Carlo (Fabio Volo) è un tecnico informatico un po’ svampito e sua moglie Elena (Ambra Angiolini) è una mediatrice culturale impegnata in progetti di sviluppo in Senegal. Elena è di estrazione borghese e, per una sorta di legge del contrappasso auto-imposta, spende la sua vita e il suo lavoro per i più poveri e per favorire l’integrazione dei migranti. Carlo non sa nemmeno quale sia la capitale del Senegal e partecipa controvoglia ai seminari della moglie, fino a che, proprio durante l’ennesima conferenza, incontra Nadine (Aїssa Maїga), splendida donna di colore, diplomatica presso l’ambasciata senegalese e a sua volta sposata con un collega di Elena, Bertrand (Eriq Ebouaney).
La storia che propone la regista Cristina Comencini è tutta qui, in poche righe: l’amore in un’epoca in cui la società italiana si dirige con enorme fatica verso il melting pot. Gli echi di Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer si ritrovano nell’ossatura stessa della commedia, la cui trama rimanda direttamente al suo illustre predecessore, girato oltre quarant’anni fa. Lì c’era una famiglia, bianca e borghese, che affrontava il fidanzato nero della figlia; qui, in Bianco e nero, è il marito fedifrago a sconvolgere la tranquilla vita della famiglia borghese della moglie Elena. La regista sceglie di affrontare un argomento coraggioso, ma il coraggio si ferma alla sola intenzione e il tema dei matrimoni e delle coppie miste viene guardato ad una distanza di sicurezza tale da perdere il fuoco dell’obiettivo. La regia non splende, è tutta tesa a raccontare la storia, e solo per qualche istante la macchina da presa si spinge nei dettagli dello splendido corpo della Maїga, alla ricerca di una poeticità che però rimane ancorata al puro esotismo. La diversità dei costumi, le enormi differenze culturali, i pregiudizi, vengono colpevolmente “disinfettati” in un racconto patinato e troppo spesso avulso da ciò che avviene nella società e nella vita reale. La coppia Angiolini-Volo si ritrova a recitare dialoghi sincopati e rapidi, ma l’intesa tra i due e i tempi della recitazione faticano quasi sempre a collimare. L’alibi del “giovin attore”, per Fabio Volo, non regge più: le lacune interpretative, con ormai già qualche film alle spalle, si percepiscono e si manifestano in una recitazione sempre simile a sé stessa. Cristina Comencini sceglie insomma la superficie e, invece che offrire uno spaccato di realtà, realizza un ritratto che in fin dei conti risulta edulcorato da una sceneggiatura che confina e risolve il problema in battute ricche di luoghi comuni. Il risultato è una storia colma di buoni sentimenti che, a tratti, si trasformano in un "pericoloso" buonismo. La frase chiave del film, utilizzata anche nel trailer che ha preceduto l’uscita del film nelle sale, è la battuta di Carlo che, rivolgendosi a Elena, afferma: “La vita non è solo bianco e nero, ci sono anche le sfumature!”. Strano a dirsi, ma a mancare in quest’opera sono proprio le sfumature. TITOLO ORIGINALE: Bianco e nero; REGIA: Cristina Comencini; SCENEGGIATURA: Giulia Calenda, Cristina Comencini, Maddalena Ravagli; FOTOGRAFIA: Fabio Cianchetti; MONTAGGIO: Cecilia Zanuso; PRODUZIONE: Italia; ANNO: 2007; DURATA: 100 min.
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