Cadaveri eccellenti PDF 
Pietro Sannino   

Le cadavre exquis boira le vin nouveau. In Francia nasce “cadaveri eccellenti”, quella appena menzionata è la prima frase composta in questo gioco di carta e matita nel quale più partecipanti realizzano un verso o un racconto leggendo solo l’ultima parola del contributo del giocatore precedente. Spesso alla parola scritta si preferiva il dipinto, o l'opera architettonica. Numerosi artisti, affascinati da questa invenzione ludica, vi si sono cimentati. La natura criptica e intrigante dei meccanismi che lo regolano fanno parte degli schemi dell’omonimo film realizzato da Francesco Rosi, che nell'arco della sua cinquantennale carriera di intrighi, spesso incastonati nel contesto dell'analisi di problematiche socio-politiche, ha trattato più volte, diventando uno dei maestri del cinema impegnato (Il caso Mattei, Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, tanto per citarne alcuni).

Traendo spunto dal romanzo di Sciascia Il contesto, questa pellicola (per i temi affrontati e per il modo nel quale vengono esposti) rientra tra i capisaldi del cinema politico italiano da inquadrare nel contesto della strategia della tensione, la stagione storica legata a quegli atti terroristici avvenuti a cavallo tra il 1969 e il 1984 nel nostro paese e presumibilmente avallati o addirittura realizzati con la partecipazione di organi deviati dello Stato. Un periodo buio, come la cripta del monastero visitata dalla prima vittima, un procuratore della Repubblica, che viene colpito da un cecchino all’uscita dal luogo di raccoglimento. Viene chiamato a indagare sul caso l'ispettore Rogas, qui interpretato dal carismatico Lino Ventura (il Carlo Alberto Dalla Chiesa di Cento giorni a Palermo). Pochi sono gli elementi a disposizione, a parte la rivelazione di un retroscena curioso da parte di un frate cappuccino del monastero: a suo dire, il procuratore Varga si recava spesso nella cripta a “interpellare i morti per conoscere i segreti dei vivi”, un rituale tipico per chi è cresciuto in meridione. La storia va avanti, altri due giudici vengono uccisi in luoghi poco distanti da quelli del primo delitto, con la stessa arma e le stesse modalità. Tra gli inquirenti comincia a farsi strada l’ipotesi del mitomane sovversivo, ma non nell’ispettore, ossessionato invece dall’idea che il killer non agisca di impulso né per spirito di sovversione (come lascerebbe pensare l’alto profilo istituzionale delle vittime).

Gli anni nei quali questo film usciva erano quelli dei pesanti scontri sociali, quelli delle correnti di pensiero estremista che trascinavano porzioni importanti dell’opinione pubblica verso la critica più feroce dell’ordine costituito: forze di polizia, esercito, Servizi Segreti e, appunto, una certa magistratura (quella più intransigente, potremmo aggiungere). Possiamo citare altri titoli memorabili, in tal senso, come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, o In nome del popolo italiano, tutte pellicole che rispecchiavano la visione che il mondo del cinema aveva delle questure o dei palazzi di giustizia (o almeno quella che alcuni tra i più autorevoli cineasti dell'epoca desideravano restituire agli spettatori). Riallacciandoci alla trama del titolo in analisi, per l’ispettore l’assassino null'altro è che un ex farmacista, vittima tempo addietro di un errore giudiziario del collegio composto dai tre magistrati assassinati. Di lì in poi, la faccenda si trasforma in un dramma dalle tinte fosche: continuano gli omicidi di rappresentanti delle istituzioni, e dell’ipotizzato killer non si riesce a trovar traccia, persino le foto segnaletiche scattate in tribunale sono scomparse. Casualità? Oppure preciso disegno volto a dar via libera alle azioni di un cane sciolto, che potrebbero tornare utili al fine di dare un ulteriore giro di vite alla repressione del pubblico dissenso manifestato nelle piazze?

