WU MING Con Guido è venuto tutto naturale, ci ha tenuto un corso intensivo di scrittura per il cinema. Ha saputo ridarci fiducia nei confronti del cinema. Fino ad allora, infatti, le nostre precedenti esperienze con questo mezzo erano state negative.
CHIESA Scrivere un film in molti, come è successo in questo caso, uccide il proprio ego e insegna molto. Tutto ciò che scrivevo doveva essere vagliato da Wu Ming e per un regista abituato a lavorare quasi sempre solo è stata una grossa novità. Questa esperienza è stata fondamentale, tanto da indurmi a consigliare ad altri registi, soprattutto ai giovani, di scrivere i film in tanti perché aiuta a vedere le cose con una prospettiva più ampia e sicuramente più completa.

Il film, raccontando parte delle vicende che hanno segnato la vita di Radio Alice, di fatto ha dato un volto ad un mezzo, la radio, per sua natura invisibile. Avete pensato a questo problema durante la stesura della sceneggiatura?

CHIESA Se si intende il problema di rubare a chi conosceva Radio Alice il suo immaginario, direi proprio di no, anche perché non erano in molti. Effettivamente però una serie, non esigua, di problematiche insorgeva quando bisognava filmare scene in cui il protagonista principale era la parola. Il lavoro grosso è stato fatto sul sonoro, per conciliare il suono della radio con il suono del film. Bisognava selezionare il materiale sonoro proveniente dalla radio, il che non era un compito facile data l'enorme mole e il grande valore ricoperto da quest'ultimo. Molte delle soluzioni presenti nella pellicola sono state trovate in sala di montaggio.

Cosa rimane oggi dell'esperienza di Radio Alice? Credete possibile un collegamento tra quella realtà e quella odierna delle Radio Web?

WU MING Nell'attuale scenario italiano crediamo che le radio presenti sul web siano l'unico spazio veramente libero. Le generazioni del web possono cogliere in maniera diretta ciò che Radio Alice ha rappresentato. La Storia ha ripreso quell'esperienza germinale di comunicazione orizzontale, senza gerarchizzazione, e proprio il web sembra il mezzo adatto per riflettere quell'esperienza. Esiste una sorta di sedimentazione della Storia, basta guardare cosa è successo a Genova durante lo sgombero di Radio Gap, si sono ripetuti i medesimi eventi e con modalità identiche.
D'altro canto senza le radio libere oggi non esisterebbe nemmeno Mediaste: si e trattato allora di rompere una situazione di monopolio. Questo è la testimonianza di come il messaggio di Radio Alice abbia subito una doppia sorte, anche oggi in un sistema che non può che definirsi omologato esistono focolai di libera comunicazione.

 


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