Hannah Arendt PDF 
Elisa Cuter   

Allieva di Martin Heidegger, autrice di Vita activa e Le origini del totalitarismo, Hannah Arendt è stata la filosofa (qualifica che per altro rifiutava) più importante del suo secolo, nonostante la sua attività di pensatrice sia indissolubilmente legata alla sua opera più famosa, La banalità del male, che ripercorre il processo di Adolf Eichmann a Gerusalemme. Margarethe von Trotta racconta la pensatrice concentrandosi proprio sugli anni della stesura del testo (con l'eccezione di pochi flashback che fanno luce su un altra questione famosa - o famigerata - della biografia di Arendt, vale a dire la sua relazione con Heidegger).

Uno degli aspetti più interessanti del film è proprio la descrizione delle reazioni esageratamente ostili che seguirono la pubblicazione del saggio. Senz'altro, le tesi di Arendt non erano facili. La comunità ebraica si scagliò contro le sue affermazioni riguardo al collaborazionismo degli Judenräte nella deportazione ebraica, mentre l'intera società occidentale veniva chiamata in causa dalla convinzione di Arendt che Eichmann non corrispondesse allo stereotipo della belva antisemita sanguinaria - immagine del nazista che andava per la maggiore nel dopoguerra, e che lavava tante coscienze -, quanto una persona normale, qualunque, che, appunto, “eseguiva solo gli ordini”. Tesi inaccettabili all'epoca, anche se stupisce osservare lo scandalo che crearono ai tempi, oggi che l'opera di Arendt è ormai diventata un classico per comprendere le circostanze psicologiche e sociali che hanno reso possibile il nazismo. Circostanze che non esentano nessuna società complessa e burocratizzata dalla costante sorveglianza che ciò che è accaduto allora in Germania non si ripeta mai più. Del testo di Arendt il film riprende molti punti, li mette in bocca ad Hannah nelle sue riflessioni con il marito Heinrich Blücher, nelle liti con l'amico Hans Jonas, nelle lezioni ai suoi studenti, durante le quali non abbandona mai l'amata sigaretta. E proprio nel vizio/vezzo della sigaretta si concentra, in parte, il senso stesso del film, che mira a svelare abitudini, tic e caratteristiche di un personaggio affascinante, sempre evitando però elegantemente il rischio di scadere nel pettegolezzo. Una trappola che von Trotta elude grazie a un sapiente intreccio di diversi piani narrativi, ciascuno dei quali evidenzia un aspetto differente della protagonista: l'impegno pubblico, ovviamente, ma anche la vita privata, condivisa con gli amici dell'intellighenzia ebraica europea nella Manhattan di quegli anni (un circolo di cui il film offre uno spaccato vivido e affascinante), e infine la Hannah più intima, segreta, forse ancora legata alla figura di Heidegger. Ne emerge il ritratto di una donna incredibilmente fedele a se stessa e ai suoi ideali, coraggiosa e disposta a sacrificare anche gli affetti più cari (Amicus Plato, sed magis amica veritas, dice un motto caro ai filosofi) in virtù dell'onestà intellettuale, incredibilmente forte e testarda ma anche dotata di una grande sensibilità, forse proprio la dote che la rese capace tanto di cogliere tutte le sfumature (anche quelle più scomode) della tragica realtà dell'olocausto, quanto di comprendere le ragioni del cedimento al nazismo dell'amato maestro.

L'interpretazione di Barbara Sukowa (già protagonista di numerosi altri film di von Trotta, in particolare Rosa L., che le valse un Prix d'interpretation feminine a Cannes) riesce a tenere le fila di tutto, ed è grande soprattutto nella sua resa di piccoli dettagli e sfumature, fatti di sguardi accigliati, complici abbracci con il marito, occhiate sarcastiche, frecciatine all'amica Mary McCarthy, il forte accento tedesco. Piccolezze che contribuiscono a rendere la sua Hannah Arendt un personaggio indimenticabile. La stessa cosa non si può dire purtroppo della regia, priva di virtuosismi, né della fotografia, spesso un po' troppo patinata e dal gusto televisivo. Ma anche questo sembra far credere che, più che un esercizio di stile cinematografico, von Trotta abbia voluto firmare un omaggio, riuscitissimo, a una figura di cui si è un po' innamorata. E lo spettatore con lei.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.