Citando il monologo contenuto ne Il divo di Sorrentino, un rabbioso Andreotti afferma con tutta la sua voce che “lo stragismo [..] l'hanno definito strategia della tensione, sarebbe più corretto dire strategia della sopravvivenza [..] tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo [..] bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa e lo so anch'io”. Parole frutto della penna di un dialoghista, mai davvero pronunciate dall’ex primo ministro, ma gravide tuttavia di una forza espositiva incomparabile del pensiero di chi ha occupato le poltrone più alte durante gli anni dal dopoguerra alla fine della Guerra Fredda. Una mano invisibile sembra agire in molti punti dell’opera, ora manifestandosi in situazioni oscure e inspiegabili, legate ad azioni ed espressioni criptiche dei personaggi, ora nei dettagli quasi impercettibili, quelli che spesso sfuggono a chi ha occhi e mente poco allenati a determinate trame occultiste. Ad esempio, il presidente della Suprema Corte (Max Von Sidow), con una similitudine tra il prete che dice messa e un giudice che emette la sentenza, spiega all'ispettore che il mistero del corpo e del sangue di Cristo si compie a prescindere dall'integrità di chi lo celebra, così come non esiste l'errore giudiziario perché “basta essere investiti dall'ordine”. Altro elemento da analizzare in tal senso è la “fraterna” evasività di un amico del sospettato (Paolo Bonacelli, che conduce Rogas all'interno di una sala con alle porte le insegne del giglio), il quale si sottrae con “maestria” alle domande dell'ispettore.

Ma di spunti scaramantici ed esoterici, di simbolismi e gestualità compassate, è disseminato l'intero lungometraggio del regista napoletano. Particolarmente significativa la scena di una festa presso il lussuoso appartamento di un armatore, alla quale partecipa “l'intellighenzia” assieme a rappresentanti delle istituzioni e dei media: una eterogeneità esposta mettendo insieme i rivoluzionari da salotti e chi di quei salotti ne è il proprietario. Per inciso, questa scena vuole anche porre l'accento sulle critiche che investivano all'epoca molti dei registi cosiddetti “di sinistra”: la base spesso li bollava come troppo imborghesiti per poter rappresentare appieno le istanze di chi manifestava in piazza. Ad ogni modo, dopo aver incontrato alla festa perfino il Ministro della Giustizia, all'ispettore appare tutto chiaro: i primi tre omicidi, i suoi superiori che rifiutano la tesi della vendetta personale a vantaggio del disegno eversivo, i delitti successivi che sembrano completamente slegati dai primi e le cui indagini hanno come unico effetto quello di aumentare il rastrellamento da parte delle questure di chi esprime il dissenso con la lotta politica... Chi si è agganciato all'opera del farmacista omicida, e sta continuando questa composizione di “cadaveri eccellenti”? Rogas, consapevole che non avrà mai giustizia seguendo le vie consuete al suo ruolo, è determinato a rivelare tutto al segretario del partito di opposizione, ma non vi riuscirà: proprio nell'istante in cui sta per vuotare il sacco, il fucile che aveva ucciso i tre giudici colpisce ancora, e sono proprio lui e il segretario a restare a terra senza vita. Il duplice omicidio subirà depistaggi e verrà presentato al pubblico come un omicidio-suicidio ad opera dell'ispettore, per poi essere definitivamente insabbiato. Da manuale. Un manuale più volte riletto nella storia repubblicana d'Italia. E chi legge queste ultime parole, potrebbe comodamente continuare la composizione.

Titolo originale: Cadaveri eccellenti; Regia: Francesco Rosi; Sceneggiatura: Francesco Rosi, Tonino Guerra, Lino Iannuzzi; Fotografia: Pasqualino De Santis; Montaggio: Ruggero Mastroianni; Scenografia: Andrea Crisanti; Costumi: Enrico Sabbatini; Musiche: Piero Piccioni; Produzione: Produzioni Europee Associati, Les Productions Artistes Associés; Distribuzione: PEA United Artists; Durata: 120 min.; Origine: Italia/Francia, 1976

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.