Non sorprende il fatto che la musica di Lynch sia quasi immagine trasformata in suono, evochi mondi oscuri o paesaggi notturni visti attraverso i finestrini di un'automobile in corsa.

Dopo una prima esperienza musicale nel 1990 con il video Industrial Symphony 1, per il quale aveva scritto alcuni pezzi (e i testi), ora, distante dalle sensuali e morbose atmosfere badalamentiane, Lynch vede (e fa vedere) attraverso il suo album Bluebob periferie abbandonate, fabbriche arrugginite in disuso, spazi enormi da esplorare attraverso lo sguardo e le note di una chitarra elettrificata.

Il blues e il rock appartengono al mito (come il cinema) e Lynch non ha paura di confrontarsi con esso e realizza con l'amico John Neff (ingegnere del suono dei suoi film) un album freddo e essenziale, quasi aspro nato da "le macchine, il fuoco, il fumo e l'elettricità". Lynch fa sul serio, si capisce sin dalla prima traccia 9*1*1, con il suo ritmo sospeso, asciutto, ipnotico che continua nei pezzi seguenti Rollin'down (to my house), I cannot do that, Bad Night, interrotti qua e là da pezzi strumentali (tra i quali Go Get Some di mulhollandiana memoria) che rompono l'ossessione e permettono il respiro.

Anche la voce è elettrica, quasi infernale, disumanizzata, a volte autoironica e/o disperata, altre volte ossessiva (come in Marilyn Monroe: "...Marilyn Monroe, Marilyn Monroe, Marilyn Monroe, I love you, I love you so..." ripetuta all'infinito con tono maniacale, tributo alla diva ma anche canto di squallida follia).
Thank you judge è anche un videoclip (il primo di tre previsti) diretto dallo stesso Lynch, visibile on-line all'indirizzo http://www.frenchdisconnection.com/album.htm.
Lynch recita con una maschera tipo alieno-elephant man, ma l'unico vero motivo per cui vale la pena vedere il clip riguarda la presenza della splendida Naomi Watts (altra memoria mulhollandiana).

Bluebob è un album per orecchie allenate, pronte a tuffarsi in un mondo tutt'altro che rilassante. L'universo lynchiano (quello più malato e ossessivo, forse quello più estremo) vive in musica e non può essere ignorato dagli amanti del regista: altro sipario aperto e misterioso di un maestro dei nostri tempi.