Nat e il segreto di Eleonora PDF 
Francesca Druidi   

Se c’è un concetto che il cinema non si stanca mai di ribadire, attraverso le più svariate modalità narrative, tecniche e stilistiche, è la potenza del sogno e dell’immaginazione. Il racconto audiovisivo, e di conseguenza cinematografico, possiede la capacità di sospendere l’incredulità dello spettatore immergendolo in un mondo “altro” rispetto a quello vissuto nella quotidianità: un universo a volte meraviglioso, a volte distopico, in ogni caso regolato da dinamiche proprie e animato da personaggi che spesso valicano il limite dell’ordinario. In questo senso, il cinema si affilia in modo prepotente alla letteratura che, per prima, è stata in grado di alimentare la fantasia delle persone, nel caso specifico i lettori, avvolgendole in storie di volta in volta drammatiche, divertenti, avventurose, più o meno realistiche oppure fantastiche. Inutile poi rammentare il legame che da sempre esiste tra la pagina scritta e il grande schermo: il cinema, infatti, è un abile saccheggiatore di spunti narrativi, personaggi e scenari derivati dai romanzi. Questo rapporto privilegiato diventa ancora più evidente nell’ambito del cinema di animazione, soprattutto quando l’animazione incontra generi letterari peculiari come le fiabe e le favole. Al di là dei discorsi teorici, Nat e il segreto di Eleonora è senza dubbio un lungometraggio di animazione che ha il merito di far scoprire, o quantomeno riscoprire, la bellezza e anche l’importanza della lettura, dei libri e della fantasia.

Nat è un ragazzino di sette anni che ama particolarmente farsi raccontare le favole, soprattutto da sua zia Eleonora, ma trova molte difficoltà nel leggerle lui stesso, bloccato dall’imbarazzo e dall’insicurezza. Preso in giro dalla sorella maggiore e investito in qualche modo dalle attese dei genitori, che si aspettano possa riuscire a leggere autonomamente da un momento all’altro, Nat, nonostante l’affetto per la zia, non prende bene il fatto che la donna, nel frattempo deceduta, gli abbia lasciato in eredità la biblioteca della sua vecchia casa, divenuta intanto proprietà dei genitori, che ne fanno la residenza per le vacanze estive della famiglia. Deluso dal lascito, Nat decide di vendere i tomi al rigattiere del posto per ricavare soldi utili ai genitori per effettuare le riparazioni che la casa, un po’ dismessa, necessita. Il bambino ha però modo di rendersi conto dell’unicità del regalo della zia: il bambino, infatti, non è soltanto il nuovo proprietario della biblioteca, colma delle prime edizioni originali dei più celebri classici della letteratura per l’infanzia, ma ne è anche e soprattutto il custode. Grande è la sorpresa di Nat nel momento in cui vede i protagonisti dei romanzi da sempre amati – Peter Pan, Cappuccetto rosso, Alice – uscire dai volumi custoditi gelosamente da Eleonora e fare la loro apparizione in carne e ossa davanti a lui, sebbene in dimensione ridotta. Compito del custode è quello di assicurare la sopravvivenza dei personaggi dei libri, pronunciando ad alta voce la formula magica incastonata nella biblioteca: “Non è perché è un favola che non esiste”. Una prova decisamente improba per Nat, che non riesce nemmeno stavolta a superare l’ostacolo rappresentato dalla lettura. Accusato dall’immancabile strega cattiva di essere un impostore, viene “ristretto” alla taglia delle altre creature. Come se non bastasse, i tomi, e con loro Nat in miniatura e tutti i personaggi, vengono portati via dal rigattiere, un uomo disonesto che non avverte i genitori di Nat del fatto che siano tutti libri originali e, quindi, di grande valore economico. L’uomo porta i libri al suo magazzino, dandosi da fare per cercare un acquirente e concludere così un affare il più possibile vantaggioso. Nat non rinuncia però ad aiutare i suoi nuovi amici e decide di attraversare la spiaggia per raggiungere la casa della zia e tentare di concludere la missione prima che accada l’irreparabile: senza il pronunciamento della formula, infatti, gli eroi dei romanzi rischiano di sbiadire fino a dissolversi per sempre, lasciando il mondo e i bambini senza favole e storie incantate. Aiutanti di Nat nel corso dell’avventura saranno Alice, il Bianconiglio e l’Orco, ma anche il vicino di casa, e amico di vecchia data della zia Eleonora, darà il suo importante contributo alla causa.

Presentato nella sezione Alice nella città all’ultimo festival di Roma e nell’edizione 2010 del Future Film Festival di Bologna, Nat e il segreto di Eleonora è una co-produzione italo-francese che ha coinvolto la Gaumont – Alphanim, La Fabrique e Lanterna Magica, principale produttore italiano di lungometraggi e serie televisive di animazione, tra cui spiccano titoli quali La gabbianella e il gatto, La freccia azzurra e Aida degli alberi. A dirigere la pellicola è Dominique Monfery, animatore di scuola disneyana che ha partecipato a progetti come Tarzan ed Hercules. Pur non mancando di esplicitare il suo intento fortemente educativo, l’opera di Monfery risulta godibile non solo per un pubblico infantile, ma anche per accompagnatori più adulti. Al di là dei messaggi trasversali ed edulcorati che il film veicola, tra i quali naturalmente l’invito alla lettura come viatico per alimentare la fantasia, l’importanza dell’amicizia e del credere in se stessi per poter superare gli ostacoli, Nat e il segreto di Eleonora mostra un sapiente equilibrio tra ironia, azione e caratterizzazione dei personaggi, sia di quelli appartenenti all’enciclopedia universale di fiabe e favole, sia di quelli umani. Un elemento positivo è offerto proprio dalla credibilità delle dinamiche familiari descritte nel lungometraggio. A sostenere l’impianto narrativo è poi la grafica di Rébecca Dautremer, pregna di colori pastello e tratti stilizzati ma al contempo delicati. Il film, che sfrutta bene le potenzialità poetiche dell’animazione 2D, è un’opera lineare e semplice, che evita però il rischio di scadere nel didascalico generando nello spettatore più scafato la sensazione della noia. E anche la mancanza di originalità di cui soffre lo script viene compensata da un’invidiabile sobrietà e controllo dei vari aspetti dell’opera.

TITOLO ORIGINALE: Le secret d'Éléonore; REGIA: Dominique Monfery; SCENEGGIATURA: Anik Leray; PRODUZIONE: Francia/Italia; ANNO: 2009; DURATA: 75 min.

 


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